A Salorno la cultura custodisce i legami

Il progetto “KulturZona”, dell’associazione JoyEnJoy, tra i vincitori del Bando Generazioni 2023-2024
Da sinistra, Alice Caldani e Sibille Bazzanella, fondatrici di JoyEnJoy. Foto: Ufficio stampa Generazioni

Vi immaginate un comune i cui cittadini vivono veramente insieme, condividendo tempo e conoscenze, spazi e momenti di crescita; un posto dove le diverse generazioni lavorano ed imparano fianco a fianco? Questa realtà esiste e può essere un modello di interazione per altre zone.

Siamo in provincia di Bolzano, al confine tra l’Alto Adige e il Trentino. Il primo paese che troviamo è Salorno, un territorio piccolo – composto da 33,2 km² e abitato da meno di 4mila persone – e fuori dai riflettori. Le sue caratteristiche geografiche conformano un confine simbolico tra le aree di lingua tedesca e italiana. Proprio in questo luogo, che rischia di essere di conflitto e di tensione etnica, l’associazione culturale JoyEnJoy ha avviato dei progetti di inclusione e di incontro con uno scopo ben preciso: mettere in relazione i suoi abitanti e innescare delle relazioni.

La sua attività è partita nel 2014, quando un gruppo di amici, vedendo i numerosi talenti che popolavano il territorio, ha deciso di portare un musical in scena, favorendo la partecipazione cittadina. Quest’anno ha vinto, per la terza volta consecutiva, il Bando Generazioni 2023-2024, un’iniziativa che finanzia e promuove idee progettuali regionali nate dal basso orientate allo sviluppo e la coesione del territorio con proposte culturali. Il premio di fino a 35mila euro per la concretizzazione dei progetti è stato assegnato a tre candidati, tra cui appunto KulturZona, di JoyEnJoy.

Il progetto presentato mira a rigenerare i legami attraverso la trasformazione di una antica casa di riposo, ad oggi in disuso, in uno spazio di scambio e intreccio interculturale, intergenerazionale e interterritoriale. Così, la struttura accoglierà dei laboratori creativi molto variegati, dai momenti di teatro e musica alla coltivazione condivisa dell’orto, una proposta della nuova casa di riposo che permetterà di trasmettere la saggezza degli anziani alle nuove generazioni.

«Vogliamo che l’antica casa di riposo non resti vuota ma che venga riempita di vita» affermano Sibille Bazzanella e Alice Caldani, le ideatrici del progetto. Spiegano che l’Alto Adige e il Trentino sono, per tanti versi, due territori molto diversi; perciò, KulturZona vuole fungere da ponte tra le due province. Inoltre, Salorno ha un alto tasso di persone con background migratorio, con degli input molto diversi a livello culturale, per cui l’associazione propone dei progetti di integrazione. Tra questi, uno dei più rilevanti è lo spazio dedicato alle donne migranti: si tratta di incontri informali in cui si beve una tazza di tè, si chiacchiera e si condividono storie ed esperienze di vita.

Ognuna può portare qualcosa di tradizionale del suo Paese e si generano momenti di incontro e di dialogo, lavorando sul costruire la relazione di fiducia. «Con Alice coordiniamo per il comune di Salorno i progetti di integrazione – spiega Sibille. Dopo anni di osservazione della comunità, ci sta a cuore trovare un aggancio proprio con le donne, che si occupano della casa e della famiglia e non hanno modo di relazionarsi. Il cibo è un buon connettore perché partendo da quello ognuna trova la sicurezza nel raccontare le proprie storie, per poi riuscire a lavorare sull’empowerment femminile».

Di fronte alla sede di KulturZona è stata costruita la nuova casa di riposo. Poi, nella stessa zona vi sono un’associazione per bambini e famiglie e un’altra associazione per anziani. JoyEnJoy lavora a stretto contatto con le giovani generazioni, e anche la scuola si è detta interessata a partecipare a delle attività con dei gruppi di età miste. In più, l’associazione lavora con persone con disabilità.

Con la creazione di questo polo culturale e sociale, l’associazione, che è composta da 10 lavoratori e 50 soci, insegue l’obiettivo di rendere la cultura accessibile a tutti. Una caratteristica di questo comune è che in lui convivono due gruppi linguistici: italiani e tedeschi; questo elemento territoriale spinge a ragionare nell’ottica del confronto e dello scambio tra appartenenze linguistiche diverse. «Il paese già ci suggeriva quello che dovevamo fare. Percepiamo che, se non lavoriamo con le varie culture, corriamo il rischio di avere delle società parallele nei prossimi anni». Così, mischiandosi è possibile non solo il dialogo ma anche la costruzione di un’identità condivisa. Le progettiste di KulturZona affermano: «Non sappiamo che forma prenderà, sarà il frutto del lavoro dei prossimi mesi: dovremo fare tanti incontri, pensare gli spazi, le attività e il paese insieme, non c’è niente di scritto o calato dall’alto. Sarà un’identità inclusiva in tutto e per tutti. Ci piace lavorare includendo».

C’è tanto lavoro da fare. L’iniziativa dovrà concretizzarsi entro dicembre 2024, per cui questo è il tempo di incontrare gli stakeholder e contaminarsi a vicenda, di chiedere la collaborazione alle associazioni partner, enti e gruppi esterni, e di contrattare gli spazi prima di passare alla loro riqualificazione. Per adesso, il riscontro è stato molto positivo ed è grande l’interesse nello sviluppare qualcosa insieme come società.

Il desiderio profondo degli artefici è quello di essere “connettori di comunità”, conformando una società il più coesa possibile e contribuendo significativamente alla relazione. Per questo concentrano i loro sforzi nell’interterritorialità, nell’interculturalità e nell’intergenerazionalità, in un’interazione delle diverse generazioni che trasmette e fa crescere una saggezza condivisa. E i frutti si iniziano già a raccogliere, come testimonia una delle donne che partecipa al momento di scambio interculturale: «Sono proprio contenta di essermi trasferita a Salorno, qua vengo accettata e trovo delle persone; in altri paesi ero sempre sola».

KulturZona si augura che il suo possa essere un esempio di buone pratiche per altri comuni, di ispirare futuri progetti del genere e di mostrare la strada affinché la sua esperienza si trasmetta a livello nazionale. E sogna di fare, della cultura, un mestiere.

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