A sorpresa Kuczynski nuovo presidente del Perù
Pedro Pablo Kuczynskiè il nuovo presidente del Perù dopo un testa a testa al cardiopalma nel conteggio dei voti del ballottaggio celebrato domenica scorsa. Le autorità elettorali hanno indicato che la vittoria è sua avendo ottenuto il 50,12 per cento delle preferenze rispetto al 49,88 per cento ottenuto dalla sua avversaria Keiko Fujimori. Ciascuno dei due contendenti ha ottenuto più di 8 milioni e mezzo di voti, con uno scarto di circa 41 mila voti a vantaggio di Kuczynski.
Si conclude così una campagna elettorale polemica, durante la quale le autorità elettorali hanno escluso per irregolarità candidati che avevano addirittura maggiori chances di successo del vincitore, applicando una nuova normativa la cui applicazione é stata complessa. A marzo Kuczinski non riusciva a superare il 10 per cento delle intenzioni di voto, mentre Fujimori appariva con il 30 per cento. Al primo turno, mentre Kuzcynski ha ottenuto circa il 24 per cento, Fujimori ha superato il 39 per cento. Un vantaggio ampio, mentre tutto sembrava indicare che la vittoria era a portata di mano di questa donna energica, leader di Fuerza Popular.
Ma in questo caso, come nel 2011, ancora una volta il principale avversario è stato il suo stesso cognome. Keiko è figlia di Alberto Fujimori, ex presidente del Perù negli anni ‘90, autore di auto golpe di Stato e oggi condannato a 25 anni di carcere per crimini contro l’umanità. La sua gestione é stata contrassegnata dalla corruzione e dalla violenza. Tra i casi più eclatanti, quello delle sterilizzazioni forzate applicate in zone rurali del Paese.
Il vantaggio del primo turno si è dunque ridotto via via che è iniziata la reazione alla possibilità di un ritorno al fujimorismo dal quale Keiko non ha mai preso le necessarie e chiarificanti distanze. Alcune accuse in merito alla gestione dei fondi della sua campagna l’hanno obbligata ad allontanare alcune figure del partito, mettendo in evidenza i dubbi sulla limpidezza della sua politica. Le manifestazioni popolari contro il fujimorismo e l’annuncio di altri candidati sconfitti che avrebbero preferito Kuczynski hanno ridotto al lumicino il vantaggio per poi trasformarlo in una sconfitta di misura.
Ex ministro di economia di orientamento liberale, Kuczynski si è mostrato prudente ed ha affermato che accetta con “modestia” il responso delle urne. Arriva alla presidenza avendo in agenda due punti principali: la sicurezza e la ripresa economica.
Il Perù cresce, ma meno rispetto agli ultimi anni e il panorama regionale è marcato dal rallentamento e dalla recessione. Ci sarà bisogno di tutta la sua abilità di dialogo, la sua forza politica, il Ppk (nome che replica le iniziali del nuovo presidente), dispone di appena 18 rappresentati nel parlamento unicamerale peruviano, controllato dalla sua avversaria che, nel primo turno. ne ha ottenuti 73 su un totale di 130.
“Riconciliazione, lavoro, dialogo”, così riassume l’agenda di lavoro del nuovo Governo la vice presidente Mercedes Aráoz segnalando anche la necessità di ridurre la povertà e migliorare il sistema educativo.
Sarà la sfida del nuovo presidente, alla testa di un Paese con grandi ricchezze, un enorme potenziale, ma anche grandi sacche di arretratezza.