Lotto, Tiziano, Crivelli e Guercino per il Giubileo
Giusto. Ed ecco la sinergia tra Roma ed Ancona che produce la prima grande rassegna sacra del Giubileo, aperta da oggi al 30 marzo ai Musei Capitolini. Opere da capogiro: la Pala Gozzi e la Crocifissione di Tiziano, La Pala dell’Alabarda del Lotto, la Madonna col Bambino del Crivelli, la Circoncisione di Olivuccio Ciccarelli e l’Immacolata del Guercino. Lavori dal Quattro al Seicento a far risplendere di bellezza il piccolo suggestivo ambiente museale in cui le opere si posson quasi toccar con mano.
Lo scopro nella meravigliosa imponente Pala Gozzi nel pastorello addormentato fra i cespugli, la laguna con il Palazzo Ducale veneziano imporporata all’alba o al tramonto, tra i vapori da cui scende la Vergine bella come l’Assunta dei Frari, il san Francesco dato a campiture succose e calde, il ritratto del mercante Gozzi indicato da san Biagio a guardare in cielo. Monumentalità solenne e leggera del Tiziano del 1520, colori sontuosi e quel trionfo della luce che pulsa di vitalità. Ma anche, anni dopo, nel 1558, Tiziano già maturo ci immerge nel temporale dietro alla croce dipinta a larghe macchie colorate, da un pennello libero che crea le figure e le emozioni: il Cristo solo tra i nembi scuri, san Domenico abbraccia alla croce, Maria desolata, Giovanni perso nel dolore (ma non disperato). Atmosfera temporalesca e drammatica, il colore denso e abbrunito, i sentimenti di una intensità fortissima.
Questo è Tiziano il padrone del colore, dell’aria e delle emozioni.
Ma Lorenzo Lotto, veneziano doc, gli risponde con la notte lunare della Pala dell’Alabarda del 1538. Un notturno dal chiarore pallido, modernissimo, vivo dietro la tenda che accoglie Maria e il Bambino delicato, ai santi mirabili ritratti umani, comunicativi, colorati con i rossi e gli azzurri lotteschi che sono una meraviglia a sé. Colori che sono palpitazioni del sentimento e realismo quotidiano. Parlano con noi, non sono distanti, vibrano di un lume lunare fascinoso. Poesia della solennità e poesia della naturalezza in dialogo.
Ci guardiamo intorno, ed ecco la minuscola tavola della Madonna col Bambino di Carlo Crivelli, 1480 circa, preziosissima, iperdecorata, affettuosa e distaccata come una icona astratta, pura musica di linea e colore.
Come la Circoncisione dei primi del ‘400 di Olivuccio che fa da controcanto alle morbidezze lunari dell’Immacolata del Guercino, sospesa sul mare, bellezza di una purezza incontaminata e sfumata in dolcissima quiete. L’arte del Guercino, 1656, riposante, intensa, vicina e affettuosamente semplice.
Sei immersioni nella bellezza, occhi accanto agli occhi, vicine a chi l’ammira e si lascia conquistare senza fretta… e senza foto. L’arte che non ha confini ha bisogno di tempo.
Tiziano, Lotto, Crivelli e Guercino. Capolavori dalla Pinacoteca di Ancona. Fino al 30/3/25