Quali sono le minacce per l’Unione Europea? 

Un'opinione nell'ambito del dibattito in corso, sulle ragioni che fondano il piano di riarmo europeo a partire dal contrasto con la Russia di Putin. Una revisione critica a partire dalla storia degli ultimi anni nella narrazione prevalente in Occidente
Vladimir Putin. Ansa EPA/MAXIM SHEMETOV/POOL

Annunciando il piano da 800 miliardi di euro ReArm Europe, il 4 marzo 2025, la presidente della Commissione Eu Ursula von der Leyen ha affermato: «Non ho bisogno di descrivere la grave natura delle minacce che pesano su di noi».

La risposta a questo macabro indovinello (di quali minacce stiamo parlando?) l’ha data il Parlamento europeo, nella risoluzione (non vincolante) del 12 marzo 2025 sul libro bianco sul futuro della difesa europea (2025/2565(RSP)): «Il Parlamento europeo… ritiene che la Russia… sia la più significativa minaccia diretta e indiretta all’Ue e alla sua sicurezza» (punto 5). Perché? Perché ha invaso l’Ucraina.

La narrativa che ascoltiamo da tre anni è che l’aggressione russa all’Ucraina è “ingiustificata” e “non provocata”. Il corollario è che un’aggressione altrettanto ingiustificata la Russia la potrebbe perpetrare ai danni di uno Stato membro dell’Ue. Quindi esiste una minaccia e occorre rispondervi adeguatamente.

Questa narrativa è seducente ma non corrisponde alla realtà. La premessa (aggressione non provocata) è semplicemente falsa e le conclusioni tratte da questa premessa (possibile aggressione ad uno stato Ue) erronee. Vediamo perché.

L’aggressione russa dell’Ucraina è certamente ingiustificata, sia sul piano del diritto internazionale che sul piano morale. L’uso della forza armata nei confronti di uno Stato sovrano è giustificato se esiste una “giusta causa”. Era giusta la causa dell’invasione della Germania da parte degli eserciti alleati nel 1945, dacché la Germania nazista rappresentava un pericolo per l’intera umanità. È giusto l’uso della forza militare per difendersi da un attacco armato (articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite). È giusto il ricorso all’uso delle armi se il Consiglio di sicurezza Onu lo autorizza, avendo constatato che è necessario per mantenere o ristabilire pace e sicurezza internazionale, dopo che le misure non militari si sono dimostrate inadeguate (articolo 42 della Carta Onu).

A giustificazione di tutte le guerre di aggressione degli ultimi decenni, sono stati avanzati i più vari pretesti per dimostrare la “giusta causa” dell’intervento armato, almeno sul piano morale. Per esempio:

–       I due mesi di bombardamento NATO della Serbia, motivati con la persecuzione degli albanesi in Kosovo da parte dei serbi;

–       L’invasione Usa (con i loro alleati, tra cui l’Italia) dell’Afghanistan nel 2001, col pretesto che i Talebani non volessero consegnare Osama bin Laden agli Usa.

–       La guerra degli Usa, con Regno Unito, Polonia e Australia, in Irak nel 2003, basata sull’affermazione – mai provata prima della guerra e smentita dai fatti in seguito – che il regime di Saddam Hussein disponesse di armi di distruzioni di massa.

Non fa eccezione l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, che Putin ha tentato di giustificare addirittura con il ricorso alla Carta Onu, avanzando l’esigenza di difendere la minoranza russa dagli attacchi dell’esercito ucraino, che avevano causato migliaia di morti tra la popolazione negli 8 anni di guerra civile.

Tutte scuse, tutti pretesti. Tutti atti di aggressione criminale senza giustificazione alcuna. Per capire, tuttavia, se un’ennesima aggressione non giustificata possa avvenire ai danni dell’Ue da parte della Russia, occorre però stabilire se l’invasione russa dell’Ucraina è, oltre che non giustificata, anche non provocata. Se infatti si potesse stabilire una provocazione, la guerra in Ucraina sarebbe una risposta (ingiustificata, come abbiamo visto) ad una provocazione e ciò permetterebbe non solo di capire perché è scoppiata la guerra, ingiustificata, in Ucraina, ma se è plausibile che possa avvenire un’aggressione russa ai danni dell’Ue.

La risposta è che l’aggressione russa in Ucraina, comunque ingiustificata, come ho detto sopra, è stata provocata dalla decisione della Nato di estendersi all’Ucraina. Putin aveva ripetutamente avvertito l’Occidente, in particolare nel suo famoso discorso a Monaco nel 2007, che l’ingresso dell’Ucraina della Nato era per la Russia una minaccia esistenziale, che la Russia non avrebbe potuto accettare senza reagire. Cosa significherebbe infatti l’Ucraina nella Nato? La possibilità per gli Usa di schierare le loro testate atomiche, rivolte contro Mosca, San Pietroburgo ed altre città russe, lungo i 1.600 km del confine tra Ucraina e Russia. Come già sono stati dispiegati al confine est della Polonia e sono in progetto in Germania. Dopo il recesso unilaterale degli Usa dal trattato antimissili balistici (2002, presidenza Bush) e dal trattato INF sulle armi nucleari intermedie (2019, presidenza Trump), i sistemi missilistici possono infatti servire da supporto non solo per sistemi difensivi, ma anche per testate nucleari offensive.

È possibile capire (non giustificare) che una tale minaccia potesse scatenare la reazione armata russa? È come se, potendolo, la Russia avesse intrapreso delle azioni che avrebbero avuto come risultato il dispiegamento di armi nucleari russe in Messico, lungo il confine con gli Usa. Davvero possiamo pensare che gli Usa – che hanno una pluridecennale storia di aggressioni ingiustificate a Stati sovrani (vedi sopra) e una ancor più lunga tradizione di operazioni di regime change – sarebbero rimasti con le mani in mano?

Non c’è spazio qui per spiegare perché gli Usa, dalla fine della seconda guerra mondiale ed ancor più dalla fine della guerra fredda, hanno tentato di attirare prima l’Unione sovietica e poi la Russia in una guerra che pensavano ne avrebbe causato il collasso. Chi fosse interessato può consultare l’agile libretto di Benjamin Abelow Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina.

Date queste premesse, è plausibile che la Russia aggredisca militarmente l’Ue? Quale sarebbe per la Russia la minaccia esistenziale che ne provocherebbe (e, ripetiamo, non giustificherebbe in nessun caso) una reazione armata? Noi non ne vediamo.

Si dice: Putin è come Hitler e va fermato. Non ci pare un’affermazione corretta. Entrambi dittatori sanguinari, Hitler aveva un’ideologia espansiva che manca a Putin. Quest’ultimo non ha invaso l’Ucraina per espandersi. Ancora a dicembre 2021 aveva proposto all’Occidente di sedersi intorno ad un tavolo per trovare soluzioni condivise per la sicurezza di tutta l’Europa, dall’Atlantico agli Urali, ripetendo che la sua linea rossa era: mai l’Ucraina nella Nato. Non ha ricevuto nessuna risposta.

Putin è a capo di uno Stato con il più grande territorio al mondo, che dispone di risorse naturali pressoché infinite e ha una popolazione in calo demografico. Che bisogno avrebbe di nuove terre da conquistare?

Che Putin non sia Hitler e che la Russia non sia la Germania nazista lo dimostra anche un fatto molto semplice. Dal 2010 al 2016 la rispettabile testata la Repubblica ha ospitato l’inserto Russia oggi. È pensabile che un quotidiano occidentale ospitasse un inserto sulla Germania Nazista? Dal 2010 al 2016 Putin era, per parte del periodo, primo ministro e, per un’altra parte, presidente della Federazione Russa. Non è più lo stesso Putin?

Non è che Hitler è diventato un dittatore sanguinario espansionista, espansionista lo è sempre stato. E se Putin non è più lo stesso del periodo 2010-2016, che ce ne motivino le ragioni.

Non si può escludere che la Russia sia effettivamente una minaccia per l’Ue sul piano militare. Ma non perché ha invaso l’Ucraina. Se i dirigenti Ue ritengono che sia così, hanno l’obbligo di informarne i cittadini e i popoli europei, indicandone i motivi, i fatti alla base di questi motivi e l’analisi che permette di concludere che una minaccia reale esiste. Non certo con le parole velate della von der Leyen ricordate all’inizio dell’articolo.

Se, salvo prova contraria, la Russia non è una minaccia per l’Ue, rimane da chiedersi: a cosa servono allora e che conseguenze avranno gli 800 miliardi di euro del piano ReArm Europe? Ne parleremo in un prossimo articolo.

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