Emilia Romagna, De Pascale punta a rilanciare la sanità pubblica

In Emilia Romagna vittoria annunciata per De Pascale (Centro Sinistra) che non sconfigge il crescente astensionismo.
Michele de Pascale, candidato di centrosinistra alla presidenza dell'Emilia-Romagna, al quartier generale di Bologna, 18 novembre 2024. ANSA/MAX CAVALLARI

46-56-40 sono i principali numeri usciti sulla ruota dell’Emilia Romagna, il 17 e 18 novembre scorsi, da cui partire per un’analisi del voto. 46,42% è la percentuale di votanti in Regione (si puntava ad arrivare al 50%) in continuo e costante calo da anni (-2115% rispetto alle Regionali del 2020).

Con il 56,77% è stato eletto presidente della Regione Emilia Romagna Michele De Pascale, appoggiato da una coalizione di centro sinistra, anche più ampia del “campo largo” nazionale.

Elena Ugolini, invece, candidata civica, ma appoggiata dal centro destra, si è fermata al 40,07%. 37 consiglieri su 48 saranno alla loro prima esperienza nell’assemblea regionale. Il maggior ricambio è avvenuto nel PD, con 19 consiglieri neoeletti su 27; segue Fratelli d’Italia con 9 consiglieri, al loro primo mandato, su un totale di 10. Nuovi consiglieri con nuove idee (si spera…) per una Regione che ha sempre bisogno di essere all’avanguardia nei diversi settori produttivi e, al contempo, al servizio ed in ascolto dei cittadini.

De Pascale ha subito dichiarato di voler collaborare con il Governo Meloni ad un Patto Repubblicano per mettere in campo azioni e infrastrutture utili a prevenire altre inondazioni. È una prima risposta istituzionale verso il popolo romagnolo, che non si è fatto bloccare dalla rabbia e dalla frustrazione per le ultime alluvioni, ma ha ridato fiducia al PD e all’intera coalizione.

Il neo presidente, inoltre, ha evidenziato che l’Emilia Romagna sarà l’avamposto della sanità pubblica. In campagna elettorale ha più volte evidenziato i limiti di alcuni settori assistenziali e di cura, impegnandosi a migliorarli per una sanità pubblica, di qualità ed uguale per tutti (lo stesso De Pascale ha vissuto  sul suo corpo la qualità degli ospedali di questa Regione essendo stato vittima, nel 2011, di un gravissimo incidente stradale).

Il problema dell’astensione
È auspicabile che nei prossimi 5 anni la Giunta e l’Assemblea Regionale si prodighino per migliorare  la qualità di vita dei cittadini, ma cosa metteranno in campo per recuperare il 53,58% dei cittadini che non sono andati a votare ?

Ugolini ha chiesto di collaborare con il centro sinistra per recuperare questi cittadini, autoesentati dal voto, alla vita democratica. Ma quanta volontà persiste davvero in tutta la classe politica nel limitare l’astensionismo? Il non voto è un problema di tutte le democrazie ma, seguendo una linea di puro cinismo e strategia, ad ogni forza politica potrebbe convenire di mantenere l’attuale status quo (anzi ridurre sempre più il numero dei votanti) in modo da poter veicolare al meglio le richieste con le relative soluzioni, controllando di fatto il voto.

Ma spero di essere smentito e auspico un serio impegno fatto di reale ascolto del territorio, dei cittadini più in difficoltà, di una maggiore cultura civica, tutte azioni atte ad aumentare il numero dei votanti alle prossime elezioni. Da tener conto, inoltre, la candidatura dei sindaci (in carico e non) che possono “trasmettere fiducia” grazie alla buona attività amministrativa effettuata sul campo. Nelle ultime regionali, soprattutto nelle file del PD, erano presenti un buon numero di amministratori che hanno contribuito notevolmente alla vittoria del centro sinistra (De Pascale è sindaco a Ravenna, Isabella Conti, ex sindaca di San Lazzaro di Savena, è stata votata da circa 20 mila cittadini).

Il ruolo dei cattolici nella nuova assemblea legislativa
Nella scorsa legislatura 9 consiglieri del PD (vicini a diverse realtà cattoliche) si opposero alla Legge regionale sul Fine vita, bloccandola di fatto. Al momento non sono a conoscenza di quanti eletti provengano da esperienze cattoliche, ma poco importa. L’importante è che siano presenti e attivi  sui tanti temi utili alla formazione umana, a partire non solo sull’argomento del fine vita ma anche, ad esempio, sulla proposta di allargare i nidi gratis per tutte le famiglie (in modo da aumentare il lavoro femminile); migliorando ed aumentando i progetti scolastici di educazione all’affettività (per prevenire e far diminuire i tanti e troppi femminicidi in Emilia Romagna e in Italia); riflettendo sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in ogni aspetto o luogo in cui si possa pensare di sostituire l’abilità e l’ingegno umano.

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