Questione Albania, il Governo non poteva non sapere

Ritorniamo sul discorso riguardante i centri di trattenimento per i migranti in Albania.
Foto Ansa, EPA/MALTON DIBRA

Sbagliavo di grosso quando scrivevo su queste pagine che si sarebbe parlato poco della “vicenda Albania” riferendomi ai centri di trattenimento per i migranti. Tutta la faccenda, infatti, è diventata per il Governo un obiettivo di programma non trattabile ed è un ottimo argomento per cercare consensi anche all’estero.

I giornalisti d’inchiesta intanto ci fanno conoscere gli elevatissimi costi sostenuti per tenere lontani dai confini nazionali alcuni tra i migranti intercettati sui barconi nel Mediterraneo in rotta verso l’Italia. Si tratta di centina e centinaia di milioni di euro. Quindi se ne parla moltissimo e sotto diversi profili.

L’aspetto che apre qualche dubbio è che i più alti esponenti del Governo, persone molto esperte di legge perché provenienti dalla magistratura o comunque da anni di lavoro sul tema immigratorio, si dichiarano sorprese e indignate dell’esito dei primi tentativi di trattenimento di alcune persone in Albania. Tutti si sono espressi in modo negativo nei confronti dei giudici di Roma che non hanno convalidato i decreti di trattenimento.

Che dire? Al Governo ci sono forse persone così inconsapevoli al punto da non conoscere la gerarchia delle fonti giuridiche e quindi da non sapere come deve decidere qualunque giudice sui trattenimenti albanesi? Difficile crederci, impossibile. Adesso non rimane che attendere il verdetto della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che dirà se potrà essere applicato il decreto legge sui Paesi definiti sicuri, oppure no.

Al momento comunque è certo che saranno inutili ulteriori trasbordi in Albania dei migranti provenienti dai paesi sicuri, perché saranno inevitabilmente rimessi in libertà e riportati in Italia in poche ore. Quando nel 2026 entrerà in vigore il Patto europeo per le migrazioni la vicenda sicuramente prenderà un diverso risvolto, ma altri profili normativi potrebbero svuotare i centri albanesi.

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