Gesù pupilla di luce

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che Egli ama» (Lc 2,14) è stato l’incipit del discorso di frate Marco Moroni, custode del Sacro Convento San Francesco di Assisi, che ha accolto i numerosi pellegrini in visita alla Basilica e alla città che ha visto nascere San Francesco, la Seraphica Civitas.
Quest’anno, oltre al consueto albero di Natale, è stata collocata, nella piazza antistante l’ingresso della Basilica inferiore, la rappresentazione della Sacra Famiglia. Un’opera di grandi dimensioni realizzata dagli scultori Filip Maroder Doss e Thomas Comploi, entrambi di madre lingua ladina residenti in Val Gardena. Gesù si definisce “la Luce del mondo” nel Vangelo di Giovanni (8,12): «Io sono la Luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Il presepio realizzato, la scenografia proposta dagli scultori altoatesini, prende il titolo “Gesù pupilla di Luce”.
San Francesco è stato l’inventore del presepio, l’omaggio alla Sacra Famiglia ha visto la sua epifania a Greccio. Da subito ha inserito il bue e l’asinello, anche se sono stati citati solo nel Vangelo apocrifo “pseudo-Matteo”, dove il testo afferma: «Tre giorni dopo la nascita del Signore nostro Gesù Cristo, la beatissima Maria uscì dalla grotta ed entrò in una stalla, depose il bambino in una mangiatoia, dove il bue e l’asino l’adorarono. Il bue riconobbe il suo padrone, e l’asino la mangiatoia del suo Signore. Beati coloro che riconoscendolo potranno nutrirsi di Lui, come il bue e l’asinello, con il loro padrone».
Sarà veramente Natale se, come gli animali riconoscono il loro padrone, anche noi sapremo riconoscerlo nella Parola, nel pane della vita eterna e nel sacramento dei poveri. Quest’anno in Assisi, nelle strade che conducono alle chiese più importanti della città del Santo, si incrocia lo sguardo con diverse scritte luminose, frasi in volgare umbro con influssi toscani e francese, che invitano a leggere una lode a Dio che scrisse San Francesco due anni prima della sua morte: “il Cantico delle Creature”. Una lode scritta con una tale forza da diventare, in alcuni tratti, la gioia alla vita, una preghiera alla gioia del creato, l’amore per la natura, la connessione fra l’uomo e il creato.
L’undici gennaio del 2025, presso la chiesa di San Damiano in Assisi, si celebrerà l’apertura degli ottocento anni dalla nascita del Cantico delle Creature. Sarà questo un momento di gioia per tutti i frati e per tutti coloro che amano il Santo, giullare di Dio, protettore che nell’iconografia classica è rappresentato, di volta in volta, circondato da colombe bianche, davanti un lupo: un modo per dimostrare come San Francesco d’Assisi, il santo festeggiato il quattro ottobre, abbia un legame strettissimo con gli animali e quanto sia universalmente considerato come il simbolo nella cultura cattolica della relazione interspecie basata sull’empatia, la solidarietà e il rispetto reciproco.
Non è un caso, dunque, che proprio il quattro ottobre si celebri la Giornata mondiale degli animali, istituita per «aumentare lo status degli animali al fine di migliorarne gli standard di benessere in tutto il mondo». La giornata dell’otto dicembre è stata caratterizzata dal concerto di voci bianche il Coro “Le stelle di Natale”, che hanno iniziato a preparare i canti dallo scorso sedici ottobre e sotto la guida del maestro frate Maurizio Lenti in collaborazione con i maestri Angelo e Raul Provvedi. I piccoli cantori, provenienti dalle scuole elementari di Assisi, Rivotorto, Gualdo Tadino, Sigillo, Scheggia, Costacciaro e Fissato di Vico si sono esibiti per le tantissime persone, radunate nella piazza San Francesco, dinanzi alla Basilica del Santo.