A.A.A. comunione cercasi
Nei giorni successivi all’apertura del “fagotto permanente”, il 10 maggio scorso al Polo Lionello Bonfanti, al posto della cerimonia, del discorso inaugurale e del buffet, circolava invece una lista che recitava: abbigliamento uomo, donna e bambino, coperte, viveri a lunga scadenza e giocattoli per bambini. Destinazione: le popolazioni dei paesi balcanici colpiti dalle recenti alluvioni. «Altro che celebrazioni e inaugurazioni – spiegano gli organizzatori, tutti volontari, che hanno lavorato all’allestimento dei locali e al conferimento degli articoli –, Il fagotto è un tentativo di risposta alle necessità della gente vicina e lontana e quindi è stato logico rimboccarsi le maniche per questa prima emergenza: fra qualche giorno partirà da Loppiano un furgone diretto in Croazia per la consegna dei viveri e generi di prima necessità che abbiamo raccolto».
La novità è che non è più un appuntamento “una tantum”, a seconda della disponibilità di beni e di tempo di chi se ne occupa, ma permanente. Ha una sede stabile ed è aperto due pomeriggi la settimana, il mercoledì e il sabato dalle 15.00 alle 18.00.
«Lo scopo di questa forma di solidarietà concreta va ben oltre la raccolta dei beni materiali – continua Roberta Menichetti, del team che coordina l’iniziativa–, si tratta di generare fiducia, muovere i beni, far circolare energie, idee, tempo; insomma in quest’onda lunga della crisi oggi la parola d’ordine è condividere».
Azioni che mirino a sensibilizzare ad una più equa ridistribuzione dei beni non sono certo una novità. Si parla ormai da tempo di economia della condivisione e sono molte le forme in cui viene declinata: dalla sharing economy al baratto, alle varie banche del tempo, fino ad arrivare al fenomeno del crowd founding o alle diverse categorie di oggetti condivisi,: dall’automobile allo scambio delle abitazioni a scopo vacanze. Da questo variegato elenco si evince che molte e molto diverse sono le interpretazioni possibili attraverso la lente della collaborazione e della condivisione.
«Il fagotto allestito in uno dei locali del Polo Lionello Bonfanti al Burchio, nei pressi di Loppiano, punta a fare della condivisione e della ridistribuzione dei beni molto più di un aiuto una tantum per chi si trova in necessità; bensì promuove uno stile di vita volto alla cultura del ‘dare’ sia per chi dà che per chi riceve».
Un circolo virtuoso
Promosso dall’Associazione Lionello Bonfanti per un’economia di comunione, in collaborazione con il Movimento Umanità Nuova, il fagotto permanente ha origini lontane. Si deve riandare alla metà degli anni 40 a Trento, quando Chiara Lubich e le ragazze che con lei hanno dato vita alla prima comunità dei Focolari ammonticchiavano al centro di una stanza alcuni indumenti di cui ciascuna si era privata per poi ridistribuirli ai poveri della città. Non si tratta quindi di un mercatino e non è neppure un baratto: come quel primo “mucchio” di abiti (da qui il termine “fagotto”), anche l’odierno fagotto vuol essere uno spazio di comunione, dove dare e ricevere hanno lo stesso valore. Si tratta di un punto di transito e d’incontro tra chi ha da condividere beni e chi ha necessità: da capi di abbigliamento all’arredamento per la casa, a libri, piccoli utensili, giochi e molto altro.
«È prima di tutto un punto d’incontro – spiegano gli organizzatori –, un modo per fare squadra soprattutto ora in tempo di crisi, facendo incontrare chi ha qualcosa da offrire con chi ne ha bisogno. Con il vantaggio etico, sociale e ambientale di dar vita a un circolo virtuoso, mettendo in comune tutto, dai beni di prima necessità ai vestiti dei bambini, dal proprio divano alle proprie conoscenze. E sperimentare al tempo stesso nuove forme di socialità, vivendo i rapporti interpersonali come vere risorse che generano comunità e solidarietà sociale».
«Non è un caso che ad ospitare l’iniziativa abbia voluto essere il Polo Lionello Bonfanti – ribadisce Eva Gullo, imprenditrice e presidente della EdiC spa, società che gestisce il Polo Bonfanti –, essendo questo spazio “casa” di tutti i componenti dell’Economia di Comunione (EdC) esso ha fra le sue motivazioni più forti quella di diffondere “la cultura del dare”, ovvero la possibilità per ciascuno di contribuire al benessere sociale a partire da se stessi, in quanto ci richiama a rivedere ciò che possediamo e se qualcosa fosse in eccesso o inutilizzato, lo possiamo mettere in comunione. Ma anche chi fosse in necessità contribuisce in maniera sostanziale a questo stile di vita improntato sulla reciprocità, facendo presente ciò di cui ha bisogno, per essere aiutato dal sovrappiù degli altri».
Infine l'esperienza del fagotto permanente non vuol essere solo uno spazio di distribuzione, bensì un’occasione per iniziare a lavorare capillarmente sul territorio insieme ad associazioni, enti e chiunque voglia dare, per diffondere una cultura nuova anche attraverso appuntamenti di formazione e sensibilizzazione, eventi itineranti o workshop.
Info: www.pololionellobonfanti.it/