Legami familiari e libertà di essere se stessi

Vivere in modo coerente con se stessi e riscrivere nuove pagine non è in opposizione alle buone relazioni affettive, di certo i rapporti hanno bisogno di ristrutturazione
Foto di Lukáš Jančička da Pixabay

R. arriva da me fortemente insoddisfatta. In primis parla di una situazione lavorativa in cui non si sente riconosciuta dai suoi capi, si sente stretta, ingabbiata in un sistema in cui non riesce a fiorire. La situazione sentimentale sembra apparentemente tranquilla, ha una relazione da quando era ragazzina e oggi sta in una convivenza pacifica e a tratti simbiotica. Questa insoddisfazione è solo la punta dell’iceberg.

Se osserviamo la sua storia si recuperano le tracce di un copione che non funziona più. Perché si va a cadere sempre lì nel passato? C’è chi non ci vuole più pensare, chi vuole scrivere pagine nuove e costruire solo il futuro. Stare nel presente è una risorsa e allo stesso tempo siamo frutto del sistema in cui siamo cresciuti, bisogna esserne consapevoli per poter slacciare dei nodi, sciogliere dei fili e volare in questo presente.

Ci sono delle eredità transgenerazionali che si tramandano, modus operandi che oggi possono non farci respirare. Il primo passo è vedere questi reticoli nascosti di fedeltà ai membri della famiglia di generazione in generazione. Avvengono delle trasmissioni di schemi, per esempio, R. ha una madre che non è riuscita a svincolarsi dalla propria madre e ad essere se stessa, a costruire qualcosa di indipendente.

È una madre che a sua volta non facilita lo svincolo della figlia, tenderà a perpetuare una storia di controllo su di lei (a volerla sempre bambina). In questo modo si ripetono le stesse vicissitudini e R. non le vuole più vivere. C’è una spinta vitale dentro di lei, un respiro di libertà che la spinge oltre. Tradire il suo sistema, il modello di sua madre è molto faticoso. Allo stesso tempo sente che non può percorrere la stessa strada, ha bisogno di vivere la sua vita, di essere se stessa.

Mi dice: «la vita è troppo breve per vivere così». Entrare in un processo di consapevolezza rispetto alle dinamiche relazionali a cui aderiamo in modo automatico è possibile attraverso una narrazione della propria storia e delle proprie radici familiari, ripercorrendo quelle modalità acquisite che finché non le guardiamo da lontano ci sembrano le uniche possibili. Abbiamo dei legami col passato e dei segreti sommersi.

Ogni famiglia ha dei segreti. Ciò di cui non siamo consapevoli è che alimentiamo questi lati oscuri che ci portiamo dietro, che portano con sé il dubbio di non essere adeguati e non potercela fare da soli. Aderire a degli schemi preordinati per certi versi è più semplice, ma non è detto che sia la nostra felicità.

In questo modo sviluppiamo quello che lo psicanalista britannico Winnicott definisce “falso sé”. E così andiamo avanti senza sapere chi siamo, recitando un copione per farci accettare dagli altri covando rabbia e frustrazione. Il primo passo quindi è essere coscienti delle proprie dinamiche.

Vivere in modo coerente con se stessi e riscrivere nuove pagine non è in opposizione alle buone relazioni affettive, di certo i rapporti hanno bisogno di ristrutturazione. L’amore per essere amore non intrappola, ma lascia liberi. É nella libertà di potersi esprimere e di avere i propri spazi che poi ci si può re-incontrare in un nuovo tempo di scambio in cui si vede l’altro per quello che è. A volte, subentra la paura di perdere le persone care se si esprime la propria volontà e i propri bisogni.

Ci vuole il coraggio di lasciare andare chi non vuole fermarsi e accoglierci nei nostri limiti. Conoscersi fa sì che possiamo stare nel presente consapevoli di ciò che siamo, dei passi che non vogliamo più fare e che di quelli nuovi che stiamo per fare. Essere liberi di essere se stessi è un passo rivoluzionario ed è la possibilità di incontrare gli altri nell’accettazione reciproca, lasciando andare la rabbia e il rancore che le trappole antiche hanno generato.

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