A dorso di un cammello
Basta il nome per aprire l’immaginazione su sconfinati scenari naturali. Il nome “via della seta” condensa secoli di storia che hanno segnato il destino di popoli e culture: attraversamenti carovanieri e rotte commerciali che congiungevano l’Asia Orientale, in particolare la Cina, al vicino Oriente e al bacino del Mediterraneo. Vi transitavano carovane di cammelli carichi di seta, prezioso materiale di cui la Cina ha conservato a lungo il segreto della lavorazione.
Oggi si possono trovare ancora tracce dei popoli, delle idee e delle merci che l’hanno “modellata”. È un percorso a ritroso, ma senza tempo, quello che ci racconta la mostra fotografica di moderni carovanieri che, per oltre un anno, hanno segnato sulle mappe le vie da seguire, cercando di capire perché i cammelli asiatici siano più resistenti dei dromedari, o quale sarebbe stata la stagione migliore per attraversare il deserto del Gobi e Taklamakan. In 90 foto i volti dolci e pieni delle ragazze di Tajika, i mercati con il loro fluttuante mare di sete rosse, le ombre dei carovanieri proiettate sulla sabbia del deserto, i templi buddhisti o l’ingresso superbo a Samarcanda.
L’ultima carovana sulla via della seta, Roma, Mercati di Traiano, fino al 15/4.