Wuhan, una città risorta
«Virus e malattie epidemiche potrebbero avere origine in un Paese, ma in realtà possono non avere né nazionalità né indulgenza. Il Covid-19 si è scatenato nella città cinese di Wuhan, ma oggi il mondo intero condivide la sua minaccia nella perdita di vite umane, nei danni all’economia e in tutte le ricadute sociali conseguenti». Così scrivo nel sito di Città Nuova il 2 marzo 2020.
23 gennaio 2020, il lockdown di Wuhan per ridurre la mobilità dei cittadini ed evitare un’ulteriore diffusione del contagio, diviene il simbolo di una città fantasma: deserta, blindata e controllata. Un provvedimento senza precedenti: chiudere al mondo una città che ha lo stesso numero di abitanti del Belgio e più di quelli dell’Austria.
Nella dura lotta contro l’epidemia, i cittadini di Wuhan hanno affrontato la situazione senza cercare giustificazione. Con consapevolezza tenace hanno obbedito alla normativa di emergenza del paese.
Dalla dolorosa esperienza e tra non poche difficoltà, oggi la città è “ripartita”, facendo ogni sforzo per recuperare, tornando sulla “strada principale” con una marcia in più.
Con il vantaggio di essere in una posizione centrale all’esterno e un patrimonio culturale aperto e inclusivo all’interno, Wuhan sta puntando sull’edificazione di una “città hub e collegamento”.
Nel 2022, il volume di traffico del porto di Wuhan Yangluo, il più grande porto fluviale interno, ha raggiunto 2,02 milioni di TEU (Twenty-foot Equivalent Unit, misura standard utilizzata nel settore della logistica e del trasporto marittimo delle merci), con un tasso di crescita medio annuo del 10%. La Conferenza mondiale sui trasporti del 2023 si è aperta a Wuhan. Praticamente da qui trasporti di ogni genere possono raggiungere l’Asia e l’Europa senza rendersi conto di quanto siano lontane.
Le autorità di Wuhan hanno l’ambizione di creare una Città del futuro, basandosi sulla storia. Durante gli ultimi anni della dinastia Qing (1644-1911), un importante funzionario, Zhang Zhidong, ha usato Wuhan come base per modernizzare gli eserciti e le industrie cinesi traendo beneficio dalla tecnologia occidentale.
Oggi Wuhan è al secondo posto dopo Beijing, nel primeggiare su istruzione e tecnologia; è conosciuta come la valle dell’ottica e optoelettronica, un incubazione di talento e innovazione in materia di sicurezza della rete nazionale. Infatti Wuhan conta 90 università e quasi 1,3 milioni di studenti universitari.
Lo slogan “vivibilità” nutre il senso di comunità. La zona, nei pressi di un grande lago di acqua dolce sul lato est della città, è sempre stata “un modello di moderna città paludosa vivibile in stile cinese”. Il fiume Yangtze e il fiume Han attraversano la città in cui la superficie idrica totale rappresenta circa un quarto della superficie terrestre di essa.
Wuhan prospera sull’acqua, ma è anche intrappolata dall’acqua. Da più di 10 anni la qualità dell’acqua del famoso East Lake si stava rapidamente deteriorando a causa dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione, un rapido aumento della densità residenziale provocato dalla sproporzionata crescita della popolazione. Ciò ha reso l’area incapace di sostenere le esigenze di espansione del luogo. Nuove costruzioni occupavano la riva del lago, guadagnando così spazio corrispondente per lo sviluppo urbano, ma portarono anche al danneggiamento della qualità delle acque in zona. Allo stesso tempo, la grande discarica situata sulla riva del lago rappresenta un notevole rischio ambientale.
Per fortuna si è capito che dai conflitti tra le persone per l’acqua, bisogna capire che si dipende le une dall’altra. Per il salvataggio, è instaurato un forte ricorso alla gestione dell’ambiente idrico per rispondere ai problemi attuali.
La prima strategia è quella di naturalizzare i corsi d’acqua nella regione. Ammorbidendo i canali rigidi originali, rimodellando i processi all’interno del complesso idrico: spartizione del sistema idrico dall’area di scarico, regolare l’acqua piovana per ridurre l’impatto delle inondazioni, aumentare la connettività dei sistemi pedonali, protezione dell’habitat della fauna selvatica, ecc.
In secondo luogo, è prevista una serie di zone umide artificiali lungo le rive, per purificare il deflusso superficiale urbano e fornire habitat diversificati per uccelli, anfibi, vita acquatica e terrestre.
La terza strategia è estendere il sistema di un Greenway a tutta la regione. La foresta urbana creata fornisce molte funzioni importanti, rivitalizzare ambiente naturale per animali e piante, ridurre il consumo di energia ombreggiando gli edifici circostanti e fornire microclimi confortevoli per i pedoni.
In quarto luogo, i piccoli parchi giochi e campi sportivi sono allestiti in ogni isolato della zona e tutti i residenti possono raggiungerli a piedi in 10 minuti. Edifici di media altezza, giardini pensili e tetti verdi offrono l’opportunità di godere i paesaggi dall’alto e panoramici. Passerelle, corridoi commerciali e parchi lineari collegano essenziali spazi aperti della zona, inoltre una rete completa di sistemi a traffico lento creano condizioni logistiche e sociali più sicure e a misura d’uomo.
Ma c’è ancora un altro fascino curioso oggi a Wuhan.
Da Li Na (nata nel 1982) a Zheng Qinwen (nata nel 2002)
Novembre 2024, finale di torneo Wuhan Tennis Open (monte premio di 2 milioni e 938 mila euro), la giovane giocatrice cinese Zheng Qinwen ha perso in tre set (6-3 5-7 6-3) contro la campionessa in carica Sabalenka, attuale numero 1 del mondo.
Zheng, fresca trionfatrice con medaglia d’oro nel tennis singolo femminile alle Olimpiadi di Parigi, ha comunque creato una nuova storia, è diventata la seconda giocatrice dopo Li Na a entrare nella classifica WTA1000 finale dei singoli. Nel 2011, Li Na scrisse il suo glorioso capitolo su questo stesso campo vincendo a Roland Garros l’Open di Francia, diventando la prima giocatrice cinese a vincere un campionato del Grande Slam.
Nel gennaio di quest’anno, mentre Zheng Qinwen raggiunse la finale del singolare femminile dell’Australian Open, una foto circolò rapidamente su Internet in tutta la Cina e oltre nel mondo sportivo. Quando Li Na ha alzato la coppa dell’Australian Open 2014, davanti alla TV la dodicenne Zheng Qinwen e un gruppo di ragazzine compagne di squadra hanno applaudito e esaltato, coltivando un proprio sogno.
La provincia di Hubei, dove sono situate Wuhan e Siyan, città natale rispettivamente di Li e Zheng, e dove sono allenate, ha una profonda tradizione tennistica sin dagli anni ’20. Il tennis è stato ammesso nell’evento dei Giochi Uniti Provinciali dell’Hubei ed è stato il primo a consentire alle donne di partecipare.
Zheng ha espresso l’impatto di Li sulla sua carriera, «pensavo, allora anche i cinesi e gli asiatici possano fare bene nel tennis, e avere l’opportunità di competere con i migliori giocatori del mondo. Spero che tra 10 o 20 anni sul podio più alto dei sogni, tanti giovani riescano a provare la sensazione che ho provato in questo momento, scoprirai che di tutti i sacrifici vale la pena».
Sotto l’ispirazione degli idoli, sempre più giovani cinesi con passione ed entusiasmo si sono avvicinati a questo sport.
L’investimento di Hubei nell’educazione e nelle infrastrutture del tennis è davvero sintomatico. L’Hubei Tennis Accademy è un istituto completo di formazione tennistica professionale con formazione integrale per giovani, bambini e adulti, è sede di eventi giovanili nazionali e internazionali di tennis. Dal 2000, ogni anno, circa 80 mila persone hanno partecipato qui ad allenamenti e gare. Un’accademia di tennis che copre l’istruzione dal livello universitario al dottorato si trova presso l’Istituto di Educazione Fisica di Wuhan.
Allora non resta che l’auspicio che anche altre città della Cina possano evolversi per favorire il benessere integrale delle persone e dell’umanità, e collaborare a contribuire per la pace del mondo.
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