Chiara Luce Badano, capolavoro dell’adesso di Dio
Che si tratti di generazione x, y o Millenials, z o Alpha, i nomi con cui sono note le generazioni dagli anni 50 del 900 ai giorni nostri, i giovani, nel tempo, sanno e hanno saputo distinguere e riconoscere la santità, l’autenticità delle vite degli altrettanti giovani testimoni, nonostante il brusio del mondo contemporaneo. Così per Chiara Luce Badano, generazione X (i nati tra il 65 e l’80, che hanno vissuto la fine della Guerra fredda e il crescente interesse per l’ecologia ndr.), di cui si celebra il 29 ottobre, giorno del compleanno, la festa liturgica.
Quattordici anni fa la sua beatificazione, avvenuta il 25 settembre 2010 al Santuario romano del Divino Amore, alla presenza di quasi 25mila persone, principalmente giovani. A oltre 30 anni dalla morte avvenuta il 7 ottobre 1990, Chiara continua a rappresentare quell’ “adesso di Dio”, di cui ha parlato papa Francesco alla GMG di Panama e che la rende così amata e conosciuta fra i giovani Millenials o generazione z e Alpha, insieme a una schiera di altri giovani beati del nuovo millennio che hanno speso la propria vita attratti dal Vangelo e dalla croce. «Ora voglio fare di questo magnifico libro il mio unico scopo della vita. Non voglio e non posso rimanere analfabeta di un così straordinario messaggio» scrisse Chiara a 14 anni a proposito del Vangelo.
Classe 1971, di Sassello (Savona), Chiara, una bella ragazza, piena di interessi, sportiva, muore a 19 anni dopo una malattia durata due anni pronunciando queste parole: «Mamma sii felice, perché io lo sono». La sua fama di santità, si diffonde ancor prima della morte. Figlia unica di Maria Teresa Caviglia, casalinga, e Ruggero Badano, camionista, la sua nascita era stata attesa 11 anni. Fin da piccola Chiara mostra attenzione agli altri, specie anziani. In terza elementare conosce il Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich, ed entra a far parte delle Gen (Generazione nuova, ndr.).
Dopo una dolorosa bocciatura in quarto ginnasio, nell’estate del 1988, a 17 anni, durante una partita di tennis tra amici, avverte un lancinante dolore alla spalla. Dopo la Tac, la notizia: osteosarcoma. Due interventi, chemioterapie e radioterapia. Perde l’uso delle gambe. Ma Chiara resta nella dimensione dei 25 minuti in cui aveva detto il suo “sì” a Gesù al momento della notizia della malattia: offre le sue sofferenze, nonostante la malattia avanzi, abbia forti contrazioni agli arti inferiori e fatichi a respirare. Rifiuta la morfina che le allevierebbe il dolore, perché le toglierebbe la lucidità. Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, le assegna un nuovo nome: «Chiara Luce». Si prepara predisponendo il suo funerale, le sue “nozze con Gesù”. Sceglie i canti e l’abito da indossare. Muore il giorno della festa della Vergine del Rosario.
Di quanto Chiara Luce sia amata specie dai giovani di tante parti del mondo, ad oggi ce lo racconta in particolare la Fondazione Chiara Badano, a cui continuano a giungere testimonianze e segnalazioni. Al canale ufficiale istituito per mantenere viva la memoria della beata Chiara e custodirne i luoghi a lei legati, si racconta di oratori, centri, piazze nonché chiese a lei dedicate perfino in Tailandia, Camerun e Benin.
Per il giorno del 29 ottobre la Fondazione ricorderà Chiara con una giornata di appuntamenti, con la possibilità di seguirli anche in streaming dal sito ufficiale della Fondazione stessa. Momenti quali il “Time out” ovvero la preghiera di pace presso la tomba di Chiara Luce, o la consegna del “premio Solidarity” alla presenza di mamma Maria Teresa Caviglia. Il premio rivolto ad organizzazioni e gruppi per lo più giovani, vuole incentivare progetti a sostegno della cultura e della solidarietà in ambito sanitario, sociale ed ambientale. La messa a Sassello, che precederà la consegna del premio, invece, sarà celebrata dalla chiesa della SS. Trinità di Sassello e sarà presieduta dal vescovo di Aqui, Mons. Luigi Testore. La mattina, infine, sarà possibile visitare la cameretta di Chiara a Sassello, che è e resta, ancor oggi, insieme alla tomba di famiglia che lei volle fosse sempre aperta, meta di visite come allora. Per maggiori informazioni sul sito: www.chiarabadano.org.
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