A Roma, aspettando il Trittico

Un appuntamento da non perdere per incontrare un Puccini “raro”. Dirige Daniele Rustioni, regia di Damiano Micheletto
teatro opera roma

Non viene rappresentato molto spesso il gruppo di tre opere, ciascuna in un atto, di Puccini, ossia il "Trittico", la cui prima si svolse al Metropolitan di New York il 14 dicembre 1918. Ci stiamo quindi avvicinando al centenario.

 

Forse anche per questo motivo l’Opera romana ha deciso di ripresentarlo al suo pubblico, dal 17  al 24 aprile. Direttore un artista sensibile come Daniele Rustioni, la regia è affidata alla star, ormai mondiale – è stato appena premiato a Londra per il dittico Cavalleria-Pagliacci insieme ad Antonio Pappano –, Damiano Micheletto. Un cast di tutto rispetto, con Roberto Frontali (Michele e Gianni Schicchi), Patricia Racette (Giorgetta, Suor Angelica), Violeta Urmana (Zita), Ekaterina Sadovnikova (amante, Lauretta).

 

La trama delle tre brevi opere è nota: "Il Tabarro" è uno Zola rivisitato musicalmente nel ventre di una Parigi quanto mai verista, (storia di un adulterio), "Suor Angelica" (storia di una suora, già ragazza madre) indulge a un gusto floreale e intimistico, mentre "Gianni Schicchi" – ben più popolare delle altre due opere sorelle – è una commedia deliziosa, spiritosa, sul personaggio del furfante dantesco, padre della bella Lauretta, ragazza innamorata, cui Puccini regala un’aria emozionante (“O mio babbino caro”).

 

Insomma, colori foschi, pastellati e primaverili, le quattro stagioni (della vita?) musicalmente insieme, grazie anche ai sapienti librettisti Adami e Forzano, grandi amici di un Puccini che qui dimostra scaltrezza tecnica, conoscenza del mondo musicale contemporaneo e bella ispirazione. In particolare nei momenti lirici femminili, che formano il cuore della sua poetica.

 

Un appuntamento da non perdere per incontrare un Puccini “raro”.

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