A scuola di EdC

Corsi di formazione partiti in Calabria e Puglia, che formano all’imprenditoria, alla legalità e alla cittadinanza
Apertura della convention dell'Edc

Più che gli interventi dei relatori, hanno colpito le riflessioni sulla povertà all’apertura del pomeriggio della Convention EdC: da quella di Gandhi, «ogni volta che prendiamo qualcosa di cui non abbiamo bisogno lo stiamo rubando a qualcun altro», al racconto di una donna africana, costretta a recarsi ogni giorno al dispensario medico più vicino sotto un sole cocente per ricevere un solo cucchiaio di sciroppo per il figlio, altrimenti non sarebbe bastato per tutti. L’interesse della sala, comunque, non è mai calato, stimolato anche da una serie di testimonianze significative di imprenditori che nel progetto di Edc hanno investito capitali e conoscenze.

 

Cuore dell’incontro, aperto da un intervento dell’economista Stefano Zamagni, è stata la possibilità che questo nuovo paradigma economico possa essere insegnato e poi attuato: la Scuola mediterranea di economia civile e di comunione di Crotone, il corso di alta formazione in EdC di Lamezia Terme, e l’Accademia mediterranea di economia civile di Taranto ne sono un esempio vivo. A sorpresa il Meridione d’Italia si rivela particolarmente attivo su questo fronte, anche con il supporto delle rispettive diocesi. «Tutte esperienze che – come ha notato Alicia, dottoranda in sociologia – non hanno un impatto positivo solo sul fronte economico ma anche sociale, in quanto formano una cultura della legalità e della cittadinanza attiva».

 

La scuola di Crotone partita nell’estate del 2010, con partecipanti provenienti dalle esperienze più diverse (disoccupazione, precariato, lavoro nero) ha avuto il suo culmine nell’inaugurazione della prima impresa EdC nata come “applicazione pratica” di quanto appreso. L’esperienza poi non è finita con il corso: è rimasta la rete di rapporti creata, a supporto dell’avvio di altre aziende e del dialogo con le istituzioni. «Il mio sogno – ha affermato Amelia, una delle giovani partecipanti – è che anche in Calabria possa un giorno nascere un polo EdC».

 

In Puglia sono state realizzate invece due summer school, con 30 partecipanti il primo anno e 50 il secondo. Molti erano “ripetenti”, non perchè “bocciati”, ma piuttosto erano desiderosi di proseguire la formazione. Tra questi anche un’archeologa, Alessandra: « volevo rimboccarmi le maniche per la rinascita dei nostri territori, senza aspettare che altri lo facciano per noi: il mio sogno è quello di aprire una cooperativa». Il nome scelto per la scuola pugliese è Accademia, perché vuol diventare un punto di riferimento stabile per il territorio in una logica di allargamento e in questa direzione vanno letti i contatti attivati con la Basilicata, nell’ottica, appunto, di un orizzonte “mediterraneo”.

 

A chiudere il convegno, l’intervento dell’economista Luigino Bruni sulle prospettive dell’EdC per i prossimi vent’anni e la presentazione del messaggio dai giovani a San Paolo lo scorso maggio, in occasione del primo ventennio di EdC: punti non solo programmatici ma concretizzazione di impegni per una maggiore giustizia economica e sociale.

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