Il cammino sinodale guarda al futuro

Sta per essere avviato un itinerario che culminerà ad ottobre 2028 non con un nuovo Sinodo, ma con un’Assemblea ecclesiale che si terrà in Vaticano, per offrire alle diverse diocesi la possibilità di dare continuità a un dialogo costruttivo
ANSA/GIUSEPPE LAMI

Dare continuità e attuazione al cammino sinodale che papa Francesco ha avviato negli ultimi anni, creare spazi di dialogo e di scambio di doni tra le Chiese, rafforzare i legami tra le Chiese a livello nazionale, regionale e continentale, continuare a camminare insieme valutando, in uno spirito di corresponsabilità, le scelte compiute.

Queste le finalità della fase attuativa del percorso sinodale, approvata da papa Francesco, il cui avvio è stato annunciato il 15 marzo scorso dal cardinale Mario Grech, segretario generale della Segreteria generale del Sinodo, con una lettera inviata a tutti i vescovi e gli eparchi, ai patriarchi e arcivescovi maggiori delle Chiese orientali cattoliche.

«Il senso del percorso che sta proponendo la Segreteria del Sinodo alle Chiese locali non è di aggiungere lavoro a lavoro, ma di aiutare le Chiese a camminare in stile sinodale», ha dichiarato cardinale Grech in un’intervista ai media vaticani. Il desiderio è quello di dare concretezza al Documento finale del Sinodo, con il quale «il Santo Padre, che è principio di unità della Chiesa e garante del processo sinodale», ha affidato alle Chiese locali il compito di mettere in atto nel proprio contesto le indicazioni dell’Assemblea. «L’attuazione e la valutazione devono procedere insieme, intrecciandosi in un processo dinamico e condiviso: è proprio questa la cultura del rendiconto evocata dal Documento finale», ha affermato il cardinale Grech.

Viene proposto, quindi, un itinerario che culminerà ad ottobre 2028 non con un nuovo Sinodo, ma con un’Assemblea ecclesiale che si terrà in Vaticano.

Quali saranno le tappe del cammino?

A maggio 2025 verrà pubblicato un Documento che indicherà lo svolgimento di questa nuova fase, mentre proseguiranno i percorsi di attuazione nelle Chiese locali e nei loro raggruppamenti.

Un evento importante sarà il Giubileo delle équipe sinodali e degli organi di partecipazione, che avrà luogo dal 24 al 26 ottobre prossimi. «La Chiesa sinodale è Chiesa pellegrina, che si rende evidente nel “camminare insieme” del popolo di Dio verso il compimento del Regno», spiega il segretario generale, sottolineando che il Giubileo «vuol essere il momento celebrativo nel quale questa dimensione sinodale della Chiesa si rende manifesta nel cammino del Popolo di Dio alla tomba di Pietro, raccogliendosi al contempo intorno al Successore di Pietro, principio della comunione di tutti i battezzati, di tutte le Chiese, di tutti i vescovi».

Il 2026 sarà un anno interamente dedicato al lavoro delle diverse diocesi per offrire la possibilità di dare continuità a un dialogo costruttivo e per fare in modo che il cammino sinodale sia adattato alle diverse culture e tradizioni.

Tra il primo e il secondo semestre del 2027, poi, si svolgeranno le Assemblee di valutazione nelle diocesi, eparchie, Conferenze Episcopali nazionali e internazionali, strutture gerarchiche orientali e altri raggruppamenti di Chiese.

Il primo e il secondo semestre del 2028 saranno invece dedicati alle Assemblee continentali di valutazione e alla pubblicazione dell’Instrumentum laboris dell’assise ecclesiale di ottobre. Gli incontri previsti nel 2027 e all’inizio del 2028 accompagneranno il cammino verso l’Assemblea ecclesiale che potrà offrire al santo padre riflessioni e prospettive da proporre a tutta la Chiesa.

Un cammino impegnativo, dunque, che però «non compromette il protagonismo di ogni Chiesa nel ricevere e applicare in maniera originale i frutti del Sinodo: con esso il Papa sprona la Chiesa tutta a un esercizio di responsabilità, anzi di grande corresponsabilità perché, proprio valorizzando le Chiese locali, associa al tempo stesso il collegio episcopale all’esercizio del suo ministero», ribadisce il card. Grech.

In continuità con lo stile adottato negli ultimi anni, saranno coinvolte tutte le persone che hanno dato il loro contributo durante il Sinodo. Essenziale sarà, dunque, l’apporto delle  équipe sinodali che saranno valorizzate ed eventualmente opportunamente integrate.

Guidata dallo Spirito Santo, protagonista della missione, la Chiesa continua a rispondere alla sua chiamata evangelizzatrice: «Tutti noi battezzati siamo tutti discepoli e tutti missionari, impegnati seriamente in una conversione delle relazioni, per facilitare l’incontro di Gesù con gli uomini e le donne di oggi – afferma il card. Grech –. Il Sinodo ha offerto e offre gambe e prospettive alla conversione pastorale e missionaria a cui fin dall’inizio del suo pontificato Papa Francesco ci ha invitati».

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