Non solo i figli crescono

Se la coppia è in salute anche la famiglia sta bene: l'evoluzione dei rapporti fra i genitori e in relazione ai figli
Foto Pexels

Raffele Mastromarino, analista transazionale, ha prodotto un lavoro molto interessante che parte da una premessa fondamentale: si può essere buoni genitori, ci si può prendere cura dei figli in maniera efficace a condizione che si sia in grado di prendersi cura di sé stessi. Questo porta la coppia quindi a chiedersi: in che maniera ci stiamo prendendo cura di noi come singoli individui e come coppia?

Spesso la cura dei figli travolge i genitori che sono così proiettati verso i figli da dimenticare sé stessi e la loro relazione. Occorre quindi un’inversione di tendenza e Mastromarino suggerisce, quindi, ai genitori un lavoro su sé stessi per ogni fase di sviluppo dei loro figli a partire dallo stadio dell’esplorazione, poi della prima separazione, quello della socializzazione, della scolarizzazione e della costruzione delle competenze, fino a quello dell’adolescenza per approdare, infine, a quello del giovane adulto.

L’intuizione geniale di R. Mastromarino è stata quella di esaminare per ogni stadio evolutivo del figlio i bisogni del figlio in quello stadio, i suoi compiti, ciò che il figlio deve imparare in quello stadio, ma anche il compito del genitore rispetto a quello stadio (cioè ciò che un genitore deve trasmettere al figlio a seconda dell’età del figlio) e infine ciò di cui il genitore stesso ha bisogno per assolvere al compito di prendersi cura del figlio.

Il primo stadio è quello che va da 0 a 6 mesi ed è lo stadio dell’esistere. In questo stadio il bisogno del bambino è esistere. Quindi il compito del genitore riguardo al figlio da 0 a 6 mesi è dare al bambino il permesso di esistere. Quando si parla di permessi in questo caso si parla di comportamenti verbali e non verbali che il genitore può avere nei confronti del figlio per permettergli appunto di esprimere i suoi bisogni.

Nello specifico in questa fase avere il permesso di esistere significa per il bambino piccolo poter sperimentare di essere accolto così com’è, nei suoi bisogni di essere nutrito, accudito, toccato, visto. Specularmente un genitore di un bambino che va da 0 a 6 anni ha bisogno di far propri gli stessi permessi ad esistere che invia al figlio e quindi di aver cura anche lui di sé come fa riguardo al figlio in vari modi, per esempio, curando la propria alimentazione, ristrutturando i propri tempi e modi di riposarsi.

Poi arriva la fase che va dai 6 ai 18 mesi chiamata stadio dell’esplorazione, in questo stadio i bisogni del figlio sono quelli di sviluppare la propria consapevolezza nel fare le cose. Quindi il compito di un genitore riguardo al figlio in questo stadio è dare al figlio il permesso di fare, di dirgli cioè: va bene che tu vada per il mondo, a esplorare sapendo che allo stesso tempo qualcuno, quando tu vuoi, si prende cura di te.

Di conseguenza in questo stadio il bisogno del genitore e il compito verso sé sarà quello di far propri gli stessi “permessi di fare” che si inviano al figlio. Prendersi cura di un bambino che esplora può essere veramente stancante; per questo è importante che il genitore periodicamente si distragga e abbia sostegno: riposandosi, nutrendosi e procurandosi ciò di cui ha bisogno magari.

Segue lo stadio che va dai 18 mesi – 3 anni o stadio della prima separazione. È la fase in cui il figlio ha il bisogno di sapere che va bene spingersi, rischiare, provare, scoprire limiti, dire di “no”, diventare separati. E di conseguenza il compito dei genitori riguardo al figlio è dargli il permesso di sperimentare ed esaminare, scoprire i propri limiti, dissentire e diventare una persona separata da sé. Di conseguenza in questo stadio il bisogno del genitore e il compito verso sé è quello di far propri gli stessi “permessi di pensare” che si inviano al figlio. 

Poi c’è lo stadio dai 3 – 6 anni o stadio della socializzazione, dell’identità e dell’immaginazione. Durante questa fase di sviluppo il bambino ha un particolare interesse all’altro sesso, alla potenza, e all’impotenza, alla fantasia e alla realtà, alla creazione e alla distruzione, alla malattia e alla salute.

Quindi il compito dei genitori riguardo ai figli è dare dei permessi per affermare il proprio potere e la propria identità, per dire che va bene avere una propria visione del mondo, va bene esplorare chi si è e scoprire come si è fatti, va bene esprimere in modo diretto quello che si sente. E quali saranno i bisogni dei genitori e “compiti” verso di sé? Si tratterà di far propri gli stessi permessi per affermare il proprio potere e la propria identità che inviano al figlio.  

Da 6 a 12 anni a seguire c’è lo stadio della preadolescenza, della creatività, della costruzione e dell’essere competenti. In questa fase i bisogni del figlio sono relativi alla strutturazione del tempo, ai contatti e la pressione del gruppo dei pari, alla definizione della realtà, alla relazione con l’autorità, all’elaborazione dei giudizi e all’affrontare comportamenti appropriati.

In questa fase il compito dei genitori riguardo al figlio è di dare i cosiddetti permessi per la struttura, cioè va bene fare le cose a tuo modo, va bene pensare prima di far diventare tua una regola, va bene che sia in disaccordo con me (che esprima pareri contrari), va bene che abbia i tuoi principi morali. 

In questo stadio i bisogni dei genitori e “compiti” verso di sé sono di far propri gli stessi “permessi per affermare la propria struttura” che inviano al figlio, risolvendo i problemi di fare le cose a proprio modo seguendo i propri principi e la propria morale.

Si arriva infine agli ultimi stadi: quello dell’adolescenza e separazione (12-19 anni). In questa fase si ripetono gli stadi precedenti ad un livello più sofisticato e si ha il bisogno di decidere che va bene crescere, essere sessuali ed avere successo.

I compiti dei genitori riguardo ai figli riguarda il dare permessi di essere sessuali e di separarsi. Cioè: va bene che tu abbia una tua identità sessuale, che abbia un posto tra gli adulti e che abbia successo. Va bene che sperimenti e conosca la tua identità. Va bene che tu sia come ti piace essere. Quando andrai via di casa sarai sempre il benvenuto quando ritornerai. Ti voglio bene e il mio amore ti seguirà ovunque tu vada.

Rispetto a sé stessi parimenti occorre far propri gli stessi “permessi di essere persone sessuali e persone separate” che si inviano al figlio, risolvendo i problemi sessuali e di separazione che vengono stimolati da un figlio adolescente.

Infine, l’ultimo stadio da 19 anni in su, lo stadio del giovane adulto e dell’emancipazione. Questa fase permette di maturare sessualmente e sviluppare tutte le abilità fisiche ed intellettuali e sperimentare i vari ruoli nella veste di adulto. I compiti dei genitori riguardo ai figli sono di dare permessi per il riciclo dei diversi stadi e per l’interdipendenza e i bisogni dei genitori e “compiti” verso di sé sono di far propri gli stessi “permessi per l’interdipendenza e il riciclo dei diversi stadi di sviluppo”, risolvendo i problemi che emergono stando in contatto con un giovane adulto.

I genitori in questo stadio possono fare un’esperienza importante: quella di ricordare che l’adolescenza per i figli termina con la rinuncia dei genitori al controllo sulla loro prole comunicando loro: «Non controlleremo più il vostro comportamento, ora siete padroni di voi stessi. Noi sappiamo che voi siete indipendenti e che noi siamo separati da voi e sappiamo prenderci cura di noi stessi. Siete liberi di andare e venire quando volete».

__

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it
_

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons