A Pesaro si fa cultura

L’atmosfera pesarese è sempre fervida e silenziosa. Questo è un festival che non perde tempo in chiacchiere inutili e in mondanità prepagate. Qui, si lavora perché si ama il cinema. Scorre la rassegna dei film di Luigi Comencini, un autore mai abbastanza valutato nel suo rigore e nel suo volto umano. Si scoprono i film dei registi italoamericani contemporanei che, partendo dalle mai rinnegate radici nel Belpaese, fanno grande il cinema Usa. Basti pensare a personaggi come Scorsese, o Francis Ford Coppola. Ma anche ad autori-attori come Steve Buscemi che nel suo apologo Trees Lunge – Mosche da bar racconta il disordine fisico e mentale di un disoccupato che è disagio esistenziale, con un linguaggio crudo e netto. Pesaro indaga da sempre il il cinema nascosto. Quest’anno incontra Ivàn Zulueta, un mago dell’illusione e della voglia di libertà, grande disegnatore dei manifesti del film di Almodovar e autore ribelle e immaginifico: è facile pensare quanto gli debba il cinema spagnolo attuale con i suoi eccessi e le sue visioni. Nel mazzo di eventi piccoli e grandi che accompagnano il festival – corti, libri, conferenze – spiccano i premi. Il premio di Amnesty Italia Cinema e diritti umani va a Tree Comrades – Tre amici della moscovita Masha Novikova per un film durissimo sulla Cecenia che forse in Russia mai verrà proiettato: non si mostra la guerra, ma l’anima di uno dei tre protagonisti sopravvissuti, attraverso cui si drammatizza un conflitto che la gente ha solo subito, una tragedia volutamente oggi dimenticata dai media. Premio Lino Miccichè poi a Famiglia Tortuga di Rubèn Imaz Castro: ritratto di una famiglia messicana, in cui è zio Manuel, malato ma fattivo, a fare da collante alla piccola comunità che sta perdendo i suoi sogni più semplici, quelli dell’amore e dei valori. È una sensibilità vicina al nostro neorealismo, ma, in definitiva, al cinema vero di sempre. Vedremo mai questi splendidi film nelle nostre sale o nelle nostre televisioni, o resteranno riserva degli amatori e dei festival? A Pesaro da anni si lancia una sfida. Avranno finalmente un po’ di coraggio anche i distributori? È quanto ci vuole, perché il cinema è vivo.

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