Trump, una vittoria “nonostante tutto”
Mercoledì mattina Donald Trump è diventato il secondo presidente nella storia statunitense a vincere la corsa alla Casa Bianca dopo averla persa in seguito al suo primo mandato, nonché il primo condannato ad essere eletto presidente degli Stati Uniti.
«Dio ha risparmiato la mia vita per un motivo – ha annunciato il presidente eletto nel suo discorso mercoledì alle 2:30 del mattino a West Palm Beach in Florida -. E quel motivo era salvare il nostro paese e riportare l’America alla grandezza. E ora stiamo per compiere quella missione».
A quel punto l’Associated Press non aveva ancora dichiarato l’esito delle elezioni, però Trump era evidentemente in testa. Aveva vinto in North Carolina, Georgia, e Pennsylvania, tre dei cosiddetti “swing States,” gli Stati senza prevedibili tendenze politiche che storicamente decidono le elezioni presidenziali. Mercoledì pomeriggio, la vice presidente Kamala Harris – che invece sarebbe stata la prime presidente donna, di colore, e di origine Indiane – ha ammesso la sconfitta nel suo primo discorso dopo le elezioni.
Nel 2016 molti pensavano che Trump fosse stato eletto semplicemente perché il popolo americano voleva un candidato nuovo ed era inconsapevole del suo vero carattere. Tuttavia martedì l’idea dell’inconsapevolezza è stata smentita: tutti conoscono Trump, il suo comportamento, e la sua politica – e lo hanno votato comunque.
Uno dei motivi del suo successo è stato che Trump ha ricevuto voti da comunità inaspettate, e Harris li ha persi. Il gruppo che ha mostrato il maggiore cambiamento dalle scorse elezioni sono certamente le comunità ispaniche, che storicamente tendono verso i Democratici. Gli exit poll di Edison Research dimostrano un aumento di 14 punti: nel 2020, il 32% degli elettori ispanici hanno votato per Trump, quest’anno invece il 46%.
Questo nonostante i commenti fatti dal comico Tony Hinchcliffe al raduno di Trump a Madison Square Garden il 27 ottobre, quando ha chiamato Puerto Rico una «isola galleggiante di spazzatura».
Tra questo commento sprezzante e la promessa di deportazioni di massa contro i migranti illegali, i Democratici si aspettavano che gli elettori ispanici rifiutassero il candidato Repubblicano. Invece non è stato così, perché quest’anno l’argomento che più preoccupa in assoluto gli elettori – inclusi gli elettori ispanici – è l’economia, anche più del 2020, secondo Associated Press.
Evidentemente, gli elettori pensano che Trump sia più in grado di gestire l’economia di Harris, la quale non è riuscita a differenziarsi abbastanza dall’amministrazione Biden né per quanto riguarda l’economia, né la guerra a Gaza. Infatti, un altro gruppo ad aver abbandonato il partito Democratico è stato quello degli arabi americani, che hanno diviso la maggior parte dei loro voti tra Trump e Jill Stein, la candidata del Green Party.
Un’altra fonte di voti notevole per Trump, anche se non sorprendente, è stato il sostegno della classe operaia e delle persone senza istruzione universitaria. Harris invece ha vinto la maggioranza dei voti delle persone di colore, anche se da questa comunità ha perso una parte del voto maschile rispetto a Biden nel 2020.
Dal punto di vista di genere, il 54% delle elettrici americane ha votato per Harris, e il 44% per Trump. Per gli uomini, invece, è stato esattamente l’inverso: il 54% hanno votato per Trump, e il 44% per Harris. Harris sperava che il voto delle donne la portasse al traguardo, in particolare dopo lo sdegno causato dall’annullamento del diritto costituzionale all’aborto da parte della Corte Suprema nel 2022.
Palesemente, l’argomento non è stato considerato sufficientemente importante dagli elettori, anche se secondo la Pew Research Center (un istituto di ricerca basato a Washington D.C.) la maggior parte degli Americani – inclusa Melania Trump, la moglie del presidente eletto – credono nel diritto all’aborto.
l’America di oggi è molto diversa dall’America che Trump ha ereditato da Obama nel 2016. Tutto il mondo sta trattenendo il respiro per vedere chi Trump sceglierà per fare parte della sua amministrazione nel il suo secondo mandato, e se sarà in grado di fare tutte le cose che ha promesso in campagna elettorale.