A Bangkok con fantasia
Ogni espediente è buono per muoversi restando a galla nella città allagata ormai da oltre un mese.
La più grande inondazione che la Thailandia abbia subito a memoria d’uomo ha colpito 62 province del Paese asiatico, costringendo più di tre milioni di famiglie a sfollare. Oltre 60 milioni di tonnellate di riso sono andate perdute. Eppure nessuna protesta si è levata, mentre si è attivata tanta solidarietà.
Resta assai difficile prevedere quando tornerà la normalità. In realtà, Bangkok è stata bene attrezzata per favorire il deflusso delle acque, tant’è vero che a partire da circa un secolo fa una fitta rete di circa duemila chilometri di canali è stata scavata per questo e, più di recente, sono state installate potenti idrovore; ma ciò non ha impedito che molti milioni di metri cubi sommergessero la parte ovest della capitale.
Davanti a così pressanti emergenze colpisce assistere a tanti episodi di solidarietà. Non si notano proteste, anche se molte famiglie hanno la casa inondata ormai da un mese. Si sopravvive aiutandosi con le molte barche a disposizione e con ogni mezzo di fortuna.
Per garantire la sopravvivenza le persone valide lavorano fino a 15 ore al giorno. Migliaia di anziani e bambini vengono accolti e sfamati nei monasteri buddhisti.
Emerge insomma il volto migliore della Thailandia e del suo popolo meraviglioso.