A Pavia i primi locali “amici delle famiglie”

Nella città prima in classifica per dipendenza da gioco d'azzardo, molti negozianti hanno deciso di adottare la "Carta etica", eliminando dai propri locali le slot machine. E a Milano nascono i "bar senza slot"
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Il nome esatto è “Carta etica”, cioè marchio di qualità per un locale senza slot machine. Pavia è famosa non solo per la sua splendida Certosa, ma anche per essere prima città italiana per dipendenza da gioco d’azzardo. È quindi giusto che proprio da qui parta questo progetto, dopo che tanti cittadini hanno contestato negli anni questo triste primato, fino a organizzare un grande corteo lo scorso anno, un "corteo no slot", al quale hanno partecipato il sindaco, il vescovo Giovanni Giudici e di tantissimi cittadini.

Ora è pronta la Carta etica. Per poterla ottenere ed esporre nel locale bisogna aderire a una serie di regole. In particolare c'è il divieto di possedere slot machine e ogni tipo di apparecchiature legate al gioco d'azzardo e si deve favorire la diffusione nel locale di brochure e materiale di sensibilizzazione su tematiche come gioco d'azzardo, droghe, alcol, dispersione scolastica.

Attualmente sono una cinquantina gli esercenti che hanno aderito e così possono esporre il marchio di qualità che li farà automaticamente diventare esercizi “amici delle famiglie”. Analoga iniziativa di alcuni baristi milanesi che hanno esposto all’esterno del proprio locale la targhetta “bar senza slot”.  

Ha invece suscitato stupore l’accoglimento, in via provvisoria, del ricorso di una sala giochi contro il regolamento del Comune di Milano che fissava l’apertura dei locali dalle 10 del mattino fino al massimo all'una di notte per limitare la diffusione dei casi di dipendenza dalle slot. Una decisione giustificata dal Tar, che non ritiene chiari i motivi per la riduzione dell'orario.

Le limitazioni, spiega l'assessore D'Alfonso, «rappresentano un passo dell'amministrazione per tutelare l'utenza più fragile e più incline a sviluppare vere e proprie forme di dipendenza, arginando per quanto possibile un fenomeno ormai dilagante in grado di generare sofferenze e costi sociali inaccettabili». Ora si ritorna alla vecchia normativa,e il comune si prepara a ricevere 22 ricorsi, tanti quanti sono stati gli accertamenti e i verbali redatti dai vigili ad altrettanti trasgressori che non avevano rispettato il nuovo regolamento. Non prima della metà di marzo, data in cui avverrà la trattazione collegiale in camera di consiglio che porterà a una sentenza definitiva da parte del Tar.

 


 

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