Stefania Proietti e l’Umbria, il banco di prova del cambiamento

Alcune delle grandi sfide che dovrà affrontare la sindaca di Assisi eletta presidente della regione “verde” d’Italia
La neo-presidente della Regione Umbria Stefania Proietti con la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi (C) e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schelin, festeggiano la vittoria, Perugia, 18 novembre 2024. ANSA/GIANLUIGI BASILIETTI

Con la vittoria di Stefania Proietti (51,1% dei votanti), candidata di un centrosinistra allargato alle elezioni regionali del 2024, l’Umbria si prepara ad affrontare una nuova fase della sua storia politica.

Una fase che, almeno nelle intenzioni della presidente, dovrà coniugare sviluppo economico e sostenibilità. Ma, come sempre accade, la realtà è più complessa di quanto le parole possano trasmettere. La regione, storicamente caratterizzata da una ricchezza paesaggistica, culturale e gastronomica, è anche il palcoscenico di sfide economiche e sociali che non si possono ignorare.

A fare da contraltare al desiderio di progresso, ci sono i cosiddetti “poteri reali”, quegli attori economici e sociali che da sempre dominano il territorio umbro. Si parla di industrie che inquinano, del mercato delle armi, del consumo di suolo e della stagnazione di un’agricoltura che fatica a fare il salto verso il futuro. E poi c’è il turismo di massa, che se non regolato, rischia di consumare l’Umbria senza lasciare nulla.

L’AST e l’impatto dell’inquinamento industriale

Uno dei pilastri industriali dell’Umbria è l’Acciai Speciali Terni (AST), una realtà che, pur essendo un motore economico fondamentale per la regione, rappresenta anche un’enorme sfida sul fronte ambientale. Le sue emissioni industriali, come confermato dai dati ARPA, sono responsabili di un significativo inquinamento atmosferico, con ripercussioni sulla salute e sull’ambiente.

Stefania Proietti, con la consueta pragmatica serietà che l’ha contraddistinta nella sua esperienza amministrativa, ha chiarito più volte che la transizione ecologica non può prescindere da un coinvolgimento delle grandi industrie. «Non possiamo fare a meno delle industrie, ma dobbiamo renderle parte del processo di cambiamento verso la sostenibilità», ha dichiarato nel suo programma. La vera sfida, però, sarà quella di confrontarsi con una realtà radicata, come l’AST, e avviare un dialogo che non solo riduca le emissioni, ma che permetta anche una riconversione che tuteli i posti di lavoro. Alla produzione industriale è legata la gestione dei rifiuti, negli scorsi anni, in Umbria, è stata interessata da inchieste sullo smaltimento dei rifiuti industriale. Il potenziamento della raccolta differenziata è la via maestra indicata dalla Proietti.

L’industria metalmeccanica e la questione etica delle armi

Un altro settore che entra in gioco nell’equazione dell’Umbria è quello metalmeccanico, che vede alcune aziende coinvolte nella produzione di componenti per il mercato delle armi. Un comparto che solleva, oltre a questioni economiche, anche dilemmi etici. Si tratta di un tema delicato, che Stefania Proietti non ha ancora affrontato apertamente, ma che si trova nel cuore della sua amministrazione.

Nel programma, la presidente ha espresso la volontà di sviluppare una regione che promuova la “pace e la sostenibilità”, temi che potrebbero entrare in contrasto con un settore che, a dispetto delle sue dimensioni, non è mai stato al centro del dibattito politico regionale. Tuttavia, Proietti sa bene che la realtà umbra non può fare a meno di un’industria che dà lavoro a migliaia di persone. Per questo, la vera sfida sarà quella di trovare un equilibrio, senza compromessi sui principi che sostengono il suo progetto politico. In questo le associazioni pacifiste umbre hanno l’arduo compito di preparare il terreno, le coscienze di tutti i livelli della società, a prendere prese di posizione nette sulla produzione di armi in Umbria. Con il supporto dei sindacati, si dovrà lavorare anche al piano industriale che l’Umbria si merita.

Agricoltura: l’innovazione che stenta a decollare

L’agricoltura umbra è da sempre un settore di grande prestigio, ma ha le sue contraddizioni. Se da un lato la regione può vantare alcune delle eccellenze più apprezzate nel panorama agroalimentare italiano, dall’altro soffre di un grave ritardo nell’adozione di pratiche innovative. Il settore agricolo è ancora legato a vecchi schemi, troppo conservativi per affrontare le sfide moderne. Soluzioni come l’agrivoltaico, che integrano la produzione agricola con l’energia solare, sono ancora poco diffuse.

Nel suo programma, Stefania Proietti ha messo in evidenza l’importanza di «promuovere l’innovazione in agricoltura», un cambiamento che deve passare attraverso l’adozione di tecnologie moderne, senza penalizzare le tradizioni che caratterizzano il paesaggio umbro. Non si tratta solo di un’opportunità per l’ambiente, ma anche di un’opportunità economica. Proietti sa bene che il futuro dell’Umbria dipenderà da quanto saprà essere capace di coniugare tradizione e innovazione, con il giusto mix di rispetto per la terra e apertura alle sfide della modernità. Le associazioni di categoria hanno il compito di fare da catena di trasmissione delle politiche che saranno proposte.

Il consumo di suolo e la rigenerazione urbana

In Umbria, ogni anno, circa 150 ettari di suolo vengono impermeabilizzati per far posto a nuovi capannoni industriali e grandi centri commerciali. Ma, mentre le città si espandono, i borghi storici e le aree rurali si spopolano, lasciando vuoti urbani che non trovano spazio nella discussione pubblica.

Il consumo di suolo è una delle sfide più gravi per la regione, ma Stefania Proietti, come ha scritto nel suo programma, non intende continuare a costruire senza tener conto dei «vuoti urbani e delle potenzialità di recupero dei borghi». La sua visione per l’Umbria è chiara: il futuro non può passare dalla cementificazione indiscriminata. La rigenerazione urbana, la valorizzazione dei centri storici e il recupero dei borghi sono gli obiettivi prioritari della sua amministrazione. «Non possiamo continuare a costruire ignorando ciò che già esiste», ha dichiarato, ribadendo che l’Umbria ha bisogno di una visione strategica che vada oltre il semplice consumo di suolo. Su questo punto i sindaci che durante la campagna elettorale l’hanno sostenuta, non potranno tirarsi indietro nella modifica dei piani regolatori. Se da una parte la Regione potrà veicolare fondi per la riqualificazione dei territori, dall’altra le amministrazioni dovranno regolare il consumo di suolo.

Turismo: opportunità o sfruttamento?

Il turismo è un settore che, seppur vitale, rischia di rivelarsi un’arma a doppio taglio. Assisi, la città simbolo della regione, ne è un esempio lampante: il flusso turistico incontrollato ha portato a un consumo eccessivo di risorse locali, senza restituire benefici reali alla comunità.

Nel suo programma, Stefania Proietti ha chiarito che il turismo in Umbria deve evolversi, passando dalla quantità alla qualità. «Il turismo deve essere una risorsa sostenibile, capace di arricchire le comunità locali e tutelare il nostro patrimonio ambientale», ha scritto. È il momento di regolamentare i flussi turistici, per evitare che la regione venga svuotata della sua identità a favore di una mera spettacolarizzazione. Alla vigilia del centenario del Cantico delle Creature, tanto caro alla neo-governatrice, le famiglie francescane in primis dovranno lavorare per rendere l’afflusso di persone più sostenibile. Il turismo religioso deve essere ripensato per diventare meno estrattivo e più autentico.

Il Partito Democratico: la sfida di avviare processi

Il Partito Democratico in Umbria ha radici profonde. Ma questa presenza capillare può diventare sia una risorsa che un ostacolo, soprattutto se non riesce a mettere il suo radicamento al servizio del cambiamento. Il rischio è che la macchina politica, ben oliata, finisca per mantenere il potere anziché favorire una reale trasformazione.

Il settore della sanità, in particolare, è uno dei campi più difficili da affrontare. La riforma sanitaria che Stefania Proietti propone richiede un cambiamento profondo, senza tentennamenti. «La sanità va riformata, ma senza cedere alle logiche di potere. Il nostro obiettivo è un sistema che risponda alle esigenze della gente, con efficienza e qualità», ha scritto nel suo programma. La sfida è far evolvere una macchina che negli anni ha avuto troppe forze che l’hanno piegata alle esigenze politiche. Il Partito Democratico ha l’occasione di riscattarsi dopo i problemi giudiziari, avuti nel 2019 proprio su nomine in ambito sanitario.

Stefania Proietti affronta un mandato difficile. Il suo successo dipenderà dalla capacità di affrontare i nodi storici dell’Umbria senza cedere ai poteri consolidati. Industria, agricoltura, turismo e territorio: ogni tema richiede scelte coraggiose e visione strategica. Ma sopratutto una unità di intenti di avviare processi che non per forza dovranno concludersi con questa consiliatura. La domanda è se la regione sarà pronta a seguirla lungo un percorso che promette di trasformare valori ambiziosi in realtà concrete. Gli umbri, intanto, osservano. C’è chi guarda con speranza, chi con scetticismo. Ma il futuro, come sempre, si giocherà su un equilibrio fragile tra ciò che è e ciò che potrebbe essere.

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons