Autostrada Abidjan-Lagos, una sfida colossale
Da diversi anni la tendenza è quella di aprire le frontiere nel continente africano. La Banca Africana di Sviluppo (Bad) e i suoi partners stanno facendo grandi passi avanti nella realizzazione di un ambizioso progetto: «Il progetto di costruzione dell’autostrada costiera transnazionale Abidjan-Lagos, lunga 1.028 chilometri, che collegherà le megalopoli di cinque paesi dell’Africa occidentale entro il 2030, sta procedendo rapidamente e i lavori dovrebbero iniziare nel 2026», ha affermato lunedì 25 novembre un portavoce della Banca.
Il progetto prevede di collegare Costa d’Avorio e Nigeria, attraversando Ghana, Togo e Benin. Mike Salawou, direttore del Dipartimento Infrastrutture e Sviluppo Urbano della Banca, spiega che: «Questo corridoio di trasporto deve diventare un corridoio economico e la banca ha lanciato la sua Iniziativa di Sviluppo Spaziale per consentire un’industrializzazione trasformativa lungo l’autostrada, al fine di stimolare la crescita dei principali centri economici».
Venerdì 22 novembre la Bad ha confermato che i lavori inizieranno nel 2026 e la consegna è prevista per il 2030. Questa autostrada omogenea, senza pedaggio, avrà da quattro a sei corsie, con tratti fino a otto corsie a Lagos. Comprenderà anche 63 svincoli per razionalizzare il traffico e collegare i principali centri economici della regione.
Chris Appiah, direttore dei trasporti dell’Ecowas (Economic Community of West African States), ha sottolineato l’obiettivo del progetto: promuovere l’unione economica e l’integrazione regionale: «Questo progetto integrato contribuirà direttamente all’agenda di integrazione regionale dell’Ecowas e stimolerà il commercio all’interno della regione dell’Africa occidentale».
Il costo dell’autostrada sarà ripartito proporzionalmente tra i cinque Paesi che attraverserà: 144 chilometri in Costa d’Avorio, 520 chilometri in Ghana, 90 chilometri in Togo, 127 chilometri in Benin e 82 chilometri in Nigeria. L’infrastruttura modernizzerà in modo significativo il commercio e i viaggi in una delle regioni più popolate ed economicamente attive dell’Africa.
L’autostrada, che partirà da Bingerville, nella periferia orientale di Abidjan, e terminerà accanto al Teatro Nazionale di Lagos, collegherà grandi centri economici come Abidjan, Accra, Lomé, Cotonou e quindi Lagos, annoverate tra le città più dinamiche e densamente popolate nella regione. Si prevede che la popolazione urbana lungo il corridoio raggiungerà i 173 milioni di abitanti entro il 2050, secondo Lydie Ehouman, project manager della Bad.
Il progetto Abidjan-Lagos va ben oltre il collegamento: è concepito come un catalizzatore economico. L’autostrada collegherà infatti anche gli otto principali porti e corridoi dell’Africa occidentale, inserendo nel collegamento anche l’entroterra del Mali, del Burkina Faso e del Niger con la regione più ampia a Sud. Queste connessioni rafforzeranno il commercio intraregionale e apriranno nuove opportunità per le imprese locali.
L’African Investment Forum, sostenuto dalla Bad, ha già suscitato un notevole interesse per il progetto, con 15,6 miliardi di dollari di investimenti promessi nel 2021 da attori privati e istituzionali. La costruzione dell’autostrada dovrebbe inoltre generare circa 70 mila posti di lavoro diretti e indiretti, la maggior parte dei quali nell’ambito di partenariati pubblico-privato, come i quattro valichi di frontiera la cui costruzione e gestione dovrebbero spettare a società private.
Ci sono diversi altri percorsi transafricani nel continente. Il principale è la Trans-African Highway 8 (Lagos-Mombasa Highway), un’importante strada che attraversa il continente africano da ovest a est, sviluppata con la partecipazione della Commissione economica per l’Africa delle Nazioni Unite, della Bad e dell’Unione africana.
Ricordiamo che il commercio intra-africano rappresenta solo il 10% circa del commercio estero totale dei Paesi del continente, il livello più basso tra tutte le regioni del mondo. Secondo la Commissione economica per l’Africa delle Nazioni Unite, il problema deriva dal fatto che le attuali reti ferroviarie e stradali del continente sono state spesso costruite per servire i porti piuttosto che per collegare i Paesi della regione.