Violenza sulle donne, Mattarella: non si fa abbastanza per contrastarla

La violenza sulle donne è aumentata negli ultimi due anni. Per fortuna, sono cresciute anche le richieste di aiuto. Serve uno scatto culturale e sociale per prevenirla e contrastarla.
Alcune delle vittime di femminidio di questo anno. Prima fila da sx: Ana Cristina Correia Duarte, Aneta Katarzyna Danelczyk, Anica Panfile, Anna Sviridenko, Annalisa Rizzo, Annarita Morelli, Antonella Salamone. Seconda fila da sx: Auriane Nathalie Laisn, Cristiane Angelina Soares De Souza, Delia Zarnescu, Ester Palmieri, Flavia Mello Agonigi, Francesca Deidda, Giada Zanola, Ignazia Tumatis. Terza fila da sx: Giusi Massetti e Martina Gleboni, Lucia Felici, Lucia Salcone, Maria Campai, Maria Batista Ferreira, Maria Rus, Nicoleta Rotaru. Quarta fila da sx: Nicoletta Zomparelli, Patrizia Russo, Ren Amato, Roua Nabu, Saida Hammouda, Sharon Verzeni, Vanessa Ballan, Vincenza Saracino. Foto ANSA/NPK

Nel 2023 le vittime di violenza sessuale in Italia sono state 6.062. Secondo i report della Polizia criminale diffusi dal ministero della Salute, di queste il 91% erano donne. Secondo i dati Istat, più di 3 donne su 10 hanno subito forme di violenza fisica o sessuale. Le violenze più gravi sono state commessa da partner o ex partner, amici o parenti. Su cento uccisioni di donne, nell’84,1% dei casi si tratta di femminicidi: cioè le vittime sono state ammazzate per il loro genere. Al di là dell’inutile retorica politica, in 94,3 casi su 100 le donne italiane sono uccise da uomini italiani. Nel 43,8% dei casi, le donne straniere sono vittime di connazionali.

Sono numeri da paura, spesso negati e sottostimati: a partire dal fatto che non tutte le donne che hanno subito violenza lo hanno riconosciuto e lo hanno denunciato. «La violenza contro le donne – ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – presenta numeri allarmanti. È un comportamento che non trova giustificazioni, radicato in disuguaglianze, stereotipi di genere e culture che tollerano o minimizzano gli abusi, che si verificano spesso anche in ambito familiare».

Le misure finora messe in campo non sono purtroppo sufficienti «a salvaguardare le donne, anche giovanissime, che continuano a vedere i loro diritti violati. È un’emergenza che continua. Si tratta di madri, sorelle, figlie, persone con sogni e progetti che vedono violato il diritto di poter vivere una vita libera e dignitosa, donne che lottano per la propria indipendenza, per poter scegliere il proprio destino».

“Nessuna scusa” è il tema proposto dall’Onu nella giornata contro la violenza sulle donne. «È superfluo – commenta Mattarella – sottolineare che non ci sono scuse accettabili a giustificazione della violenza di genere. Occorrono azioni concrete. È fondamentale continuare a lavorare per eradicare i pregiudizi e gli atteggiamenti discriminatori che rendono ancora oggi le donne più deboli nella società, nel lavoro e nella famiglia. Le istituzioni, le forze della società civile devono sostenere le donne nella denuncia di qualsiasi forma di sopruso, offrendo protezione e adeguato supporto. È un valore per l’intera società far sì che siano pienamente garantiti i diritti umani dell’universo femminile».

Manifestazione ’Non Una di Meno’ contro la violenza sulle donne. Roma, 23 novembre 2024. ANSA/FABIO CIMAGLIA

Contro la violenza di genere il 23 novembre migliaia di manifestanti hanno sfilato a Roma con corteo “Disarmiamo il patriarcato”, con lo slogan “Se io non voglio, tu non puoi”, a cui hanno aderito anche molte donne del mondo dello spettacolo, da Paola Cortellesi (attrice e regista del film “C’è ancora domani”), Maria Chiara Giannetta, Vittoria Puccini

Purtroppo, secondo uno studio di Save the children e una ricerca della fondazione Libellula, molto spesso le vittime non riconoscono gli abusi subiti, soprattutto tra le adolescenti. La troppa gelosia, i divieti imposti dai fidanzati, i pedinamenti e i controlli vengono visti come segni d’amore e non come le violenze che sono in realtà.

Nella maggior parte dei casi, i femminicidi sono preceduti da alcuni campanelli d’allarme, i cosiddetti reati spia. Si tratta di reati trasversali, che cioè vengono commessi da uomini di tutti i ceti sociali e di ogni formazione culturale. Il ministero degli Interni indica, tra gli altri, atti persecutori e stalking, maltrattamenti, violenze sessuali, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa… Fondamentale è denunciare chi commette le violenze.

Per proteggersi, le vittime possono chiedere aiuto ai numeri dedicati. Il ministero della Salute indica i seguenti:

  • Numero di emergenza 112:
    • in caso di aggressione fisica o minaccia di aggressione fisica;
    • se si è vittima di violenza psicologica;
    • se si sta fuggendo con i figli (eviti in questo modo una denuncia per sottrazione di minori);
    • se il maltrattante possiede armi.
  • Numero antiviolenza e anti stalking 1522 – è attivo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo. L’App 1522,  disponibile su IOS e Android, consente alle donne di chattare con le operatrici. Si può chattare anche attraverso il sito ufficiale del numero anti violenza e anti stalking 1522.
  • App YouPol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche.
  • Pronto Soccorso, per cure mediche immediate e non procrastinabili. Gli operatori sociosanitari del Pronto Soccorso, oltre a fornire le cure necessarie, sapranno indirizzare la persona vittima di violenza verso un percorso di uscita dalla violenza.
  • I consultori.
  • Centri antiviolenza.
  • Farmacie, per avere informazioni se non è possibile contattare subito i Centri antiviolenza o i Pronto soccorso
  • Telefono Verde AIDS e IST 800 861061 se si è subita violenza sessuale. Personale esperto risponde dal lunedì al venerdì, dalle ore 13.00 alle ore 18.00, sui possibili rischi di contrarre infezioni a trasmissione sessuale a seguito della violenza. Si può accedere anche al sito www.uniticontrolaids.it
  • Poliambulatorio dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà (INMP), dedicato alla presa in carico delle donne più fragili o comunque bisognose di assistenza sanitaria e psicologica.

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