Seminare pace con la rivista Ekklesía
«La pace non giunge solo con la fine della guerra, ma con l’inizio di un nuovo mondo, un mondo in cui ci scopriamo diversi, più uniti e più fratelli rispetto a quanto avremmo immaginato» (Papa Francesco per la prossima Giornata mondiale della pace 2025).
Sono parole forti, ma che dicono il dover essere di una umanità che sembra avere smarrito la strada. Le guerre ci sono sempre state, sono brevi i periodi di pace nella storia dell’umanità. E anche quando magari c’era la pace in una regione del mondo, in altre parti del pianeta si continuava a morire per motivi di tutti i generi.
Qualcuno considera che la guerra è motore di progresso, altri che la guerra attua quella selezione naturale che aiuta a mantenere la specie umana sulla terra… Ma il fatto è che, come afferma ripetutamente ancora papa Francesco, la guerra è sempre una sconfitta!
Guardando i telegiornali o altre notizie, ci si dimentica quasi che sotto l’esplosione di quella bomba sofisticata di ultima generazione, ci sono bambini, uomini e donne, vite spezzate. Persone che, come me che guardo le notizie, avevano sogni nel cassetto, programmi per il futuro… Persone che sono “immagine di Dio”. Per questo Igino Giordani, noto saggista italiano, già direttore della rivista Città Nuova, amava ripetere che la guerra è un “deicidio”.
Sembra che i grandi poteri abbiano in mano le sorti dell’umanità e tutti noi ci sentiamo come un minuscolo Davide contro un immane Golia. Ma, come dicono diversi sociologi, anche le microazioni, se messe in rete, possono contribuire a cambiare un sistema. E a questo tutti possiamo contribuire.
Nel presente numero della rivista Ekklesía troveremo diversi articoli che invitano a Seminare pace, azioni magari piccole ma decisive per operare un micro cambiamento. Si tratta di Costruire la fraternità, punto per punto, come ribadisce Margaret Karram, araba nata a Haifa, attuale presidente del Movimento dei Focolari.
Alessandro Partini, psicologo, ci parla delle trappole in cui possiamo cadere nei nostri rapporti con gli altri. Vincenzo Buonomo, esperto di Diritto Internazionale, riflette sulla tendenza della società attuale di considerare il conflitto come cura per i vari problemi; mentre Pasquale Ferrara, diplomatico di lunga carriera, mette in evidenza il ruolo delle religioni e invita a tessere rapporti di pace attraverso il dialogo.
Diverse le testimonianze in questa direzione: un progetto di ricostruzione e sviluppo socio economico nella Siria del dopo guerra civile; una rete in Messico per ricostruire relazioni di fiducia; due iniziative che coinvolgono insieme palestinesi e israeliani; un intervento di Fabio Petito, esperto in Religioni e affari internazionali, sul ruolo delle religioni nelle odierne crisi planetarie.
Come Buone pratiche: una esperienza di dialogo tra Europa dell’Est e dell’Ovest; l’iniziativa di mons. Mário Spaki, vescovo in Brasile, per promuovere a vita della Parola; l’iniziativa di alcuni ragazzi a Manaus per far vivere la pace nella propria scuola, allargatasi poi a tutto il municipio.
Nella Sezione Testimoni, presentiamo questa volta la figura di Dietrich Bonhoeffer, pastore luterano vittima del Nazismo, e quella di Jean Louis Nahimana, sacerdote burundese che ha lavorato per la riconciliazione nel suo Paese.
Non manca uno sguardo al Documento Finale del Sinodo e al Cammino sinodale in Italia, così come notizie sul dialogo tra le Chiese d’Oriente, un segno di speranza in questo momento tragico per il Medio Oriente.
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