Pensieri ed arte tra le mura
Mentre il sole, dopo la pioggia, torna ad illuminare la città in un autunno che porta con sé la meraviglia di un possibile cambiamento, nel centro storico, presso la sala espositiva del comune di Teramo in Via Nicola Palma, fervono i preparativi per l’allestimento di una mostra davvero inedita “Pensieri ed arte tra le mura“: ideata ed organizzata dall’associazione culturale Il Raggio all’interno del percorso “Vivere la città – Un villaggio educante“, condotto durante il 2024 dalla comunità locale del Movimento dei Focolari.
La mostra espone le opere realizzate dalle detenute e dai detenuti che hanno partecipato alle tre edizioni del concorso letterario ed artistico “I linguaggi della creatività”, frutto del “Progetto Lettura Mediata di Città Nuova” che, attraverso incontri settimanali con i reclusi, prosegue ormai da anni nelle diverse sezioni all’interno della Casa Circondariale di Castrogno (TE) (3^ e 4^ media sicurezza, 2^ alta sicurezza, 1^ protetti e sez. femminile).
Il desiderio è portare questa realtà al di fuori della struttura detentiva e dare voce a quanti sono frequentemente dimenticati e relegati ai margini della società. È un’importante occasione per sensibilizzare la cittadinanza sulla presenza del carcere nel proprio territorio e edificare un ponte tra tutti i suoi abitanti.
Un grande lavoro di squadra porta avanti la preparazione, non senza difficoltà. Allestire una mostra di questo genere per la prima volta richiede coraggio e fede, esige passi concreti. Una sfida appassionante contagia tutti i volontari del gruppo di Città Nuova che opera in carcere ed altri della comunità che cercano di dare con impegno il meglio di sé, secondo i propri talenti.
Anche alcune detenute offrono il loro contributo per arricchire l’esposizione con nuovi manufatti ed opere artistiche mettendo a frutto tempo e capacità.
F.A.-R.-N. “Gli Acchiappasogni”, 2024
Realizzati con filo di cotone lavorato all’uncinetto
In una mattinata intessuta da intense emozioni, domenica 27 ottobre, ha luogo l’inaugurazione.
La sala espositiva, allestita con semplice cura e raffinata armonia, è affollata oltre il previsto, numerosi i giovani. In prima fila, da veri protagonisti, alcuni detenuti in permesso: Monira, felice di esserci, saluta tutti con gratitudine e Luca, primo classificato al concorso per la sezione poesia, recita a memoria il suo componimento in un’intima interpretazione. C’è anche Arsen, da poco fine pena, con la sua bella famiglia.
Arrivano puntuali, con un certo interesse e un’evidente curiosità, anche figure istituzionali: il prefetto di Teramo, Fabrizio Stelo, il consigliere della Provincia con delega alle politiche di integrazione sociale, Silvio Bartolini, l’assessore alla cultura del comune di Teramo, Antonio Filipponi, il consigliere dell’ordine degli avvocati, referente della Commissione Carceri ed Esecuzione Penale con delega per il carcere, avv. Massimo Ambrosi.
Un’agente di polizia penitenziaria, che opera al femminile, rappresenta la struttura carceraria; partecipano anche due volontarie del gruppo delle Vincenziane che portano avanti il laboratorio di cucito nella sezione femminile ed hanno messo a disposizione per questo evento i lavori realizzati dalle detenute.
Nei giorni successivi la mostra svolge anche una vera attività educativa a contatto con i numerosi studenti delle scuole superiori che, accompagnati dai professori, vivono momenti coinvolgenti attraverso l’ascolto di Arsen che racconta con sincerità, come uomo, marito e come padre di tre ragazzi, la sua dura esperienza in carcere, la lotta per liberarsi dalla ludopatia e dalla dipendenza dall’alcool, ed infine parla della sua rinascita, della bellezza della lettura, dell’importanza di chiedere aiuto senza avere vergogna, del valore del rispetto, dell’amore e della famiglia.
Accompagnando i numerosi visitatori che alla spicciolata o a piccoli gruppi percorrono i suggestivi locali della mostra, ammirando le opere e immergendosi nella lettura di poesie e prose, si apre spesso un dialogo e si percepisce l’importanza dell’iniziativa che, da una parte ravviva la speranza nei cuori di chi vive nel buio del carcere e dall’altra avvicina chi da quel buio è lontano o nutre pregiudizi.
L’ultimo giorno, smantellando l’esposizione a cui non si vorrebbe dare fine, ci si rende conto di quanto quegli scritti, le opere artistiche e i manufatti siano riusciti a comunicare e ad accendere nella città una luce nuova piena di speranza.
Scarica allegati in pdf: commenti sulla mostra, testi scritti del concorso, opere artistiche del concorso
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