A proposito di droghe in un “Paese anormale”
Le vicende politiche italiane ci fanno davvero venire voglia di dire, insieme a Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, «Dateci un Paese normale!». Nei giorni scorsi abbiamo sentito che la Corte costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità di alcuni articoli di una legge del 2006 in materia di droghe.
L’annullamento di questi articoli ha automaticamente riportato in vita le norme che si applicavano prima che venissero scritte quelle che, ora, sono state cancellate (anzi, lo saranno dopo la pubblicazione della decisione, al momento conosciamo solo un sintetico comunicato stampa della Consulta).
L’effetto principale di questa sentenza è che è stata abolita l’equiparazione tra droghe leggere (hashish e marijuana, ad esempio) e droghe pesanti (come cocaina ed eroina). Tralasciamo le conseguenze che questa modifica avrà sul piano delle sanzioni penali.
Cerchiamo di capire perché la Corte ha deciso in questo modo. Il motivo non risiede in una valutazione di tipo sanitario o scientifico (che la Corte non può certamente fare), ma nel modo in cui il Governo dell’epoca (in particolare gli autori della legge, i ministri Fini e Giovanardi) ha assunto questa decisione.
L’equiparazione tra sostanze stupefacenti infatti era stata inserita in una legge che si occupava di una cosa molto diversa, ossia di un finanziamento per le Olimpiadi invernali di Torino del 2006. Cosa c’entravano gli stupefacenti con le olimpiadi? Nulla. E per questo sono stati cancellati. Gli emendamenti relativi all’equiparazione delle droghe erano estranei all’oggetto e alle finalità del decreto e, in ogni caso, per la loro emanazione non c’era lo stato di necessità e di urgenza che la Costituzione esige per giustificare acrobazie di questo genere.
Attendiamo la pubblicazione della sentenza per leggere tutte le motivazioni, ma è certo che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimi quegli articoli in quanto inseriti in palese violazione di norme che disciplinano il procedimento di formazione di un decreto legge.
Rilevo, con amarezza, che purtroppo occorre l’intervento della Corte Costituzionale per farci vedere con maggiore chiarezza le manovre dei nostri politici che non finiscono mai di stupirci per gli scarsi livelli che sanno raggiungere in termini di senso civico e di responsabilità (ma si usano ancora queste parole?). L’abbinamento legislativo tra Olimpiadi e stupefacenti richiede davvero una bella fantasia (diciamo così). Ma noi vogliamo un Paese normale possibilmente senza attendere ancora molto.