Quattro paesi africani pionieri nell’innovazione tecnologica

L’Africa si sta trasformando da semplice consumatore a creatore ed esportatore di tecnologie. Senza voler scavalcare i precursori occidentali e cinesi, il continente africano ha sempre più voce in capitolo in quella che sembra essere la corsa all’innovazione per creare e sviluppare, soprattutto nella ricerca di soluzioni al cambiamento climatico, ma non solo.
Foto Pexels

L’Africa ha perfettamente compreso l’interesse a partecipare attivamente alle rivoluzioni dell’intelligenza artificiale (AI), della robotica, delle nanotecnologie, delle biotecnologie, delle energie rinnovabili, della decarbonizzazione, dello stress idrico e del settore spaziale.

Il Ruanda, ad esempio, sta perseguendo una politica orientata alla rivoluzione tecnologica, guidando il suo progresso economico. Attraverso investimenti in giovani imprese e formazione tecnologica, si sta affermando come punto di riferimento nell’Africa orientale.

La Nigeria si distingue anche per la sua grande popolazione e il suo spirito imprenditoriale, diventando un polo tecnologico chiave, particolarmente evidente a Lagos, spesso chiamata “la Silicon Valley africana”.

E il Sudafrica sta approfittando delle sue solide infrastrutture e del sistema legale favorevole per attrarre investimenti nel settore tecnologico.

Attraverso metodi innovativi, queste nazioni stanno aprendo la strada verso il progresso tecnologico e l’innovazione, con un accento particolare sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale e delle infrastrutture digitali.

Il Ruanda ha saputo trasformarsi all’inizio del secolo in un territorio incentrato sul progresso tecnologico. Questo Paese della “regione dei Grandi Laghi” vuole diventare un polo di innovazione attrattivo, a livello continentale, e assurgere al rango di nazione tecnologica.

Questa svolta nelle nuove tecnologie guidate dall’intelligenza artificiale e dalla robotica continua e si estende a settori come l’agricoltura di precisione, la logistica, i trasporti a basse emissioni di carbonio e il settore spaziale.

Le autorità ruandesi hanno scelto di sviluppare e sostenere la tecnologia piuttosto che subirla, installando incubatori di impresa e attirando investitori da tutto il mondo.

Il governo sta aumentando la cooperazione internazionale per sfruttare e diffondere il progresso tecnologico in tutte le province del Paese.

Dal 2024 il Paese si sta concentrando sulla salute connessa, sull’intelligenza artificiale e sulla robotica medica. Aprendo questo tipo di formazione molto specializzata, il Ruanda attrae e riunisce un sistema tecnologico medico internazionale di alto livello. Un secondo esempio riguarda la robotica aerea utilizzata per la consegna automatizzata di medicinali, sangue e plasma, tra ospedali remoti o di difficile accesso. I droni medici avvicinano le aree rurali alle città e le aree svantaggiate agli ospedali urbani, creando connessioni durature e resilienti.

Per realizzare queste nuove rotte di droni per uso medico le autorità si sono rivolte alla società americana Zipline, specializzata nella robotica logistica e nella consegna tramite droni. Numerosi partenariati hanno consentito di realizzare corridoi aerei e infrastrutture di consegna rapide e affidabili. Questo tipo di infrastrutture resta ancora molto difficile da realizzare in Europa, in particolare a causa dei numerosi vincoli normativi sullo spazio aereo.

L’Africa del XXI secolo è anche quella dell’emancipazione tecnologica e della sovranità industriale.

Diversi Paesi africani condividono lo stesso desiderio di diventare leader nell’innovazione tecnologica. Questi includono Sudafrica, Nigeria e Marocco. Ognuno di essi ha specificità economiche, geopolitiche e culturali che rendono la competizione molto forte tra questi territori dell’innovazione.

La piattaforma “Doc Africa” è stata implementata con successo in Nigeria. Permette teleconsulti su tutto il territorio nazionale, convalidati da un medico curante, in particolare nelle zone rurali di difficile accesso. Si estenderà poi ad altri Paesi africani, incluso il Ruanda, già nel 2025, con offerte aggiuntive come una cartella clinica digitale universale.

In Marocco, l’“AI Movement Dome”, finanziato dal re del Marocco e creato su iniziativa di Amal el Fallah Seghrouchni, presidentessa esecutiva del Centro internazionale marocchino per l’intelligenza artificiale, ha stabilito numerosi partenariati con i paesi dell’Africa sub-sahariana che non disponevano ancora di una strategia nazionale riguardo a queste nuove tecnologie, con un desiderio di diventare alla fine leader continentale su questi temi.

Marocco, Ruanda, Nigeria e Sud Africa simboleggiano un’Africa ambiziosa e lungimirante, desiderosa di lasciare il segno sulla scena tecnologica internazionale.

Il Ruanda è, insieme a Mauritius, il secondo Paese africano in cui è più facile fare affari. Sono necessarie dalle tre alle sei ore per avviare un’impresa e aprire un conto bancario. È anche molto facile reclutare sul campo talenti ben addestrati. Tutti gli ingredienti sembrano riunirsi per rendere il Paese una nazione start-up nel senso americano o israeliano del termine.

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