Segni di speranza

Verso il Giubileo dei Movimenti, delle Associazioni e delle Nuove Comunità (7-8 giugno 2025). Gli incontri di preparazione

Leggendo i quotidiani e scorrendone i titoli, veniamo sopraffatti da un clima di violenza che invade le città, entra nelle case, avvelena i rapporti. E un sentimento di paura, irrazionale quanto gli atti di alcuni politici, lascia costernati ed impotenti. Eppure, proprio ora il pensiero di fondo che pare accendere un lume di speranza è che stiamo vivendo un anno di grazia, il Giubileo, indetto da papa Francesco a partire dal 24 dicembre scorso.

Un evento importante della Chiesa cattolica, ma che sin dalla Bolla di indizione, Spes non confundit, ha assunto anche una forte colorazione ecumenica: coincidendo con il 1700° anniversario del Concilio di Nicea, dove venne redatto il Credo, simbolo di fede dell’unica Chiesa di Cristo; cadendo nell’anno in cui la celebrazione della Pasqua avviene in tutte le confessioni cristiane nella stessa data.

La città di Roma si è preparata anche logisticamente ad accogliere i pellegrini provenienti dalle diverse parti del mondo. Per gli eventi situati in tutto l’arco del 2025 l’accesso sarà libero: niente pass o iscrizioni, solo i controlli di sicurezza, segni concreti di una cristianità che si apre, che accoglie chiunque mostri interesse al suo messaggio. Traspare il volto di una Chiesa che prega e che vuole testimoniare la fede in Colui che si è fatto Via e che cammina con noi. E il leitmotiv che guida tutto il percorso dell’Anno Santo è la Speranza. Di qui l’impegno a impregnare di carità le relazioni che scandiscono le nostre giornate.

Proprio alla comunità di Roma nel lontano 1949 Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, indirizzava queste parole: «Il prossimo anno sarà l’Anno santo. Oh, come vorremmo che tutte le anime comprendessero ciò che vi stiamo dicendo: Roma sarà il centro del mondo e anime di tutto il mondo verranno ad essa come al Cuore della Cristianità. Oh, se accanto alle bellissime chiese, ai monumenti gloriosi, ai palazzi, agli alberghi, i pellegrini trovassero sparsi qua e là come fiamme, i veri cristiani, distinti dagli altri soltanto perché si amano ed amano, cuori aperti come quello di Gesù, pronti a soccorrere tutti, lasciando a tutti non solo il ricordo d’un cristianesimo passato, ma la realtà d’una religione viva, più viva e più bella e più interessante dei bellissimi mausolei che formano la ricchezza di Roma»[1].

In tutto il Movimento stiamo approfondendo il tema della prossimità. Ed è un’occasione d’oro poter viverla con orizzonte così vasto, mettendo a disposizione luoghi di incontro e di scambio dove si respirano il rispetto e la stima reciproci. Nel cuore della capitale vi è il Focolare Point, presso la chiesa di Santa Maria del Carmine, sede di rappresentanza del Movimento dei Focolari.  Il calendario è ricco di appuntamenti e i primi a prenotare le date sono stati i giovani di vari Movimenti e nuove Comunità, che hanno deciso di offrire insieme momenti di riflessione e di scambi per chi lo desidera, con visite e collaborazioni reciproche, incontri culturali e informali.

Vari Movimenti, Associazioni e nuove Comunità si sono uniti per preparare il loro grande appuntamento giubilare, il 7-8 giugno prossimo in piazza San Pietro. La data è significativa e il pensiero corre alla storica Pentecoste del 1998, quando papa Giovanni Paolo II volle incontrarli per la prima volta, riconoscendone l’importanza nella vita della Chiesa: «Più volte ho avuto modo di sottolineare come nella Chiesa non ci sia contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la dimensione carismatica, di cui i Movimenti sono un’espressione significativa. Ambedue sono co-essenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù, perché concorrono insieme a rendere presente il mistero di Cristo e la sua opera salvifica nel mondo. Insieme, altresì, mirano a rinnovare, secondo i loro modi propri, l’autocoscienza della Chiesa, che può dirsi, in un certo senso, essa stessa “movimento”, in quanto avvenimento nel tempo e nello spazio della missione del Figlio per opera del Padre nella potenza dello Spirito Santo»[2].

Da allora essi sono maturati, la comunione si è andata consolidando. Lo si sta sperimentando negli attuali incontri di preparazione al Giubileo di giugno, che coinvolgono una trentina di Movimenti e nuove Comunità in un clima vivace e operoso, che ha orientato il cammino su 4 direttrici che guideranno il programma prima della veglia del sabato sera.

C’è speranza nella Chiesa? Guardando alle sfide che Evangeli gaudium e Christus vivit lanciano, si vuole esprimere la drammaticità di un mondo che ha dimenticato o dà per scontato l’avvenimento cristiano. Cosa vuol dire esser cristiani oggi, nel mondo e nella situazione concreta in cui viviamo?

L’avvenimento di Cristo. Nelle nostre vite è entrato Gesù e vogliamo testimoniare come questo incontro ha cambiato le nostre vite. La Speranza nasce dall’incontro con Lui e quindi diventa un amore sperimentato. Come annunciare concretamente l’amore di Dio manifestato in Gesù Cristo Risorto? Come testimoniare la nostra speranza nella Vita Eterna?

Segni di speranza. Sono tanti i segni di speranza e come fiotti di vita nascosta germinano silenziosi. Si vorrebbero evidenziare e valorizzare e lasciarsi sorprendere da quanto si opera.

Dalla gioia della fede alla missione. La certezza di aver incontrato Gesù e di aver cambiato le nostre vite non può non indurre a portare a tutto il mondo l’annuncio dell’amore di Dio.

In quest’ottica la partecipazione al Giubileo significa dire Sì alla vita e alla speranza, è un’occasione di testimoniare nel quotidiano il cammino verso un mondo di pace.

[1] C. LUBICH, Lettere 1939-1960, Città Nuova, Roma 2022, p. 271-272.

[2] GIOVANNI PAOLO II, https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1998/may/documents/hf_jp-ii_spe_19980527_movimenti.html

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