A Pesaro vincono i sentimenti

La 49esima edizione premia il lavoro di Ignacio Rodriguez nella sezione dedicata al Cile e la rumena Alexandra Gulea si aggiudica il riconoscimento Lino Miccichè e il favore della giuria dei giovani. Nostalgia de la luz di Patricio Guzmàn scelta da Amnesty International come miglior pellicola sul tema dei diritti umani
49esima edizione del Festival del Nuovo Cinema a Pesaro

La 49esima edizione di questo straordinario festival si è tenuta coraggiosamente, nonostante i tagli. Ed  è un gran bene, perché la rassegna è qualcosa di unico nel Belpaese – e non solo – da decenni. L’aria è familiare, la giuria  è composta  da professionisti di valore, riconoscibili e simpatici, senza nessun sussiego. Le proiezioni in piazza la sera col grande pubblico hanno un calore umano che fa piacere e riposa. E poi il direttore artistico Giovanni Spagnoletti e  il presidente del comitato scientifico Bruno Torri ogni anno fanno gustare cibi nuovi cinematografici.

Quest’anno il focus era sul Cile, in particolare sul nuovo cinema cileno – anni 20003-2013 –: una visione di lavori sull’intimità di straordinaria introspezione, di asciuttezza linguistica, di ragioni interpretative mai superficiali ma profonde. Siamo in un orizzonte diverso da quello europeo: qui non si ha paura di scavare sul sentimento e le emozioni, quelle più intime e più sane, con tutto ciò che di dolore, smarrimento e speranza vi può essere. Dieci film di raro studio psicologico e sociale.

Uno di loro La chupilca del diablo (2012) di Ignacio Rodriguez, 24 anni, ha avuto la Menzione speciale per aver saputo raccontare il passaggio di consegne tra un vecchio e un giovane in un dramma sottile ma critico sul Cile contemporaneo.

Si diceva di cinema che scava sull’uomo. Forse è per questo motivo che fra i sette film al Concorso premio Lino Miccichè – quattro registe donne e molti ritratti femminili – ha trionfato Matei Child Minter, il film rumeno di Alexandra Gulea incentrato sul piccolo Matei che vive col nonno, scappa di casa, vi ritorna e lo trova moribondo. Portato in una casa famiglia, quando la madre torna dall’Italia per riprenderselo farà la sua scelta di vita.

Un’opera delicata e libera, uno sguardo che indaga la vita con leggerezza, calore, e grande sensibilità per gli affetti. Il film rumeno si è aggiudicato pure il premio “Pesaro cinema giovane” ad opera della giuria composta da dieci giovani, entusiasti di quest’opera coraggiosa.

Infine, il premio “Cinema e diritti umani”, sempre voluto da Amnesty International, è andato al cileno Patricio Guzmàn e al suo Nostalgia de la luz. Una storia molto bella: un gruppo di astronomi in una località deserta e “vicina al cielo” studia l’universo, ma è raggiunto da un altro gruppo di persone che cercano invece qui i resti di gente scomparsa. Forte e surreale, il film non lascia spazio all’irresponsabilità anche di chi lo vede, di fronte all’ingiustizia.

Riuscirà il nostro pubblico a vedere almeno qualcuno di questi film così coinvolgenti? La parola alla fede dei distributori nel cinema nuovo e giovane. Che ogni anno passano per Pesaro fino al 30 giugno per volare nelle sale – almeno come desiderio – del mondo. Intanto, qualcuno sta arrivando a Roma…

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