Abbiamo superato i limiti
Lo smog delle nostre città acutizza le malattie respiratorie. Non si intravede, al momento, un'inversione di tendenza.
Ci hanno tolto anche l’ultima illusione: contro l’inquinamento la mascherina non serve molto e andare in macchina, anziché in bici, non ci salva dai gas tossici. A confermarlo varie ricerche condotte dall’Unione europea le quali hanno dimostrato che all’interno dell’abitacolo la concentrazione di inquinanti è particolarmente alta e quindi, anche per combattere gli effetti dello smog, oltre che la sedentarietà, conviene andare in bici. In quanto alla mascherina, si sa che essa ripara dalle particelle più grosse, ma ha un effetto quasi nullo sulle polveri sottili, proprio quelle di cui è costituito lo smog.
I dati non sono incoraggianti e le previsioni sono nient’affatto rosee. Secondo l’ultimo rapporto di Legambiente nel nostro Paese 57 città sulle 88 monitorate superano il livello consentito dalla legge: 50 microgrammi di ozono per metro cubo per non più di 35 giorni l’anno.
È quello che è successo lo scorso anno 156 volte a Napoli, 151 a Torino, 108 a Milano, 67 volte a Roma, 60 a Venezia, giusto per fare qualche esempio. Nell’area padana la situazione più difficile: tutti i capoluoghi della Lombardia e dell’Emilia Romagna sono fuorilegge come 7 su 8 in Piemonte e 6 su 7 in Veneto.
Il totale di morti registrate e collegabili alle conseguenze dell’aria cattiva respirata è stato di 8200 persone in Italia; mentre, secondo Roberto Bertolini, responsabile per l’Organizzazione mondiale della sanità del settore che si occupa di riscaldamento globale, «mezzo milione di morti premature all’anno nell’Europa dei 27 vanno messi sul conto delle polveri sottili».
Andrà meglio quest’anno con i nuovi limiti: 120 microgrammi per metro cubo per un massimo di 25 giorni l’anno? Al momento le malattie dell’apparato respiratorio sono in aumento, così come le allergie e i tumori polmonari, tutte patologie che risentono fortemente delle sostanze inquinanti presenti nell’aria.
D’altra parte non potrebbe andare diversamente dal momento che le zone a traffico limitato diminuiscono, le domeniche a piedi sono quasi scomparse, il rapporto fra abitanti e automobili cresce sempre più a favore di queste ultime e non si riesce a mettere in atto con continuità provvedimenti adeguati.