A proposito di spamming

“Ci arrivano nella posta elettronica, quasi quotidianamente, messaggi non desiderati, a volte decisamente pesanti, di pubblicità di vario genere, compresa quella di siti pornografici. Sono siti che non abbiamo mai frequentato, ma forse avendo visitato siti di interesse tipicamente maschile (tipo motociclismo, finanza etc.) il nostro indirizzo è stato intercettato e passato. C’è un modo per evitare di ricevere tutta questa spazzatura? Una famiglia di Genova Molti di coloro che possiedono un indirizzo email sono quotidianamente afflitti dall’intrusione di messaggi pubblicitari, un fenomeno comunemente chiamato spamming. La spam, contrattura di spiced ham, è un tipo di carne in scatola fornita d’autorità ai soldati dell’esercito americano. Nel gergo Internet si è assunto lo stesso termine per indicare l’invio di messaggi contenenti pubblicità o inviti a collegarsi a siti web (spesso pornografici): messaggi indesiderati e mai richiesti dal destinatario. Giustamente fate notare che non avete mai frequentato quei siti da cui lo spam vi arriva. Ma come sono arrivati allora al vostro indirizzo? Anche noi utenti usuali di Internet vi operiamo spesso ingenuamente, e non ci facciamo problema a lasciare il nostro indirizzo per scaricare un programma, per accedere a un servizio, per iscriverci a una lista o in mille altre situazioni. Dovremmo invece tener presente che ci sono migliaia di aziende specializzate nella raccolta di questi indirizzi che circolano in rete, per venderli poi ad altre società a fini pubblicitari. Una ingenuità “classica” in cui tutti incappiamo all’inizio è segnalare che non vogliamo più ricevere quel tipo di messaggi. Nello stesso messaggio di spam c’è in genere cortesemente indicato come fare: inviare un messaggio di rimozione a un certo indirizzo o inserire la propria e-mail in un’apposita pagina di rimozione. Guai a farlo! Otteniamo solo l’effetto contrario: diamo conferma allo spammer l’esattezza dell’indirizzo che verrà marcato nella sua lista come “affidabile”. In casi come il vostro, in cui potete cambiare senza conseguenze il vostro indirizzo, vi consigliamo di farlo e di adottare successivamente una certa tattica di difesa preventiva. Tenete un indirizzo e-mail privato e uno pubblico. Usate quello privato per la vostra posta personale e quando vi viene richiesto su Internet lasciate sempre e solo quello pubblico. Non controllando la posta di quest’ultimo eviterete che lo spam vi raggiunga. Se potete mantenete aggiornato il vostro browser (cioè il programma che utilizzate per navigare su Internet), perché ne viene continuamente migliorata la protezione contro operazioni di terzi indesiderate. E nei casi in cui è impossibile cambiare indirizzo? È sempre buona norma avvertire il provider (la ditta che vi fornisce la connessione ad Internet) che siete stati oggetto di spam. I provider dovrebbero proteggere le loro macchine con filtri anti-spam e dietro vostra indicazione potrebbero tarare meglio il filtro e segnalare il sito da cui lo spam è partito in un’apposita “lista nera”. Alcuni provider offrono già caselle di posta (in genere a pagamento) in cui l’utente stesso può personalizzare il proprio filtro. Esistono poi filtri anti-spam da installare direttamente sul computer utilizzato. Abbiamo recentemente provato la versione freeware di Spam terminator (scaricabile da www. sertel. net/terminator) e l’abbiamo trovata semplice ed efficace, dotata di una buona documentazione in linea che ne facilita l’installazione. Ma le operazioni di taratura del filtro richiedono sempre un minimo di conoscenze tecniche. Dobbiamo però dire che non esiste protezione che basti! Da anni lo spamming è combattuto anche sul fronte legale (un approfondimento sulla legislazione in materia si può trovare in www.iusreporter. it/Testi/docspamming.ht m)e recentemente, specie negli Stati Uniti, le multe a carico di chi l’ha praticato sono state salate. Anche in Italia si può far ricorso al Garante della privacy qualora lo spamming continui ad essere perpetrato nonostante la dichiarata non autorizzazione da parte del destinatario. In proposito l’autorità garante ha precisato che gli indirizzi di posta elettronica non sono, come tanti finora hanno ritenuto, liberamente utilizzabili da chiunque per il solo fatto di trovarsi in rete (un articolo in proposito si trova in www.interlex.it/675/ tutela/spam158.htm). Sul sito Internet del garante, si trovano i risultati di uno studio condotto negli Usa su come ci si difende dallo spamming, con molti consigli utili (www.garanteprivacy. it/garante/doc.jsp?ID=840 07) e in una recente nota del 3 settembre scorso (www.garanteprivacy. it/ garante/doc.jsp?ID=278411) viene ulteriormente ribadito come lo spamming a fini di profitto sia un reato per cui sono previste sanzioni e, nei casi più gravi, la reclusione. a cura di Paolo Crepaz netone@cittanuova.it

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