Verso una Camaldoli europea
L’ Associazione Nuova Camaldoli ha organizzato, lo scorso 11 ottobre a Firenze, un convegno nazionale dal titolo“ Verso una Camaldoli europea: il paradigma della complessità per rigenerare la politica”. Assieme ad altri studiosi, sono intervenuti il filosofo Mauro Ceruti, esperto di pensiero complesso in Italia, e il segretario delle Settimane sociali dei cattolivi in Italia, Sebastiano Nerozzi, economista alla Cattolica di Milano. Ne abbiamo parlato con Paolo Magnolfi, organizzatore dell’incontro.
Cosa vi ha indotto ad immaginare una Camaldoli europea nel 2025?
Già due anni fa all’epoca della caduta del governo Draghi la nostra associazione aveva prodotto un documento in cui si auspicava di poter iniziare un percorso, insieme ad altre associazioni, che potesse portare alla nascita di un nuovo movimento e ad un nuovo modo di far politica. Ci eravamo resi conto già allora che la qualità della politica non era certamente più accettabile. Partendo da quello che era stato l’ input che aveva portato alla nascita della nostra associazione sei anni prima, cioè l’esperienza del Codice di Camaldoli, riteniamo che sia necessario ancora oggi ripensare un’esperienza di questo genere, naturalmente a livello europeo, per aiutare le istituzioni a ritrovare i fondamenti della nascita dell’ Europa unita e per aiutare i cittadini del continente ad acquisire una maggiore coscienza del ruolo dell’Europa nel contesto internazionale.
Perché è necessario introdurre il paradigma della complessità,sviluppatosi in fisica, biologia, ecologia, scienze sociali, anche nel mondo della politica?
Oggi è necessario introdurre anche in politica il paradigma della complessità perché abbiamo visto che in essa come nelle relazioni interpersonali non è possibile la semplificazione quindi dobbiamo abituarci ad un pensiero complesso che richiede capacità di ascolto del pensiero degli altri e capacità di espressione del proprio pensiero senza ritenere che il pensiero personale sia un qualche cosa di universalmente accettato da tutti come vero. Questo non solo nelle relazioni interpersonali, ma soprattutto anche tra i partiti politici che portano ciascuno delle istanze vere che devono contribuire a definire il “bene comune” ma che non possono esse stesse da sole essere il bene comune. Questo per realizzarsi deve avere come presupposto le capacità di ascolto e di corretta relazione fra le parti di cui si parlava prima .
Come vi ponete rispetto alle reti di associazioni cattoliche e di amministratori locali nate dalla Settimana sociale del luglio scorso a Trieste? Ritenete possibile la realizzazione insieme di un grande evento a Camaldoli su democrazia, pace, Europa unita, come suggerito più volte dal card. Zuppi?
Con alcune associazioni cattoliche ci siamo già incontrati due anni fa e abbiamo trovato un accordo per iniziare un percorso di informazione e di formazione all’interno delle associazioni, ma non solo. Nuova Camaldoli ha sviluppato in questi due anni numerosi incontri, che sono fruibili sul nostro canale YouTube, che hanno riguardato numerosi argomenti a cominciare dal tema della pace, dell’ambiente, dell’economia, della salute eccetera. Quello che poi è nato dalla Settimana sociale del luglio scorso a Trieste ci ha convinto ancora di più che possiamo accelerare il lavoro nella speranza che possa nascere, in un periodo relativamente breve, una Nuova Camaldoli europea come auspicato più volte dal cardinale Matteo Maria Zuppi.
Possiamo dire che le encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti di papa Francesco contengono categorie di pensiero complesso per rigenerare la politica?
Certamente le encicliche di papa Francesco contengono categorie di pensiero complesso. Una analisi approfondita di quanto il papa dice fa emergere spunti che portano la politica ad una visione completamente nuova e estremamente attuale.
Come pensate possa rigenerarsi la politica in Italia?
Una condizione fondamentale a mio parere per la nascita di una nuova politica e soprattutto per la formazione di politici nuovi svincolati dalle vecchie categorie, è che questo rinnovamento parta dal basso. È necessario infatti che i cittadini prendano coscienza del loro ruolo e dell’importanza della partecipazione alla vita sociale e politica delle proprie città, delle proprie regioni, dei propri Paesi con la consapevolezza che siamo cittadini europei e cittadini del mondo e che il futuro dipende anche dall’impegno di ciascuno di noi.