A caccia di buone notizie

Comincia oggi la Settimana delle buone notizie. In questa seconda edizione della campagna racconteremo fatti, storie ed esperienze legate al mondo del lavoro  
Seconda edizione della campagna "Good news"

A Pisa una piccola azienda rifiuta una commessa per la fabbricazione di armi nonostante ai suoi venti dipendenti quel lavoro serva. Eppure continuano ad insistere nel campo delle energie alternative sperando che il governo semplifichi le pastoie amministrative.


Una cooperativa agricola sceglie di uniformare lo stipendio di tutti per recuperare sul bilancio negativo. Dopo qualche mese, la situazione è ancora critica e uno degli operai sceglie di dare parte della sua paga a chi quel mese era più in difficoltà. Poi cominciano a decollare nuove idee: una fattoria didattica, la vendita online dei prodotti, l’investimento esclusivo sul biologico. L’innovazione e le scelte solidali prospettano inattesi profitti.

Dar voce a queste storie e alle persone che nel nostro Paese, spesso in silenzio e senza clamore, costruiscono bene, solidarietà in un ambito critico come quello del lavoro è quello che vorremmo proporre per la seconda edizione della campagna “Good news”. Ideata a Loppianolab nel settembre del 2011 con tanti amici di Città Nuova appassionati d’informazione, l’iniziativa ha aperto i battenti a maggio dello scorso anno, riscuotendo un discreto successo. L’invito a raccogliere e dar visibilità alle buone pratiche è stato accolto con grande favore dai nostri lettori, che ci hanno inviato tante testimonianze, storie, indizi. Loro stessi, poi, hanno sollecitato i giornali locali a dare spazio a rubriche o a notizie che non avessero solo violenza e cattiveria come tinte preferite.


Il Corriere della Sera con il suo vicedirettore Giangiacomo Schiavi ha raccolto la proposta e da una rubrica sul quotidiano cartaceo è passato a un blog dedicato alle Buone notizie. L’esigenza di notizie positive è testimoniata anche dalla rubrica curata da Piero Damosso per il Tg1, che da tempo dedica uno spazio alle buone prassi di associazioni, cooperative, gruppi di volontari. Maria Terragni, editorialista di IO donna, sul numero 18 di aprile definisce «servizio pubblico» il «cercare con determinazione quelle poche good news e fare loro una grande propaganda. Offrire a tutti un po’ di sollievo, un filo di fiducia».


Tanti segnali indicano che serve anche un’altra informazione. Ed è un’Italia capace e generosa, in grado di ingegnarsi e creare occupazione e prospettive di futuro, innovativa anche nella crisi, quella che vogliamo raccontare nell’edizione 2013. Italiani nativi e no, che pur vittime della disoccupazione e della precarietà non si arrendono e scelgono con coraggio il cambiamento, la solidarietà, il positivo.


Ecco cosa vorremmo trovare nei media dal 13 al 19 maggio. Segnalateci le vostre idee, proposte e fatti a redazioneweb@cittanuova.it e invitate i media a voi vicini a raccogliere la sfida di occuparsi di questi temi con parole e immagini che sappiano raccontare e promuovere il nuovo.

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