Un nuovo processo per Rigopiano?

A distanza di 8 otto anni il pronunciamento atteso dalla Cassazione per il 3 dicembre potrebbe riaprire il processo per la valanga del 18 gennaio 2017.
Una veduta aerea di quel che rimane dell'hotel Rigopiano di Farindola che sette anni fa, il 18 gennaio 2017, fu travolto e distrutto da una valanga, alle pendici del versante pescarese del Gran Sasso, provocando la morte di 29 persone, 18 gennaio 2024. ANSA / Emanuele Valeri

Erano ieri (28 novembre, ndr) davanti il Palazzo di Giustizia di Roma i familiari delle vittime della valanga di Rigopiano che il 18 gennaio 2017 travolse ed uccise 29 persone, e sono rimasti lì anche oggi in attesa del verdetto della Cassazione. Verdetto che non è giunto, ma che è stato rinviato al 3 dicembre. Chiamata a decidere è la sesta sezione penale della Corte di Cassazione presieduta dal Giorgio Fidelbo; a cui il sostituto procuratore generale in Cassazione di Roma, Giuseppe Riccardi, ha fatto richiesta, con la requisitoria nella giornata del 27 novembre, di un nuovo processo.

La dolorosa vicenda del resort di Farindola, sommerso da una slavina staccatasi dal versante pescarese del Gran Sasso il 18 gennaio 2017, che ebbe come tragico bilancio di 29 persone decedute e solo 11 superstiti, considerata la seconda valanga con più morti in Europa, attende ora un altro capitolo della sua storia dopo lultimo grado di giudizio presso la Corte dAppello de LAquila di maggio 2023. In quelloccasione ventidue erano stati gli assolti, mentre il numero di coloro che erano stati ritenuti colpevoli erano saliti da cinque a otto rispetto al primo grado, con lex prefetto di Pescara Francesco Provolo, il suo vice Leonardo Bianco e il tecnico comunale Enrico Colangeli che si andavano ad aggiungere ai già condannati: l’ex sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, il tecnico comunale Giuseppe Gatto, il gestore dellhotel Rigopiano Bruno Di Tommaso e i dirigenti provinciali Paolo DIncecco e Mauro Di Blasio.

Ora per il ricorso in Cassazione il sostituto procuratore generale Riccardi ha chiesto un nuovo processo per valutare le accuse di concorso in omicidio colposo, lesioni colpose e depistaggio per Francesco Provolo, per le quali era stato assolto in secondo grado. Altresì ha chiesto di annullare le sei assoluzioni alle autorità regionali della Protezione civile dAbruzzo nonché la conferma delle condanne a Paolo DIncecco, Mauro Di Blasio, Bruno Di Tommaso, Enrico Colangeli e Ilario Lacchetta. Per questultimo, però, Riccardi ha chiesto anche un nuovo processo per disastro colposo.

Si punta a rimettere in gioco, insomma, limpianto accusatorio portato avanti dai Pm pescaresi di disastro colposo e omicidio colposo in concorso. Ciò porterebbe a richiamare a processo anche altri protagonisti sia della Regione Abruzzo che della Prefettura, esclusi e assolti nei primi due gradi di giudizio, nonché a chiedere un nuovo processo per i dirigenti regionali della Protezione civile per lassenza della carta valanghe e, ovviamente, il rigetto dei ricorsi degli imputati della Regione e della Prefettura assolti nei primi due gradi.

Ora è solo il tempo dell’attesa. Attesa fino al 3 dicembre per sapere se questa vicenda giudiziaria, oltre che umana, estremamente complessa, su cui tra l’altro incombe la prescrizione dei reati, sia giunta al suo ultimo atto o meno.

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