Un “Fitto” problema a Bruxelles

Veti incrociati tra popolari e socialisti mettono a rischio la nomina dei commissari europei Fitto e Ribera.
Raffaele Fitto, commisario europeo designato, in audizione al Parlamento il 12 novembre. Foto EPA/OLIVIER MATTHYS

A Bruxelles c’è ancora una situazione di stallo sulla composizione della futura Commissione europea, ma per qualcuno anche un po’ di panico. Infatti, la nomina dell’italiano Raffaele Fitto, designato vicepresidente esecutivo con delega a Coesione e Riforme, e della socialista spagnola Teresa Ribera, designata vicepresidente esecutiva con delega a Transizione pulita, equa e competitiva, pone un problema alla tenuta della maggioranza tra i Socialisti & Democratici (S&D), i popolari del Partito Popolare Europeo (PPE) e i liberali di Renew, con una sorta di supporto esterno dei Verdi, che hanno nuovamente eletto Ursula von der Leyen Presidente della Commissione europea a luglio. I vicepresidenti esecutivi sono sei, tra cui anche l’ungherese Olivér Várhelyi, della destra estrema, pure contestato.

La questione è eminentemente politica, perché l’audizione di Fitto al Parlamento europeo, il 12 novembre, è andata bene. I socialisti, ma anche i verdi, non contestano la nomina di Fitto a commissario europeo ma l’assegnazione di una vicepresidenza esecutiva in quanto membro di quel gruppo politico dei Conservatori e Riformisti Europei nel Parlamento europeo che non ha votato per von der Leyen, quale è per l’appunto Fitto, appartenente a Fratelli d’Italia. Secondo i socialisti, in tal modo la Commissione europea scivolerebbe troppo a destra, incrinando la maggioranza Ursula 2.0. I popolari negano.

In realtà, alcuni temono che si potrebbe persino creare una nuova maggioranza di centro-destra, abbandonando la prassi di quel cordone sanitario che ha finora tenuto fuori dall’esecutivo europeo gli estremisti di destra. D’altronde, i Conservatori e Riformisti Europei sono quelli di destra meno estremi delle altre destre e in Italia sono partito di governo. Inoltre, il 14 dicembre i popolari hanno votato assieme ai conservatori e riformisti alcuni emendamenti al regolamento sulla deforestazione che ha annacquato la proposta originale della Commissione europea. Prove di una nuova maggioranza Ursula 3.0?

I popolari spagnoli hanno ottenuto che Ribera, nella giornata di oggi, si presenti al Parlamento spagnolo per chiarire le sue responsabilità nelle inondazioni di Valencia che hanno causato oltre 200 morti. Si tratta di una sorta di regolamento di conti interno, nonché uno schiaffo per i socialisti al governo del Paese. Quindi, i popolari darebbero il via libera a Ribera alla Commissione europea e i socialisti darebbero il via libera a Fitto, probabilmente facendo qualche dichiarazione di dissenso.

La questione non è peregrina, perché è davvero in ballo il futuro dell’Unione europea (Ue), in considerazione del fatto che i Conservatori e Riformisti Europei si dichiarano eurorealisti e antifederalisti ma per un’Europa delle nazioni e confederale, in quanto si oppongono al federalismo europeo che è invece il paradigma che socialisti, popolari, verdi e liberali configurano per lo sviluppo del processo di integrazione europea. Ecco, il discrimine è la stessa idea di Europa e del suo assetto futuro.

Dunque, la Commissione designata potrebbe non essere ancora votata il 27 novembre e, quindi non entrerebbe in carica il 1° dicembre. Ci potrebbe essere un’altra fase di trattative, nella speranza che si possa poi votare a fine dicembre con l’entrata in carica il 1° gennaio, rovinando pure le vacanze natalizie ai funzionari europei. Del resto, se Ursula von der Leyen non ottenesse il voto favorevole del Parlamento europeo, la questione ritornerebbe al Consiglio europeo, che dovrebbe designare un nuovo presidente della Commissione.

La questione è tanto delicata che Romano Prodi, già presidente della Commissione europea e presidente del Consiglio dei ministri italiano, e Mario Monti, già  commissario europeo e presidente del Consiglio dei ministri italiano, hanno lanciato un appello congiunto affinché vengano eliminati i veti sulle nomine di Fitto e Teresa Ribera, riconoscendo che «con le enormi sfide che l’Unione europea deve affrontare in questo momento a est e a ovest, confidiamo che, di fronte a candidati qualificati come Teresa Ribera o Raffaele Fitto, non prevarranno tensioni interne, in particolare tra i gruppi considerati più europeisti, come il Partito popolare e i socialisti».

S’il vous plaît, qualcuno li ascolti! Vero è che l’Ue non può permettersi di restare troppo a lungo senza una leadership, con la guerra in Ucraina sempre più difficile e la crisi in Medioriente che non vede una risoluzione, mentre Donald Trump presto assumerà la guida degli Stati Uniti e li condurrà chissà dove.

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons