A Genova stranieri al 9,6 per cento
Via del Campo, come via Prè, vico S. Luca o della Maddalena, a Genova vuol dire suq. Incrocio di popoli, di razze, di prodotti e di culture. Di cibi provenienti da ogni parte del mondo. E di sbandati che vendono corpi e droga. Siamo nel cuore del centro storico, dove la città è stata descritta in tante canzoni da De André. Qui, se non fosse che oltre il carruggio c’è il mare, non te ne accorgeresti di essere a Genova. In questo spazio di città convivono stranieri e genovesi, anzi sempre più stranieri e sempre meno genovesi. Ma qual è il rapporto tra popolazione straniera e genovese?
Uno studio diffuso di recente dal comune, che ha analizzato i flussi migratori degli ultimi venti anni, racconta che la popolazione straniera ha raggiunto il 9,6 per cento. E cioè il numero di immigrati stranieri registrati dall'anagrafe di Genova è passato da 6.182 nel quinquennio 1993-1997 a 32.705 nel periodo compreso tra il 2008 e il 2012. Il numero di registrazioni è raddoppiato tra i quinquenni 1993-1997, 1998-2002 e 2003-2007, con un rallentamento negli ultimi cinque anni. Andamento analogo si è registrato nel numero di stranieri nati nel Comune di Genova, che, con 3.890, ha raggiunto il massimo tra il 2008 e il 2012. Mentre nel 2011 la percentuale degli stranieri sul totale della popolazione era del 7,4 per cento, ora raggiunge il 9,6 per cento.
Praticamente un genovese su 10 è straniero. Sono invece in diminuzione le richiesta di ricongiungimenti familiari, il dato riguarda soprattutto persone di nazionalità che probabilmente già si sono stabilizzate sul territorio genovese, come gli ecuadoriani. In diminuzione anche le richieste di permesso di primo soggiorno e di quelli rilasciati per motivi di lavoro. Sono 146 le nazionalità di tutto il mondo presenti a Genova: il 38,9 per cento proviene dall’America centro-meridionale, il 18,7 per cento dall’Europa centro-orientale, il 15,9 per cento dall’Africa, l’11,3 per cento dai nuovi Paesi Ue, il 10,4 per cento dall’Asia, il 3,6 per cento dall’Ue e l’1,1 per cento da altre zone. In aumento anche cittadini provenienti da Romania e Bulgaria, Ucraina, Federazione Russa, Moldova, Bangladesh, Cina, India e Pakistan. Gli studenti stranieri iscritti negli istituti genovesi nell’anno scolastico 2011/2012, sono stati 12.356, l’11,2 per cento del totale.
L’età media della popolazione di cittadinanza straniera è di 12 anni più bassa di quella degli italiani. Imponente il valore annuale delle “rimesse in patria” degli stranieri, un volume complessivo stimato di 195 milioni di euro che dalla Liguria “vola” all’estero. Anche nelle altre provincie liguri, i cittadini provenienti dall’estero sono in crescita. A Imperia passano da 18.800 del 2011 a 20.395 del 2013 con un aumento del 7,2, a Savona da 19.590 a 21462 più 8,3. A La Spezia l’aumento è anche qui dell’’8,3 e cioè da 14.500 si passa ad un totale di 15.705 a fine 2013.
La Liguria è tra le regioni italiane, che ha la popolazione più anziana. Si fanno sempre meno figli e nelle famiglie è forte la presenza di disoccupati. Certamente gli stranieri contribuiscono a ringiovanire le statistiche, ma aggravano comunque il problema occupazione. Se da un lato la badante straniera assicurava una custodia agli anziani, ora per causa della forte crisi economica, tanti anziani non se la possono permettere più. Così per i lavori in agricoltura, le braccia sono disponibili, ma lo stipendio meno. Le serre, gli uliveti, gli ortaggi richiedono manodopera e tanta, quello che manca è il denaro per far girare l’economia delle aziende. E allora tante coltivazioni vengono ridotte, con enorme spreco di aree coltivabili, e ridotte alla conduzione familiare, senza più cercare manodopera all’esterno.