Abbagliante Medea
Anche per l’ambientazione in cui la colloca, la Medea di Peter Stein rimanda ad una donna primitiva e selvaggia. Un’umile casupola in legno, infatti, da dove butterà fuori urla (in greco) e pentolame, è la sua dimora. E non più la tradizionale reggia dove l’ha condotta Giasone strappandola dalla sua terra per sposarla e poi tradirla con la figlia del re Creonte per ottenere il trono. Un ruolo tale si addice ad un’attrice di razza come Maddalena Crippa, dalla voce ringhiosa e dalla gestualità veemente. Protagonista assoluta al teatro greco di Siracusa per il ciclo dell’Inda, la Crippa si è impossessata del ruolo della straniera barbara incapace di piegarsi ai costumi della più evoluta civiltà greca, rimandandone la passionalità esasperata, l’urlo ferino di belva colpita a tradimento, l’incoercibile necessità di vendicarsi. Sicché l’atroce vendetta diventa il ribollire di un magma che fagocita pure l’aspetto di femminilità e di madre amorevole, per esplodere in furia omicida. Ed è un autentico colpo di teatro il finale pensato dal regista tedesco con l’apparizione del Carro del Sole giunto a salvare la semidea: un gigantesco disco di lampade abbaglianti s’alza preceduto da uno squassante effetto di terremoto che scuote il lembo di terra dove s’erge la casa, abbattendone tetto e pareti. Issata da una gru, simile ad una creatura aliena – segno di una distanza dagli umani – Medea prenderà il volo con la sacrificata sua prole. Il regista tedesco nel proporre la classicità del mito, ne esalta la potenza ultraterrena di figlia del Sole. Fino a questo momento la tragedia di Euripide procede con un andamento tradizionale, con la novità del Coro delle donne impegnate anche nel canto. Esse giungeranno dalle gradinate dopo l’arrivo scaglionato dal bosco della cavea, prima di Medea, nerovestita, con la nutrice, in rosso, di Carla Manzon; poi dei figli col pedagogo in abiti moderni; quindi del marito Giasone, in bianco, del bravo Gianluigi Fogacci; e in ultimo del re Creonte di Paolo Graziosi. Completavano il cast il messaggero di Giovanni Crippa, e l’Egeo di Fabio Sartor. G.D.