India, il pellegrinaggio Kumbh Mela e la generazione Z

Da alcuni giorni è iniziato in India quello che è considerato “il” pellegrinaggio, e, probabilmente, la manifestazione religiosa con la più alta partecipazione di fedeli sulla faccia della terra. Si tratta del Kumbh Mela, che quest’anno si trasforma nel Maha Kumbh Mela, cioè il grande Mela.
Kumbh Mela festival in India EPA/RAJAT GUPTA

Il Kumbh Mela è una manifestazione si svolge con cadenza annuale, mentre ogni dodici anni, secondo una particolare configurazione astrale, è il turno del Maha, che significa appunto grande.

Milioni di persone hanno iniziato a muoversi – o lo faranno nei prossimi mesi – verso Prayagraj, già Allahabad, una città che si trova alla confluenza del Ganga (il Gange, fiume sacro per eccellenza delle religioni del Sanathana Dharma), dello Yamuna e del Saraswati, corso d’acqua invisibile ma considerato assolutamente sacro.

L’obiettivo è quello di immergersi nelle acque di questi fiumi. Un bagno purificatore e propiziatore insieme. L’India, infatti, nonostante sia ormai uno dei Paesi protagonisti della globalizzazione e, insieme alla Cina e al Vietnam, abbia compiuto passi da gigante nella modernizzazione, resta un contesto all’interno del quale, globalizzazione e tradizione continuano a coesistere grazie a meccanismi misteriosi che spesso sfuggono a studiosi e osservatori occidentali.

Soprattutto negli ultimi anni, grazie alla maggior facilità di movimento, incoraggiati da un governo nazionalista indù, come quello di Narendra Modi, questi fenomeni religiosi – in particolare i cosiddetti tirtha – continuano a veder crescere il numero di partecipanti che è costituito da milioni di persone. Non si deve, infatti, mai sottovalutare la popolazione del Paese che si sta avviano al miliardo e mezzo di abitanti. Già nel 2000, per avere un riferimento pari a quello dell’Anno Santo cattolico, furono settanta milioni i pellegrini indù che visitarono Allahabad, la città dove, come quest’anno, si svolse il Kumbh Mela   E non era un maha (grande) mela.

Questa manifestazione, che si svolge ogni anno, si alterna fra tre grandi centri particolarmente sacri per via della loro posizione alla confluenza di fiumi significativi nella tradizione del sanathana dharma: Hardwar, Allahbad (Prayagraj), Nasik e Ujjain. Da anni, le grandi organizzazioni del nazionalismo e fondamentalismo indù rappresentano il motore dell’evento e colgono l’occasione per portare in evidenza l’antica tradizione e la necessità di rispettarla per difendere la propria identità indù.

La grande famiglia dei gruppi socio-religiosi e dei partiti politici che si sono coagulati attorno all’ideologia dell’Hindutva, in particolare la Vishva Hindu Parishad (Vhp) e la Bharat Sadhu Samaj (Bss), ed altre, sono sempre più attive nell’incoraggiare alla partecipazione masse provenienti da ogni angolo del Paese in nome di un ritorno alle radici culturali-religiose che devono restare patrimonio unico e non negoziabile del popolo indiano.

Due sono i momenti fondamentali in queste sei settimane di pellegrinaggio sacro. Il bagno che ognuno decide di fare in giorni e orari particolarmente di buon auspicio, secondo le congiunzioni astrali, e l’interminabile processione di migliaia e migliaia di sadhu, asceti e sacerdoti (per così dire), che si dirigono verso le acque purificatrici per un’immersione nei giorni ritenuti più adatti a loro. Si tratta di monaci-sacerdoti chiamati akharas, una definizione che contiene un elemento di lotta, combattimento.

Tuttavia, i media indiani stanno mettendo in evidenza l’alta partecipazione dei giovani a questa edizione del Kumbh Mela, in particolare quelli della cosiddetta generazione Z. Ad essa appartengono i giovani della prima generazione ad essersi sviluppata potendo godere dell’accesso ad Internet sin dall’infanzia. Sono considerati i primi pienamente nativi digitali.

È sorprendente, tra canti antichi, acque fluviali e rituali senza tempo, vedere un gran numero di giovani esperti di tecnologia che stanno partecipando all’evento. Questa generazione è capace di tenere insieme senza sforzo i social media con la spiritualità. Molti si stanno chiedendo che cosa attragga un numero così elevato di giovani al Kumbh mela, un raduno religioso che si ritiene adatto ai sadhus, agli spirituali e agli anziani.

Ventenni che si sono immersi nelle acque sacre, che passano da Allahabad, hanno rilasciato diverse dichiarazioni, a volte anche sorprendenti. C’è chi vuole riprendere sui telefonini le scene che vede per condividerle con i suoi nonni. Altri desiderano scoprire di persona il senso di tutta questa discussione sulla spiritualità. C’è anche chi, in senso molto tradizionale, vuole immergersi nel mare dei credenti e connettersi con la vasta umanità. E non manca chi vuole fare una ricerca sulla gestione dei rifiuti nel più grande raduno pacifico di persone al mondo.

Insomma il Kumbh Mela conferma ancora una volta l’immensa capacità di questa cultura di armonizzare progresso e valori tradizionali con meccanismi misteriosi che, ancora oggi, in questo mondo super tecnologizzato, appaiono lontani dalla comprensione di coloro che non conoscono a fondo il mondo culturale e spirituale dell’India.

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