A Caux il dialogo continua
Maria Voce invitata al convegno promosso dalla fondazione elvetica "Initiative et Changement" interviene sull'Economia di comunione.
Salendo in auto da Montreaux, immersi in un panorama mozzafiato si arriva a Caux, piccolo villaggio svizzero che si affaccia sul lago di Ginevra, a circa 1000 metri sul livello del mare. Nel suo monumentale castello, oggi trasformato in hotel, si è svolto dal 12 al 17 agosto il convegno internazionale dal titolo “Fiducia e integrità in una economia globalizzata”, promosso dalla fondazione svizzera "Initiative et Changement", una Ong che opera a livello internazionale per la prevenzione dei conflitti, il dialogo interculturale e la fiducia tra i vari soggetti sociali al di là delle differenze. Sei giorni di dibattito e approfondimento, in cui personalità del mondo dell’economia, imprenditori sociali, rappresentanti di Ong provenienti da tutto il mondo, hanno cercato di “esplorare nuove vie per una economia mondiale più giusta”.
Vi hanno partecipato persone provenienti dai cinque continenti all’insegna di quello che è definito lo "spirito di Caux", sinonimo di amicizia, collaborazione, sforzo condiviso nel cammino verso la fraternità universale.
Nel 2003, invitata dal presidente Cornelio Sommaruga, era intervenuta Chiara Lubich, sul tema “Possono le religioni essere partners sul cammino della pace?”
Per rispondere alla sfida senza precedenti emersa dopo l’11 settembre, “il contributo delle religioni è decisivo”, aveva affermato allora Chiara. E aveva proseguito narrando la sua esperienza personale, la scoperta di quell’arte di amare che ha radici nel Vangelo, e che porta ad un amore che non conosce "alcuna forma di discriminazione".
Lavinia Sommaruga (figlia dell’allora presidente), attiva nel campo dello sviluppo sostenibile e della promozione dei diritti umani è stata promotrice dell’incontro rivolto a giovani, studenti, imprenditori, economisti. Toccata dalla figura e dalle idee di Chiara ha sentito di dover preparare la venuta dell’attuale presidente del Movimento dei focolari, Maria Voce, per poter continuare il dialogo allora iniziato e per far conoscere l’esperienza dell’Economia di comunione alle persone presenti. "L’EdC: strumento a servizio dell’uomo verso un mondo unito" è stato il titolo dell’intervento di Maria Voce, che ha proposto un ritorno ai valori etici e ad una cultura del dare piuttosto che quella dell’avere e possedere, richiamando la necessità di un radicamento “in valori umanistici ed evangelici” perché non si riduca a semplice utilitarismo ed efficienza. Ha poi aggiunto: “C’è una globalizzazione che va nella direzione del piano d’amore di Dio per l’unità e la fraternità della famiglia umana”, ricordando come il dare sia “una cultura ed un’arte”.
Nello svolgersi del tema Maria Voce ha chiarito le peculiarità dell’EdC che ha alla base "un concetto semplice, affascinante, estremamente efficace – e perché non dirlo – rivoluzionario!
Le aziende che accettano questa filosofia mettono in comune i loro profitti in tre modi: una parte per i poveri, per chi è nel bisogno, una seconda parte per la formazione di uomini e donne preparati alla condivisione e la terza parte per il reinvestimento nello sviluppo dell’azienda che potrebbe-dovrebbe diventare una comunità di persone legate tra loro da rapporti veri”.
Ha continuato raccontando l’esperienza delle circa 800 aziende collegate e dei poli industriali come testimonianza della validità di ciò che stava esprimendo.
Un grande eco ha avuto anche l’annuncio delle più di 200 tesi di dottorato e testi accademici scritti su questo argomento. Concludendo, la presidente dei Focolari ha affermato: “L’economia è chiamata a sedersi al tavolo dove sono presi decisioni importanti, e l’Economia di Comunione non può mancare a questo appuntamento con la storia”. Infine una mezz’ora molto partecipata di domande e risposte.
Nel pomeriggio visitando il centro ed attraverso testimonianze dirette si è potuta cogliere l’opera di ricostruzione morale e concreta operata nel dopoguerra in Europa e negli anni seguenti nel mondo intero. "Dopo la guerra avrei voluto che la Germania scomparisse dalla faccia della terra e sentendo che a Caux stavano arrivando i primi profughi tedeschi stavo uscendo da questo centro, quando uno dei fondatori mi ha detto: ‘Puoi immaginarti in futuro un’Europa senza questo popolo?’. Sono stata tre giorni in camera senza mangiare ed alla fine sono riuscita a perdonare", raccontava una giovane sposa a cui i nazisti avevano anche fucilato il marito.
Nella conoscenza e nello scambio reciproco è diventato sempre più chiaro che "Iniziative e Cambiamento" e il Movimento dei focolari condividono obiettivi simili e possono aiutarsi a vicenda, come diceva Lavinia Sommaruga, "nell’affrontare le questioni di vitale importanza che il mondo di oggi deve affrontare".