Francesco, un punto di svolta nella storia

L’enciclica Laudato si' del 2015 ha dato conferma all’impegno comune per la cura del Creato espresso dal Consiglio ecumenico delle Chiese. Un segno di unità dei cristiani con solide radici nella fede. La gratitudine della Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
Papa Francesco durante il Sinodo sull'Amazzonia ANSA/GIUSEPPE LAMI

Ci sono momenti nella storia della grande famiglia cristiana che rimangono indelebili e segnano un punto di svolta. Nel 2015 la pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ di Francesco, il papa venuto dall’altro capo del mondo, rappresenta uno di questi.

Qualche anno prima, nel 1997, la seconda assemblea ecumenica che si tenne a Graz raccomandava nel documento operativo l’unità visibile delle Chiese, il dialogo tra religioni e culture, l’impegno per la giustizia sociale e la politica giusta, una giusta prassi ecologica e l’avvio del processo ecumenico per la giustizia, la pace e il creato.

Lì prese corpo l’idea di una giornata comune dei cristiani di Europa per il Creato, sulla traccia di quella celebrata dalla Chiesa ortodossa. Noi ci mettemmo immediatamente in cammino e subito dopo la costituzione di Ecen nel ‘98, la prima rete cristiana per l’ambiente, la Federazione delle Chiese evangeliche costituì la propria Commissione globalizzazione e ambiente (Glam)*.

La Laudato si’, arrivata per mano di Francesco otto anni dopo Graz, è stata un’esplosione di gioia. Da due anni ero membro della Glam e per la prima volta avvisavo che qualcosa di grande stava cambiando l’attenzione verso il Creato e le sue creature.

Nel documento Francesco invitava l’umanità intera a riflettere sull’ecologia integrale, una visione olistica in cui tutti siamo stati chiamati a dare un contributo. Tutti, indipendentemente dalla fede.

Il rapporto tra le diverse confessioni si è intensificato, insieme celebriamo la festa per il creato, dentro e fuori le chiese. Insieme progettiamo l’impegno delle nostre comunità per il futuro sostenibile e vivibile di questo pianeta. Insieme esercitiamo advocacy per la giustizia climatica, sociale, economica e per la pace. La grande forza di Francesco è stata confidare in ognuno ed ognuna di noi, puntare sulla famiglia cristiana, apprezzare l’opera di ogni credente.

Ricordo con tanto piacere l’accoglienza interreligiosa a settembre 2015 alla delegazione filippina, guidata dall’ex ministro Yeb Saño sul sagrato della basilica di San Giovanni.

Il percorso a piedi e treno verso la COP di Parigi; ricordo la prima giornata ecumenica di preghiera per il Creato, celebrata nel settembre 2018 ad Assisi, e il lungo percorso a piedi fino a Gubbio. Tanti i momenti insieme e tra questi quelli vissuti contro la violenza di guerre e conflitti. La voce ferma del papa per la pace, il disarmo e la diplomazia ci ha accompagnati sempre in questi anni, facendoci sentire tutti e tutte un po’ meno soli.

Grandi uomini ci hanno lasciati ultimamente: Jürgen Moltmann il teologo dell’ecoteologia, Paolo Ricca, il pastore dell’ecumenismo, e papa Jorge Mario Bergoglio, ma il loro messaggio non passerà perché ha radici profonde che giungono a noi e vanno oltre. Radici nella fede.

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*La Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM), istituita nel febbraio 2001, nasce come evoluzione di una precedente Commissione Ambiente (1998), all’indomani della seconda Assemblea ecumenica europea a Graz, allo scopo di sensibilizzare le Chiese sui problemi che l’ingiustizia economica e la distruzione della terra pongono al mondo e in particolare alla fede cristiana.

La Commissione segue il cammino tracciato prima dal Consiglio ecumenico delle Chiese e poi dall’Alleanza riformata mondiale, ora Comunione mondiale delle Chiese riformate, e dalla Federazione luterana mondiale che hanno chiamato le Chiese ad una presa di coscienza e a un’azione per contrastare il prevalere degli interessi economici di una minoranza sul diritto alla vita di tutto il resto del creato.

La Commissione è al servizio di comunità e singoli/e che intendano affrontare questi temi in una prospettiva di fede. Il lavoro cerca di formare una rete sia dentro che fuori dalle Chiese, a livello nazionale e internazionale.

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