A cuore aperto

Ornella e Rosaria A volte rifletto su quanto dolore c’è nel mondo. Davvero un mare di angosce, desolazioni! E mi nasce nel cuore un amore tenero per l’umanità insieme a un desiderio: essere una spugna che assorbe qualcosa di questo dolore per poi seminare fiducia, serenità. Come quella volta con Ornella, una signora giovane, che conoscevo spigliata e brillante. La sua tragedia? Da anni lotta con un tumore, ha subìto varie operazioni ed è costantemente sotto cura. Non ce la faccio più – si sfoga con me -: ho perso la fiducia in tutto e in tutti, sono arrabbiata con me stessa e anche con Dio… non so neppure se ci credo ancora!. Cerco di farmi vuoto di ogni altro pensiero per ascoltarla fino in fondo: così facendo, la sento sciogliersi a poco a poco. E racconta, racconta… Nella confidenza a cuore aperto stabilitasi tra noi, con poche pennellate accenno alla mia storia, alle prove sofferte per la mia cecità. In questo scambio di dolori che ci affratella, Ornella sembra vedere anche la sua situazione sotto un’altra luce. Sai – confida -, mi hai sempre incuriosito: non so come tu faccia ad essere sempre tranquillo e sorridente… Dimmi, hai qualche segreto?. Le racconto della mia amicizia con Gesù. So che lui mi ama immensamente ed io come un bambino pieno di fiducia mi lascio guidare. Ornella ascolta placata. Poi: Devo imparare anch’io a fare così… Voglio conoscere meglio Gesù, cominciando col leggere la sua Parola. Ti farò sapere poi come va. Prima di andarsene, mi annuncia che fuori del mio studio la sta aspettando una sua collega.Vuol farmela conoscere: Raf, ti raccomando! conclude, quasi a dirmi: speriamo che le avvenga quello che è avvenuto in me. Dopo le presentazioni, mentre invito Rosaria ad entrare ho come l’intuizione che qualcosa l’abbia aiutata a ben disporsi: si è appena seduta, infatti, che comincia a parlare già in piena confidenza: Avevo sentito tanto parlare di lei, ma poco fa, vedendo il viso trasformato della mia collega, ho avuto la conferma che ho fatto bene a venire…. Anche lei, vengo a sapere, è malata di tumore; operata più volte, ha ormai metastasi per tutto il corpo che stanno arrivando al cervello: Padre, ho paura, non voglio morire!. Di fronte all’angoscia di Rosaria, devo sgombrare cuore e mente di quanto riguarda l’incontro con Ornella, per tuffarmi nel tunnel presente. E cerco parole più calde ed amichevoli. Con semplicità, racconto anche a Rosaria la mia, anzi la nostra storia: non per nulla quella della croce è una strada obbligata che ci trova l’uno accanto all’altro, più disposti a condividere gioie e dolori. Lei ascolta avidamente. Grazie – dice alla fine -, ora mi sento più sicura… anzi, per dare un senso alla mia vita, voglio accettare il dolore e con amore offrirlo a Lui; essere anch’io sua testimone e diffondere serenità e pace. Dopo il colloquio, si unisce di nuovo a noi Ornella.Come dei bambini ci sorprendiamo a scherzare, a fare battute fino a scoppiare in una sonora risata. Le ringrazio anche per questo. Il sorriso – commento – è come il sole che illumina riscalda. È proprio vero – approvano entrambe -: è la prima vera medicina! . E allora – propongo col mio fare scanzonato – mettiamoci insieme: potremo fare gli Ospedali Riuniti!. Dopo i saluti Ornella e Rosaria lasciano dietro di sé un senso di gratitudine e di leggerezza. Io sono ateo! Una parrocchiana di quelle assidue tutte le sere si lamenta con me: Mio marito non viene mai in chiesa ed io non riesco a portarcelo . Lascialo stare – le dico -, verrà il suo momento… Tu intanto prega e dà la tua bella testimonianza di vita cristiana. Un giorno, riecco la signora in compagnia stavolta del marito: mentre lei sprizza gioia da tutti i pori (crede forse di averlo convertito?) lui è venuto solo per delle pratiche burocratiche: non avendo trovato l’addetto alla segreteria e neppure don Dario, si sono rivolti a me. Come al solito la mia accoglienza è calorosa. Con la signora basta una stretta di mano e ciao. Il marito, freddo e distaccato, mi porge la sua con l’avvertenza: Io sono ateo!. Senza scompormi, gli replico: Ed io sono Raffaele!. A differenza della moglie, rimasta un po’ mortificata dall’uscita del marito, lui sembra divertito alla mia. Ma lo sai – proseguo – che hai un bellissimo sorriso!. Una frase che lo spiazza, ben sapendo che io non ci vedo: fatto sta che tra noi ormai è rotto il ghiaccio. Che importa che sei ateo? Sono fatti tuoi… a me invece sembri un tipo con tante doti!. Finisce per rimanere letteralmente conquistato. Adesso è lui a venire sempre in chiesa (chissà poi perché?). La moglie, invece, la vedo meno spesso. Trucco e moda Me l’avevano descritta come un tipino un po’ troppo disinvolto nel modo di vestire… In effetti, quella che mi si presenta una sera potrebbe apparire una ragazza vuota, vanitosa e senza ideali. Ma io che cerco di guardare il cuore, l’accolgo con simpatia e cerco di metterla a suo agio. Siccome ciò che più le interessa riguarda la moda, colgo questa come un’occasione preziosa per entrare in sintonia con lei Moda, secondo me, non significa scimmiottare un modo di vestire che va per la maggiore. È uno stile che può aiutare ad esprimere meglio quello che sei, che vali e che sai: la tua vera personalità. A questo esordio la ragazza si fa seria, poi comincia a porre domande impegnative. È importante aver cura della propria persona per essere più amabili e accetti agli altri… proseguo. Al che si apre ad un bel sorriso e aggiunge che trova molto interessante il discorso. La vedeste adesso! Ce n’è voluta di pazienza, ma ne è uscita un tipino garbato, fine, sorridente, che attira le simpatie di amici ed amiche che non la segnano più a dito per prendersi gioco di lei, ma le vogliono un mondo di bene. E quell’altra diciassettenne imbevuta di profumi, ma distaccata e fredda? Con lei sono stato fortunato perché ci ho messo poco a smontarla: le ho detto solo una frase affettuosa che l’ha fatta sentire importante: Mi dicono che sei molto simpatica, che ci tieni molto all’eleganza…. E lei, assai lusingata: Certo! Amo truccarmi e per questo impiego ore. Sai – aggiunge – noto che tutti mi guardano, io però non so se è perché mi ammirano o perché mi prendono in giro . Prendo la palla al balzo: Forse hai ragione, non sempre riusciamo a suscitare l’ammirazione degli altri perché diamo loro il meglio di noi… Senti, in confidenza posso dirti una cosa? Mi sembri fin troppo seria. Perché non provi a sorridere un po’? Come mi ha detto una bambina di appena sei anni, il sorriso è come un raggio di sole che nasce dal cuore quando c’è l’amore! Bello, vero? Perciò, mia cara, impara anche tu a sorridere: ti si illumina il viso, diventi più bella… e poi sai quanti ragazzi ti correranno dietro? Inoltre risparmieresti tempo e denaro!…. Disorientata, la ragazza prima scoppia a piangere; poi, abbozzando un sorriso: Ci sto! Voglio provare, anche se per me non sarà facile!. A questo punto, a sorpresa, lei comincia a raccontare una sua piccola tragedia: finché, completamente risollevata, mi ringrazia felice. Le suggerisco di andare nella toilette accanto per mettersi un po’ in ordine: le lacrime abbondanti, infatti, facendo sciogliere il trucco le hanno sporcato non solo il viso, ma anche il vestito! Grata, vorrebbe scoccarmi un bacio, ma rinuncia per non sporcarmi. Quindi vola via leggera come una farfalla.

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