Come gestire i conflitti in coppia?

Cambiare le dinamiche di coppia che generano conflitto o distanza si può ma occorre tenere presente alcuni aspetti importanti.
Foto pexels-andre-furtado

Alcune coppie dopo aver fatto esperienze anche molto significative di riflessione sulle proprie difficoltà. Lamentano il fatto che, nonostante il beneficio che deriva da questi momenti particolarmente importanti, si verifichi poi una ricaduta nei soliti meccanismi conflittuali e di disconnessione emotiva. Tale percezione può portare di conseguenza a una forma di scoraggiamento e di disillusione difficilmente superabili. Racconta Simone: «Mi accorgo che ricado sempre negli stessi meccanismi anche adesso che ho capito quali sono non riesco a cambiarli e questo forse è più frustrante di prima che non li conoscevo…».

È importante quindi fare chiarezza sul fatto che cambiare alcune situazioni non è immediato e ci vuole spesso un duro lavoro.

Mi scrive Martina: «Pensavo di aver capito cosa mi portava a chiudermi e a non comunicare con Giovanni. Ho capito che era una strategia che usavo da bambina quando i miei mi pressavano rispetto al comunicare la mia vita, so che adesso non è più così. Eppure in automatico continuo a comportarmi in questo modo anche con il mio compagno».

L’esperienza che Martina racconta in realtà accade non solo nelle relazioni di coppia. Certi nostri comportamenti anche se disfunzionali perseverano nel tempo anche se abbiamo acquistato consapevolezza e vorremmo cambiarli. Ma cosa vuol dire consapevolezza? Non si tratta solo di sapere delle cose su di noi, ma di averle sperimentate e sentite nel profondo, dentro di sé.

Per questo tipo di consapevolezza è molto importante il concetto di memoria implicita come elaborato dalle recenti ricerche delle neuroscienze. La memoria implicita è il primo sistema di memorizzazione che si sviluppa ed è legata all’area limbica del nostro cervello, che è connessa all’espressione delle emozioni. Sembra che sia la memoria implicita quella che ci spinge a ripetere sempre gli stessi errori ed è quella che ci spinge ad avere modelli abituali di risposta.

Insomma, la memoria implicita è il tessuto su cui costruiamo il nostro modo di stare in intimità con noi e con gli altri, quindi anche in coppia. Quindi, se non riusciamo ad adottare nuove strategie, nonostante a livello razionale ci sia chiaro dove sbagliamo, è utile ricordare che la memoria implicita è, come dice Evita Cassoni, il luogo del cambiamento, in quanto si collega a esperienze che avvengono a livello non del tutto cosciente e non sono neppure verbalizzabili.

È fondamentale avere coscienza che non sempre riusciamo a risolvere tutto nelle nostre relazioni. La particolarità della memoria implicita è che può influenzare le nostre reazioni in maniera automatica, come una mina nascosta nel terreno che stiamo calpestando e che esplode quando determinati stimoli nel presente attivano ricordi non integrati consapevolmente. Le ricerche di neuroimaging hanno dimostrato che le memorie che ci hanno ferito sono immagazzinate soprattutto come risposte corporee ed emotive. Non riusciamo a riconoscere l’influenza dell’esperienza passata sulla realtà attuale (Siegel, 1999).

Si può anche dire che le diverse decisioni che una persona prende durante il suo periodo di sviluppo, influenzando nel qui e ora la sua vita, vanno a costituire un “copione di vita”, ossia un piano prefissato che la persona tenderà a seguire durante la propria esistenza senza rendersene conto. Da adulto però queste strategie copionali possono diventare riduttive, rigide e disfunzionali, impattando nel rapporto di coppia e nei rapporti con gli altri.

Avere coscienza di questo – del fatto che a volte non riusciamo a innescare nuove modalità di risposta nella coppia perché ci sono delle esperienze che ci portiamo dietro e di cui non riusciamo nemmeno ad avere consapevolezza – può aiutarci ad essere pazienti con le nostre crisi e le nostre ferite irrisolte. È un ciclo che sembra molto difficile da interrompere, ma non è così. Si può fare. Bisogna avere una grande certezza: le nostre ferite si possono riparare, i nostri schemi di comportamento possono cambiare e ogni incontro umano può rappresentare un’autentica, potente esperienza riparativa. Addirittura, come scrive Umberta Telfner, «la coppia spesso nasce da un incastro tra due problematiche. Le coppie più fortunate si incontrano con l’opportunità di curarsi reciprocamente da traumi infantili o trigenerazionali: sembrano scegliersi proprio per sperimentare di nuovo i traumi subiti nell’infanzia e acquisire consapevolezza delle loro dinamiche specifiche. Quelli che riescono a superarle aumentano la loro consapevolezza e arrivano a stare bene insieme».

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