A proposito dell’unità della nazione

Nel giorno dell'elezione del presidente della Repubblica proponiamo una riflessione sulla cultura della Costituzione per comprendere il senso dell'esistenza del nostro Paese. Chi lo spacca disprezzando la maestà della legge, chi lo divide in nome di interessi indecenti si pone fuori dall'unità della nazione, ne è anzi il nemico
Bandiera italiana umana

All’articolo 90 della Costituzione si legge: «Il presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità della nazione». La sentenza della Corte costituzionale del 4 dicembre 2012 attribuisce al presidente della repubblica particolari funzioni: «Basti pensare alle attività inerenti ai rapporti diplomatici (art. 87) ovvero al comando delle forze armate (art. 87) e  ancora a tutte quelle funzioni, che se pure non tassativamente individuabili, gli derivano dalla presidenza del Consiglio superiore della magistratura (art.104) o dalla rappresentanza della unità nazionale (art. 87)».

Continua la sentenza: «Il presidente della Repubblica nel sistema costituzionale  italiano […] è stato collocato dalla Costituzione al di fuori dei tradizionali poteri dello Stato e naturalmente al di sopra di tutte le parti politiche. Egli dispone pertanto di competenze che incidono su ognuno dei citati poteri, allo scopo di salvaguardare, ad un tempo sia la loro separazione che il loro equilibrio. Tale singolare caratteristica della posizione del presidente si riflette sulla natura delle sue attribuzioni che non implicano il potere di adottare decisioni nel merito di specifiche materie, ma danno allo stesso gli strumenti per indurre altri poteri costituzionali a svolgere correttamente le proprie funzioni da cui devono scaturire le relative decisioni di merito. La specificità della posizione del capo dello Stato si fonda sulla descritta natura delle sue attribuzioni, che lo differenziano dagli altri organi costituzionali, senza incidere tuttavia sul principio di parità tra gli stessi. Alla luce di quanto detto il presidente della repubblica rappresenta l’unità nazionale (art.87 ) non soltanto nel senso della unità territoriale dello Stato, ma anche e soprattutto nel senso della coesione e dell’armonico funzionamento dei poteri, politici e di garanzia, che compongono l’assetto costituzionale della repubblica».

Mi sono permesso questa lunga citazione perché permette di capire meglio questa formula dell’unità nazionale, che non è un'unità geografica, ma che ha il suo fondamento nella Costituzione, nei suoi princìpi e nei suoi valori. Chi spacca il Paese, disprezzando la maestà della legge, chi lo divide in nome di interessi indecenti, chi lo violenta con la cultura della perversione, si pone fuori dall'unità della nazione, ne è anzi il nemico.

Dunque l’unità nazionale è generata dalla Costituzione e dalla sua fedeltà ad essa. In queste ore si fa il gioco a rovescio e si dice che le larghe intese, che i veti incrociati, che il governassimo rappresentano questa unità. Questo non è vero in termini di numeri e soprattutto non è vero dal punto di vista della Costituzione, che si fonda sull'unità dei valori.

Mai come in questo passaggio la Costituzione deve essere lampada ai nostri passi, e non tatticismi, furbizie, inciuci, veti. La cultura della Costituzione è il contrario della cultura dei veti e chi pone veti si pone fuori dalla Costituzione e dalla sua ispirazione più profonda.

Le tifoserie e i presidenti delle squadre di calcio possono scegliere a loro discrezione giocatori e allenatori, ma il presidente della repubblica deve essere scelto secondo la logica e l’orizzonte della Carta costituzionale. L’unità della nazione è l’unità sulla Costituzione.

E mai come in questa ora drammatica la Costituzione deve essere la bussola per scegliere il candidato più autorevole, più sapiente, più legato ad una visione della repubblica, che sia coerente con la Costituzione, capace di discernere il tempo nuovo che viene, secondo i princìpi fondamentali della Costituzione; il personalismo e il solidarismo.

Un'ultima osservazione: il ruolo europeo e mondiale del nostro presidente della repubblica. È necessario scegliere un candidato di dialogo e di pace, capace di portare nella comunità internazionale quella vocazione alla pace e quel ripudio della guerra che è il sigillo d’oro della nostra Costituzione. Se si esce dai veti, la scelta diventa semplice e rapida. Come tutti gli italiani vogliono. Se qualcuno, nonostante tutto continua nei veti, il Parlamento riunito in seduta solenne con i rappresentanti delle regioni ha i numeri per scegliere il candidato della Costituzione. Basta decidere di decidere.

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