Le città a 30 Km all’ora funzionano. Chi va piano va sano e va lontano

Una ricerca dell’Università di Atene dimostra i molti vantaggi della riduzione della velocità dei veicoli nei centri urbani: riduzione degli incidenti, delle vittime, dello smog, del rumore, del consumo energetico, dello stress. L’esempio di Bologna ad un anno dall’estensione del limite
ANSA/ CIRO FUSCO

Nessun pedone ucciso in città negli ultimi dodici mesi. Proprio così, nel territorio del Comune di Bologna i dati parlano chiaro: per la prima volta dal 1991 nessuna persona è deceduta per cause legate ad incidente stradale. Quest’obiettivo si è potuto raggiungere grazie alle politiche del Comune in favore del limite di 30 Km/orari. La città emiliana è stata la prima in Italia a diventare Città 30. Era il 16 gennaio 2024 quando è entrato in vigore il limite dei 30 all’ora su gran parte della rete stradale del territorio, con non poche critiche.

Dopo un anno a 30 all’ora Bologna adesso fa scuola. Il bilancio parla di nessun pedone deceduto, incidenti stradali dimezzati (49%), calo dei pedoni investiti (-16%), dei feriti (-11%), del traffico (-5%), dell’inquinamento da veicoli (-29%).

E dopo Bologna, anche Firenze, Verona e Roma seguono la scia bolognese.

Il Politecnico di Atene ha effettuato uno studio intitolato “Esame dei benefici del limite di velocità di 30 km/h nelle città d’Europa”, e mette a confronto 40 città europee (di cui due città italiane, Bologna e Firenze) che hanno sperimentato l’applicazione del limite dei 30km/h. I dati indicano chiaramente che la riduzione dei limiti di velocità ha migliorato la sicurezza stradale, diminuito la probabilità di incidenti e migliorato la qualità di vita.

A Bruxelles gli incidenti si sono ridotti del 10% e gli infortuni gravi del 37%; Parigi ha visto invece una diminuzione del 25% negli incidenti con lesioni e del 40% in quelli gravi e mortali; Zurigo ha segnato una riduzione del 25% nei decessi e del 16% negli incidenti auto-pedone.

In totale, considerando tutte le 40 città europee, il limite di velocità di 30 km/h in tutta l’area urbana ha permesso di “salvare” circa il 37% di cittadini europei che sarebbero potuti essere vittime di incidenti. Inoltre ci sono impatti positivi sull’ambiente, sul consumo energetico e sulla salute pubblica grazie alla riduzione del consumo di carburante. Le emissioni inquinanti sono diminuite in media del 18% grazie ad un uso più accorto dell’acceleratore e la riduzione del limite di velocità di soli 10 km/h ha potuto portare a un crollo dei livelli di rumore attorno al 40%.

L’applicazione del limite di velocità a 30 all’ora consente inoltre altri benefici per la salute pubblica, basti pensare all’attivazione di pratiche di mobilità dolce nel momento in cui si incoraggiano le persone a spostarsi a piedi, in bicicletta, in monopattino o usare i servizi di trasporto pubblico. Pedalare o camminare sono ottime pratiche per migliorare la salute e come conseguenza calano i tassi di malattie cardiovascolari, obesità e diabete.

Ridurre la velocità in città ha anche un altro risvolto sociale da non sottovalutare, cioè l’effetto-spillover: i guidatori si abituano a quella velocità di rotta e la applicano anche in strade non interessate dalla limitazione. Questo effetto può favorire la diffusione di abitudini di guida meno aggressive e più responsabili. Insomma, chapeau al Comune di Bologna, che sia un modello guida per tante altre città italiane.

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