A teatro

Storie di migranti e di naufraghi; di precariato economico; di navigazione universale tra le maree della trasformazione urbana; di transiti e ricongiungimenti. Sui palcoscenici diMilano, Roma, Palermo, Aversa
Lampedusa Snow

Trilogia del naufragio, atto secondo

Secondo capitolo della “Trilogia del naufragio” di Lina Prosa, ispirato, come “Lampedusa Beach”, a un fatto di cronaca, è il racconto in prima persona di un’odissea tragica, un naufragio di montagna, quindi verso l’alto. Alcuni anni fa, a causa del sovraffollamento del centro di accoglienza di Lampedusa, alcuni migranti vennero trasferiti in un altro centro, sulle Alpi, a circa 1800 metri di altezza. Mohamed, con indosso una felpa usata, troppo grande per lui, il giovane ingegnere africano, stanco dell’attesa che sembra non dover finire mai, decide di cercare un varco per raggiungere l’altro versante del monte. Inizia così una sofferta ascensione durante la quale avviene un surreale incontro con un partigiano che gli parla della rivoluzione. Sempre più ansimante, Mohamed viene avvolto dal freddo e dalla neve fino all’ultimo soffio di vita. Mohamed diventa l’Ulisse di montagna. “Lampedusa Snow. Trilogia del Naufragio”, testo e regia Lina Prosa, con Federico Lima Roque, scene, luci e video design Paolo Calafiore, costumi Mela Dell’Erba. Produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo. A Milano, Piccolo Teatro Studio Melato, dal 10 al 15/5.

 

Storia del giornalista Francesco Miniato

Il testo dall'autore e giornalista Emanuele Tirelli, nello spettacolo di Alessandro Gallo, si concentra sulla storia del giornalista Francesco Miniato, un uomo come tanti che inciampa nel riciclaggio nel centro commerciale dove serve ai tavoli part time per far quadrare i conti a fine mese. Miniato racconta la parte più sincera e imbarazzante del proprio mestiere, del precariato economico e psicologico, dell’impatto di una notizia sulla comunità e del riciclaggio di danaro sporco in Italia. La sua stessa vita privata è costretta a risentirne, così come l’idea che ha sempre avuto del giornalismo e del rapporto di questo lavoro con la società. L’interprete Marco Ziello, attraverso la sua esperienza internazionale con la commedia dell’arte, dona una componente più fisica alla pièce.“Questione di un attimo”,di Emanuele Tirelli, regia Alessandro Gallo, con Marco Ziello.produzione Caracò Teatro. Ad Aversa, Nostos Teatro, sabato 14/5.

 

Sacro Romano Gra

Non un reading letterario. Non teatro di narrazione. Non la trasposizione drammaturgica del librodi Sapo MatteucciNicolò Bassetti,né tanto meno del film-documentario di Gianfranco Rosi. I suoni sono la chiave di volta, parte integrante della narrazione, sono affabulazione anarchica, non imprigionata nella sintassi, nei vocaboli. Suoni reali e suoni evocati dalle memorie individuali. La luce dei luoghi, la luce rifrangente, la luce volgare. In scena, si esplora la "circolarità" del viaggio, da Shakespeare ai neomelodici, in sette tappe. Il risultato è una navigazione universale tra le maree della trasformazione urbana, nell'altrove quotidiano che circonda la Capitale. “Sacro Romano Gra. Narrazione urbana per voce e suoni sul Grande Raccordo Anulare di Roma”, progetto di Nicolò Bassetti, tratto e adattato dall’'omonimo libro “Sacro romano Gra” di Sapo Matteucci e Nicolò Bassetti. Live project di e con Aldo Vinci, sound design di Stefano Grosso. A Roma, al Teatro di posa di Cinecittà Campus, dall’11 al 15/5.

 

Nel Cafè dei migranti

Lo spettacolo, di danza, musica, teatro, si ispira alle opere di Ovidio,Dante eOmero attraverso il mito, e affronta il tema dei profughi non solo come migrazioni geografiche ma anche come rischio per le identità culturali del Mediterraneo. La vicenda si svolge in un caffè sperduto negli altopiani dell'Anatolia, tenuto da due improbabili gestori: Il Centauro Kirone e Prometeo, accomunati da una generosità “mitica”verso dei e semidei, il primo e uomini, il secondo. Il caffè Kiron è immaginato come un luogo/spazio che si trova in una striscia di confine tra Europa, Asia e Mediterraneo, frontiera tra occidente e povertà, tra mondi senza transito, luogo di passaggio di  una marcia ininterrotta,  di profughi-migranti che arrivano da lontano. Accanto ad essi anche Aiace, Achille, Aristeo, Asclepio, Enea, Eracle, Fenice, Giasone.“Kiron Café – la commedia del Centauro e altre storie”, regia e coreografia di Aurelio Gatti, musica dal vivo di Marcello Fiorini e Antonio Pellegrino. Produzione T.T.R. in collaborazione con MDA Produzioni. A Roma, Teatro Parioli Peppino De Filippo, dall’11 al 14/5.

 

L’Horcynus Orca di D’Arrigo

Il testo narra il ritorno dalla guerra di ‘Ndrja Cambrìa, nocchiero della fu Regia Marina italiana. Dell’opera, vastissima, il Nostos racconta, legandoli insieme, due episodi centrali: quello di Ciccina Circé, la madremaga che lo traghetterà verso il suo paese sullo stretto, mare che per ordine delle autorità inglesi nessuno poteva solcare; e quello con Caitanello il padre, a lungo cercato, uno dei vecchi pescatori che sulla linea dei due mari, tra Scilla e Cariddi, hanno la pelle dura come gli squali. Al centro di questo lavoro due movimenti legati insieme da un andamento insieme narrativo e musicale, il transito e il ricongiungimento. “Ho immaginato e visto a lungo vivere dentro al mio cuore – scrive il regista Claudio Collovà – un’arbitraria, per me, Sacra Famiglia. Una madre, un padre e un figlio. E solo su queste tre presenze ho confidato di rievocare la bellezza di questo romanzo, affollato di visioni e di bellissime parole”. Horcynus Orca, Transito e ricongiungimento”, di Stefano D'Arrigo, drammaturgia e regia Claudio Collovà, con Vincenzo Pirrotta, Manuela Mandracchia, Giovanni Calcagno, scene e costumi Enzo Venezia, luci Nino Annaloro, musiche Giuseppe Rizzo, video Alessandra Pescetta. Produzione Teatro Biondo Palermo. A Palermo, teatro Biondo, fino al 15/5.

 

Torna l’Arlecchino di Strehler

È un mito del teatro, è famoso in tutto il mondo: il celebre classico di Goldoni che Giorgio Strehler ha fermato nel tempo e che “contiene” – come un manifesto – tutti gli spettacoli realizzati dal grande regista, è tornato ancora una volta nella sua sede storica del teatro milanese. In questa edizione, dietro la maschera del “batocio” più acclamato al mondo, si alternano Ferruccio Soleri, il più grande interprete di Arlecchino della storia, ed Enrico Bonavera, straordinario interprete goldoniano. "Arlecchino servitore di due padroni", a Milano, Teatro Grassi, fino al 22/5.

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