A caccia di mostri
Quanto piace ad Hollywood il regno dei mostri, siano gorilla o squali. Come nel film in sala Shark il primo squalo. Il motivo è semplice: ci vorrà un eroe – americanissimo – a vedersela con lui e a sconfiggerlo. Lo spirito dell’avventuriero libero da schemi e vittorioso sul male è sempre vivo negli Usa. Prova ne sia che anche Scorsese sta per girare un film sulla giovinezza di Giulio Cesare (anche se sarà ben altra cosa…). Comunque sulla scia di gorilla e di raptor alla Jurassik Park adesso ritornano gli squali, anzi uno squalo preistorico creduto estinto, il Megalodonte che sta ben sotto la Fossa delle Marianne. Il genere continua, dopo il lancio nel 1965 con Moby Dick seguito nel 1975 da Lo squalo, nel ’77 da L’Orca assassina, nel ‘97 da Anaconda e simili.
Che dire del film diretto astutamente da Jon Turteltaub, campione d’incassi negli Usa? Che è un trhiller orrorifico – o almeno vorrebbe esserlo – anche se di spavento ce n’è poco. Forse ci siamo troppo abituati da restarne indifferenti? Non lo è il protagonista Jason Statham (Jonas Taylor) che ha vissuto davvero con gli squali e che vive nel pessimismo per non esser riuscito a salvare dal mostro alcuni compagni nel sommergibile attaccato dal gigante marino cattivissimo. Che nessuno crede esista. Lui è dunque solo, isolato, depresso. Eppure il mostro attacca una base oceanografica cinese e allora il nostro viene prelevato dall’esilio volontario a salvare l’umanità. Le fasi della lotta sanno di già visto, ma a parte la bellezza delle riprese sottomarine, di particolare c’è l’indagine sulla personalità di Jonas che viene invitato da una graziosa scienziata cinese (love story in arrivo) a non essere pessimista ma a vedere il positivo dentro di sè, per scuotersi e aiutare gli altri. Mica male per un film agostano che può piacere tanto ai ragazzi, un po’ meno ai bambini.
Anteprime
Mamma mia! Ci risiamo
Guardatelo pure, se volete, il sequel del primo sgargiante film con Meryl Streep. Che qui non c’è se non in un frammento. Per il resto tranne Cher, nel ruolo improbabile della nonna Ruby, a ritirare su il morale di un prodotto lussuoso e fatto per adolescenti al primo amore – con tocchi buonisti – di originale c’è poco. Cast ricco ma dalla recitazione poco impegnata. Nonostante le musiche degli Abba lo scintillio è prevedibile, la fotografia da cartolina, ma i dialoghi sono talora imbarazzanti. Zucchero filato. Ma ad alcuni o molti piacerà. Esce il 6 settembre.