A scuola di antimafia

Inaugurato in provincia di Como, in una villa confiscata alla 'ndrangheta, un istituto di formazione intitolato all'avvocato Giorgio Ambrosoli.
ambrosoli

A Cermenate (Como) è stata inaugurata una scuola di alta formazione contro la mafia per sindacalisti e forze dell’ordine, ospitata in una bella villa confiscata alla ‘ndrangheta. A gestirla saranno l’associazione antimafia palermitana "Jus Vitae" e il progetto "San Francesco", nato dalla collaborazione tra Cisl e Filca siciliane e lombarde. Secondo Maurizio Bernava, segretario generale di Cisl Sicilia, «Il progetto nasce dall’intuizione di mettere la nostra esperienza decennale sul fenomeno mafioso e la capacità di riconoscere i segni in cui si manifesta a disposizione del sindacato lombardo, che non dispone invece della necessaria conoscenza e percezione dell’imposizione mafiosa per fronteggiare l’invasione da parte delle mafie di un’economia ricca come quella lombarda».

 

In occasione dell’inaugurazione della casa, avvenuta la corsa settimana, c’è stato il gemellaggio fra 30 studenti siciliani e gli allievi di una decina di scuole lombarde alla presenza del ministro dell’Interno Maroni, del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Pignatone, del segretario nazionale della Cisl Bonanni e del segretario del Sindacato italiano unitario lavoratori Polizia Romano. Ospite speciale Umberto Ambrosoli, figlio dell’avvocato Giorgio, il liquidatore della Banca Ambrosiana ucciso nel 1979. A lui verrà intitolata la scuola di formazione, che sarà anche un centro documentale sui processi riguardanti la mafia e ospiterà dibattiti e incontri sul tema della legalità. «Non cercate mai la strada più facile per raggiungere gli obiettivi della vostra vita, ma percorrete quella della preparazione professionale: la competenza, la serietà, la legalità sono gli unici strumenti da usare per riuscire a costruirsi un futuro gratificante e ricco di soddisfazioni’: questo l’intervento-messaggio lasciato ai giovani dal presidente dell’associazione "Jus Vitae" don Antonio Garau.

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