A caval del suo caval Giacomino se ne va…
Il cavaliere Giacomino sul suo cavallo baio si teneva stretto alla sella mentre cavalcava nella foresta.
Un vento impetuoso lo afferrava e voleva sbalzarlo giù: era il solito incantesimo di mago Burron, ma comunque avrebbe salvato la principessa Mariettina e lo avrebbe fatto anche a costo della vita.
Il vento imperversava su tutta la foresta e tentava di piegare con la sua furia anche le querce più robuste.
Giacomino si fermò un momento e decise di usare l’astuzia. «Allora, vogliamo discuterne un momento?».
La tempesta si placò e da lontano si sentì la voce roca di mago Burron: «Nessun cavaliere si è mai sognato di discutere con me… Cosa vuoi tu, ingenuo giovanotto?».
«Cosa ci ricavi a mandarmi ’sto guazzabuglio naturale? Diventi forse più potente? La tua cattiveria ti ha portato grandi guadagni? Io faccio il cavaliere di professione, ma questa volta la faccenda è seria. Io e la Mariuccia ci vorremmo sposare e nessuno ci farà cambiare idea. Quindi non capisco questo tuo insistere».
«Dove c’è qualcuno che ha buoni progetti, io arrivo e glieli scombino. È la mia professione, come tu fai il cavaliere, difensore dei deboli!».
«Beh, allora provami che sei forte e battiti con me, senza magie però, altrimenti sei un codardo!».
Giacomino e Burron incrociarono le spade con grande abilità, Giacomino fu ferito, ma non lanciò neppure un urlo, continuando a lottare finché anche Burron cadde a terra, con uno scuarcio a una gamba.
«Va bene cavaliere, hai vinto! Ma perché io dovrei essere onesto e non perseguitarti più?».
«Perché ti invito al nostro matrimonio e quando avremo dei bambini verrai a giocare con loro. Credimi, è meglio che fare il malvagio a vita e non avere nessuno che ti tenga compagnia da vecchio».
E il mago concluse che ne valeva la pena. Come è strana e divertente la vita!