La voce leggera delle pagine

Passeggiando nei “boschi letterari” con don Paolo Alliata. Quando la grande letteratura accompagna il nostro cammino e lo illumina
Libri nel bosco (foto Pexels-Pixabay)

Il titolo mi aveva attirato: La voce leggera delle pagine. E dal risvolto di copertina ero stato informato che l’autore, Paolo Alliata, è un prete della diocesi di Milano che ha al suo attivo diverse pubblicazioni nelle quali esplora l’intreccio di sentieri tra letteratura non religiosa e spiritualità biblica.

Comincio a leggere e in me cominciano ad accendersi delle “luci” su autori già frequentati e altri no. Vado rendendomi conto – la conferma verrà dalla lettura di altri suoi titoli – che don Paolo, animato dai suoi studi biblici e dalla passione per i romanzi e il cinema, ha un dono speciale per muoversi con libertà tra gli uni e gli altri; dono alimentato anche dal confronto con un pubblico, sia nella predicazione, sia nelle “Passeggiate letterarie” mensili che dal 2016 richiamano anche persone non abituate a metter piede in una chiesa e neanche a leggere libri.

Per tornare a quello in questione, edito da Àncora, è lo stesso don Paolo nella prefazione a precisare: «Perché leggiamo? Perché abbiamo bisogno di orientarci nella complessità dell’esistenza, e conoscere le vicende e seguire le peripezie, imparare dalle decisioni di coloro che si muovono tra le pagine dei romanzi che ci appassionano, tutto questo ci offre chiavi di lettura per decifrare gli enigmi del nostro cuore e incamminarci sul sentiero che ci si snoda davanti». E rileggendo in chiave sapienziale i grandi autori presi in considerazione stavolta – Ray Bradbury, Oscar Wilde, Dino Buzzati, Charles Darwin, Joseph Conrad, Primo Levi, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Jean Giono, Alessandro Baricco e Dante Alighieri, compresa L’epopea di Gilgames –, prosegue: «Questo libro è una lunga passeggiata in altri libri. Come in un bosco letterario, ci muoviamo tra alberi secolari e piante più giovani: ci sono classici che hanno abitato le regioni della grande letteratura per molto tempo, e racconti più recenti la cui fama potrà anche crescere e declinare, ma comunque fremono nel sottobosco ricco di parole. E come nel bosco si può ascoltare la voce del vento, così tra queste righe si potrà forse cogliere la voce leggera delle pagine. È il sussurro di quanti hanno esplorato il mistero del cuore umano e l’hanno raccontato a modo loro, ce ne hanno regalato il fremito nascosto. I grandi e le grandi della narrativa ci sono maestri e maestre, formidabili apripista della nostra avventura sotto il cielo».

Perfetta sintonia, dunque, col pensiero di papa Francesco, che l’anno scorso ha pubblicato – decisione inedita per un pontefice – una Lettera sul ruolo della letteratura nella formazione, in riferimento «al valore della lettura di romanzi e poesie nel cammino di maturazione personale». Lettera che rispecchia l’esperienza personale di Bergoglio e la sua passione per i racconti, le storie reali che ci rendono «sensibili al mistero degli altri».

A proposito delle “Passeggiate letterarie”, don Paolo racconta come è nata la formula: «Appena arrivato alla parrocchia di Santa Maria Incoronata qui a Milano mi sono detto: “Beh è un po’ di anni che tu porti avanti dei percorsi biblici, ai quali partecipano sempre gli stessi del giro dell’oratorio. E se invece provassi a condividere qualche spunto di riflessione ricavato dalle pagine di scrittori e scrittrici che hanno affrontato questioni esistenziali nei loro romanzi, in modo da invogliare a leggerli chi già non l’abbia fatto? In quel periodo stavo leggendo Il visconte dimezzato di Italo Calvino. Così, avendo individuato tre stralci di quest’opera, ho invitato chi volesse venire a condividere questa lettura fatta da un mio amico attore. Era un primo tentativo e non avevo nessuna idea di quale riscontro avrei avuto, per cui sono rimasto colpito quando un centinaio di persone hanno aderito. Va bene, mi sono detto, l’inizio è sempre così; spesso però queste attività pastorali un po’ estemporanee sono un fuoco di paglia che va spegnendosi col tempo. Invece no: un po’ col passaparola, un po’ per la curiosità crescente, gradualmente siamo aumentati fino a doverci spostare dalla sala iniziale in chiesa. Oggi, di solito, raggiungiamo le 400-450 presenze. Io credo che questo sia l’inizio dell’incontro col Dio vivente, che respira di nascosto anche dove non si parla di lui. Da qualche anno queste “Passeggiate letterarie” vengono registrate e caricate sul mio canale Youtube. Questo ha favorito un’ulteriore diffusione. Gli effetti di questa iniziativa? C’è tutta una serie di persone che vanno scoprendo il piacere della lettura o si sentono aiutate a riprendere in mano i grandi testi della letteratura; c’è chi confida: “Leggere mi aiuta a dare un nome a quel che vivo, mi dà forza e fiducia… m’incoraggia il modo in cui si parla di Dio nelle vostre serate e, anche se esigente, mi offre spunti preziosi per il mio cammino spirituale, ecc.”. Mi arrivano poi domande, specialmente quando tocchiamo argomenti come il dolore e la morte. Come pure richieste di continuare il dialogo per email se qualcuno risiede lontano, anche ritengo fondamentale incontrarsi di persona. Il criterio con cui scelgo di volta in volta i romanzi? Semplicemente quelli che mi sono piaciuti. A volte ho cercato di mettere insieme una serie di testi collegati da un filo rosso. Non so se ci sono riuscito, questa non è stata mai la mia preoccupazione dominante. Però, da qualche tempo, sto affrontando la figura di Gesù attraverso romanzi che non parlano espressamente di lui ma che in qualche modo gli facciano l’occhiolino. Così a gennaio ho affrontato Le chiavi del regno di Cronin, a febbraio sarà la volta de L’idiota di Dostoevskji, a marzo della Gloria di Berto; a maggio affronteremo il Vangelo apocrifo di Nicodemo, che parla della risurrezione, e infine a giugno… sorpresa! Non ho ancora deciso».

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