Grecia: emergenza terremoti geologici e politici

I terremoti che si susseguono dalla fine di gennaio al largo di Santorini e le centinaia di scosse dello sciame sismico, hanno indotto migliaia di residenti a lasciare le isole. Ma i terremoti annunciati, in Grecia, sono anche quelli in ambito sociale e politico.
I soccorritori francesi e greci trasportano Evi Vassilopoulou su una barella fuori dalle macerie della distrutta fabbrica Ricomex nel sobborgo settentrionale di Tatoi ad Atene, giovedì 9 settembre. I soccorritori hanno cercato per più di 20 ore Evi Vassilopoulou, un dipendente della fabbrica, rimasto intrappolato sotto il tetto crollato dell'edificio. Finora più di 70 persone sono morte e più di 1 000 sono rimaste ferite dopo il terremoto che ha colpito Atene martedì. FOTO EPA ANJA NIEDRINGHAUS, nie-mp, ANSA

L’anno nuovo ha fatto il suo ingresso in modo piuttosto inquietante per la Grecia e per i greci. L’attività sismica degli ultimi giorni tra le isole di Santorini e di Amorgos ha spaventato la gente che si è messa in fuga, specialmente da Santorini dove sono rimaste a malapena 4 mila persone. Altri 6 mila o più tra abitanti, turisti e operai – visto che l’attività edilizia è stata sospesa per timore di crolli – stanno abbandonando l’isola con tutti i mezzi disponibili.

Si tratta di un fenomeno senza precedenti, almeno in Grecia, per il fatto che si verificano continue scosse sismiche ogni cinque o dieci minuti, e di intensità fra 4,1 e 5 gradi della scala Richter. Anche se gli esperti sostengono che i terremoti non sono associati all’attività del tragicamente famoso vulcano sottomarino di Santorini, il Kolumbo, non si può escludere un’attivazione dell’attività vulcanica a causa dei terremoti continui. Così come non si può escludere un terremoto di grandi dimensioni. Perciò le autorità hano istituito alcune misure precauzionali come la chiusura delle scuole, lo svuotamento delle piscine e la raccomandazione di non creare assembramenti in luoghi chiusi.

L’attività sismica dell’Egeo non è però l’unico problema che il governo greco deve gestire. La tragedia ferroviaria di Tempe del 28 Febbraio 2023, che ha provocato la morte di 57 passeggeri, la maggior parte studenti, continua a scaldare gli animi, non solo dei genitori delle vittime, ma dell’intera opinione pubblica del Paese, che sembra convinta – insieme ad alcuni esperti – che il governo abbia tentato di insabbiare le prove, non solo della causa dello scontro dei treni, ma anche dell’origine dell’incendio successivo, che non sarebbe stato provocato dall’impatto, ma da un carico chimico illegale coinvolto nel disastro.

Alcuni esperti sostengono che quasi trenta vittime sono morte per asfissia a causa dell’incendio scoppiato dopo lo scontro dei treni. Ci sono state grandi proteste nelle maggiori città del Paese, e anche all’estero solo pochi giorni fa. Lo sciopero generale che si terrà il 28 febbraio, secondo anniversario della tragedia, evidenzia la rabbia della gente e spiega almeno in parte il crollo di popolarità del governo, come i sondaggi hanno messo in evidenza.

Mentre l’indagine giudiziaria è ancora in corso, l’intera opposizione parlamentare cerca di capitalizzare in certo modo il malcontento provocato dalla tragedia e si prepara a presentare una proposta di sfiducia all’attuale maggioranza. È peròinteressante scoprire come, secondo i sondaggi, non sia solo la maggioranza di governo a perdere percentuali, ma anche i due maggiori partiti di opposizione, cioè il Pasok (socialista) e Syriza (sinistra). I socialisti hanno sì aumentato leggermente iI consensi, ma per il momento non hanno capitalizzato né il crollo di Syriza né la diminuzione di consensi della maggioranza. Syriza cerca affannosamente di ritrovare i suoi passi e sua identità dopo le ultime due rovinose scissioni. C’è anche da considerare che sono i partiti di estrema destra gli unici che aumentano le loro percentuali nei sondaggi.

Evidentemente il governo ha sottovalutato la tragedia di Tempe e la reazione della gente,  già molto stanca, tra l’altro, per l’aumento del costo della vita, il malfunzionamento del sistema sanitario, i cronici problemi infrastrutturali e la lentezza della giustizia.

Un altro problema molto serio che il governo deve assolutamente affrontare è il calo demografico (nel 2024 la Grecia era il secondo paese della Ue con il maggior calo demografico) che pesa sempre di più, è evidente, sugli indicatori economici (Pil, pensioni, sanità, scuola, ecc.). Quest’anno in Grecia i terremoti sono iniziati subito, e non solo nel Mar Egeo, ma anche nell’ambiente politico e sociale.

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